mercoledì 8 agosto 2018

BOSCO URBANO: ENNESIMO FALLIMENTO


Qualche mese fa, subito dopo la piantumazione degli alberi nei pressi della Cascina Casale – via Trieste – fui contattato da un Cittadino, residente in paese da moltissimi anni e profondo conoscitore delle specie arboree come la farnia, il carpino bianco, l’olmo campestre, il ciliegio e il tiglio selvatico per almeno il 70% del totale e arbustive.

Mi portò al nuovissimo e tanto decantato “Bosco Urbano”, quasi 1600 alberi piantati nei circa 8.000 mq e donati al Comune nell'ambito degli interventi di compensazione ambientale stabiliti da Città metropolitana milanese.


L'iniziativa scalzava il primo fallimento, la precedente piantumazione andata male e che vide “morti stecchiti” alberi piantumati in poche settimane 



Il gentile Cittadino – nel corso del sopralluogo congiunto – cominciò ad illustrarmi le criticità di quelle nuove piantumazioni, prodigandosi in alcune nefaste anticipazioni, sulla tenuta e resistenza degli alberi.

Rimasi ad ascoltare, passai due ore esterrefatto di quanti fossero gli accorgimenti elusi in fase di progettazione.

Non amo fare l’uccello del malaugurio ed evitai per questo, di scatenare polemiche anticipate.


Covavo la speranza che il “profondo conoscitore” potesse sbagliarsi, nonostante l’autorevolezza mostrata nell’affrontare l’argomento – ricca di dati ed elementi tecnici – lasciava presagire il peggio.


Mi venne in mente la dichiarazione di Tommy (detto anche “una parola per tutti e tutto”) nella quale spiegava:


“Creare un bosco urbano, un’area verde che sia al tempo stesso naturale e fruibile dai cittadini, come quella che ci apprestiamo a realizzare ci aiuta a migliorare la qualità dell’aria e la vivibilità del paese. Gli alberi producono ossigeno e assorbono CO2. Le aree verdi favoriscono la biodiversità  e contrastano il riscaldamento urbano generato dall’isola di calore (…) entro l’estate sarà attrezzata anche con panchine e tavoli da pic-nic”



Ovviamente non ci sono le panchine, non ci sono i tavoli da pic-nic e sono morte circa l’80% delle 1600 piantumazioni.

 “Uno degli obiettivi della nostra Amministrazione era quello diffondere la cultura del verde” sosteneva Tommy (detto anche “le sbaglio tutte”) e in effetti i marciapiedi fioriti di queste settimane rendono l’idea della “grande sensibilità”: talmente amano il verde, che evitano di tagliarlo.


Ma Tommy voleva solo “…valorizzare le produzioni ortive tipiche e locali spesso in via di estinzione” talmente in estinzione, che dei 1600 alberi ne ha seccati –grazie al pollice verde suo e del suo successore, altrettanto sciagurato, assessore Novelli – quasi tutti.


Ci sono voluti ben tre anni per realizzarlo..” fanno sapere attraverso la carta stampata, ma non hanno il coraggio di ammettere che sono bastati pochi mesi e la coppia d’oro (Chiarella-Novelli) ha devastato tutto.

Facendo le dovute proporzioni, questi due insieme fanno più danni alla flora cassinese, che gli incendi in California.

Ad onor del vero – mi spiace quasi ammetterlo – ma è dell’assessore Novelli il record negativo, non da poco, di aver peggiorato il livello qualitativo delle due deleghe – viabilità e verde pubblico – revocate all’assessore Tommy Chiarella.

Ad ogni modo – seppur a malincuore – oggi devo rendere merito al Cittadino, per le ragioni illustratemi durante il sopralluogo e del loro concretizzarsi.

Una persona preparata.

Saluti

Andrea Maggio

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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