sabato 17 febbraio 2018

QUEL FASCISMO IMMAGINARIO

Finalmente - in apertura del Consiglio Comunale di giovedì 15/02 - il Sindaco ha motivato il decreto col quale ha revocato le deleghe all'assessore Medei.

Ho pazientemente aspettato, che il Sindaco fornisse elementi utili alla formazione di un'idea su quanto stesse accadendo e - sicuramente - se oggi non avessi avuto qualcosa di più importante da scrivere, sicuramente avrei dedicato il post odierno alla scelta del Sindaco di defenestrare Medei.
 
Peraltro, credo che la questione non sia ancora finita, perché le parole del Sindaco (peraltro lette e non a braccio) hanno aperto scenari torbidi, che dovranno essere chiariti al più presto, se non vorranno alimentare i molteplici dubbi.
 
Intanto, si minacciano vie legali. E il paese è imprigionato da questa coalizione di perditempo, che hanno trascorso questi 4 anni a litigare, fare piste ciclabili e spendere 16 milioni di euro all'anno senza risultati.
 
comunque, PASSIAMO AL TEMA DI OGGI 
 
Nel corso dello stesso Consiglio Comunale è stata discussa e votata MOZIONE proposta da ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italia o meglio, dei nipoti dei partigiani) a tutte le Amministrazioni Comunali, in merito al "Divieto di concessione degli spazi pubblici e dei locali di cui dispone il Comune in favore di organizzazioni che si ispirino a ideologie di stampo neofascista, in ottemperanza ai valori fondanti della Costituzione della Repubblica Italiana".
Premetto subito che la posizione del gruppo Consiliare UNITI PER CASSINA è di superiorità rispetto alle ideologie – vecchie e nuove che siano – perché il nostro obiettivo e’ un altro, siamo stati chiamati dai Cittadini ad un altro compito.

La nostras nobile missione di Consigliere Comunale è a servizio di un paese e della collettività, non serva e pronta ad ubbidire a dettami ideologici imposti o confessionali di partito.

E con questo, chi conosce il Sottoscritto e l'amore che ho per la libertà, nessuno potrà mai giudicare i concetti che seguiranno e il voto espresso in aula, legato ad ideali o rigurgiti ideologici .

Detto questo, il nostro gruppo consiliare nato UNITI per CASSINA - formazione locale di centrodestra a cui aderiscono Forza Italia e Lega Nord - si è espressa fermamente per il "NO" alla Mozione.

La decisione di votare contro è nata da alcune perplessità che - in qualità di capogruppo - ho argomentato giovedì sera, in Aula.

La Costituzione, sulla quale ha giurato il Sindaco (il giorno dell'insediamento) vieta ogni ritorno del fascismo, in qualsiasi forma esso si presenti o si camuffi.

Il primo Cittadino rappresenta un'istituzione repubblicana e democratica che ha come cardine la Costituzione, da cui discendono valori e comportamenti conseguenti.
 
Abbiamo votato contro perchè le azioni filofasciste degli ultimi mesi, laddove configuratesi in reato e violenza, devono essere perseguite ma senza cedimenti rispetto ai diritti costituzionali che garantiscono libertà di espressione.
Vietare le iniziative da parte di movimenti e associazioni o addirittura partiti (a Pontedera è stato vietato il banchetto a FDI, un partito presente con propri parlamentari nel parlamento repubblicano) è uno strumento pericoloso e discrezionale, nella mani di pochi.

Si possono condividere o meno le posizioni politiche di quel partito, ma è assai grave impedire che promuova le proprie attività e convinzioni.

Contrastare o debellare iniziative democratiche, è probabilmente la maniera giusta per incattivirle.

Occorre evidenziale come in Italia esistano già leggi in materia, anzi è proprio la Costituzione della Repubblica Italiana a garantire il diritto di libero pensiero e libera espressione entro i limiti della convivenza civile e del rispetto dell’altro.

Sono infatti molteplici gli articoli Costituzionali che ribadiscono questo concetto, tra i quali ART. 17, 18, 21 ma il 49 ("Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.") ossia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione e tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Ad oggi, è già presente nel nostro ordinamento la Legge n.645 del 1952 che prevede già il divieto alla riorganizzazione del disciolto partito fascista.

Legge che porta il nome di un tale Scelba, il buon Mario, fra i più noti anticomunisti che diede alla luce una Legge antifascista,

((("Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista. "))

Chiaramente, il Ministro degli Interni Scelba (un siciliano democristiano, chiamato comunista dai fascisti, fascista dai comunisti) aveva le idee talmente chiare, che al provvedimento allegò punizioni giuridiche nei vari casi in cui certe disposizioni non si fossero rispettate.

Inoltre, non si deve dimenticare che il Testo Unico delle Legge di Pubblica Sicurezza (TULPS) già esplicita quali siano le responsabilità dell’organo o individuo preposto alla sicurezza pubblica, quindi in specifici casi il Sindaco, riguardo a situazioni potenzialmente pericolose che avvengano sul territorio.

Il riferimento è alle manifestazioni potenzialmente violente o lesive della dignità di determinate minoranze, verso le quali l’autorità ha il potere di intervenire.

Non esiste alcun vuoto legislativo su certe questioni: le leggi ci sono e basterebbe applicarle una volta tanto, senza il bisogno di appesantire oltre il già pachidermico sistema di norme che ci regola!

Quindi, basti pensare che tutti i Sindaci d’Italia ottemperassero a quanto richiestogli per legge - senza mostrarsi accondiscendenti a giustificazionismi con i manifestanti violenti incappucciati - avremmo uno Stato più normale.

Abbiamo già avuto sul territorio cassinese movimenti di estrema destra ed estrema sinistra, impegnati a raccogliere firme incappucciati, per sostenere proposte di legge.
 
Si possono non condividere le leggi di iniziativa popolare proposte, ma non ci risultano azioni violente, che invece il paese ha assistito da parte dei 4 sbarbati che in campagna elettorale (3 anni e mezzo fa) vollerò impedire l'ingresso in Comune, a Cittadini interessati alla presentazione dei candidati della Lista "Uniti per Cassina".


Scene vergognose, esaltati arrivati da altri Comuni, spinte e insulti a chi voleva assistere alla democratica presentazione democratica.

Sembravano fascisti, ma gridavano "via i fascisti dal Comune", poi l'amicizia con l'assessore Chiarella (belle le partite a calcetto balilla al Centro Sociale, eh) e il post serata dei ragazzotti democratici conclusosi in una nota birreria di Sant'Agata (visto quante cose si scoprono, eh) mi ha lasciato molto pensare.

Ma escluso questo episodio, non ricordo violenza o sostegno - diretto o indiretto - a qualche dittatura.

La Mozione - sostenuta dalla maggioranza a trazione comunista (Mandelli - Chiarella - Vecchi) - è stata approvata e vieta la rappresentatività a movimenti regolamente costituiti ai sensi di legge.

La convinzione è che l’estremismo di determinate fazioni politiche – siano esse di destra o di sinistra – se non violente e rispettose, non deve far paura.

Questo fino a quando la Magistratura non rilevi profili anticostituzionali di questi Movimenti.

Fino ad allora "combattere un determinato fenomeno con modalità e divieti discrezionali in carico ad una persona" è più fascista del fascismo immaginario che si vuole vincere.

Siamo sempre dalla parte di chi difende lo Stato di Diritto, crediamo che i diritti vadano difesi con gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione.

Posticipo a lunedì prossimo altre due riflessioni sull'argomento, per non "appesantire troppo questo.

Un saluto a tutti e buon we

Andrea Maggio






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