Gli eventi delle ultime settimane hanno, purtroppo, sancito il passaggio dalla fase di epidemia alla fase di pandemia a causa del diffondersi del coronavirus.
Stiamo vivendo forse la fase cruciale della lotta al Covid 19 per tentare di evitare nuove trasmissioni ed avere la possibilità di guarire i contagiati. Siamo nel momento di massimo sforzo ed ognuno deve fare la propria parte.
L'escalation dei contagi ha fatto adottare misure sempre più drastiche per evitare nuovi scenari apocalittici, ma nel decreto “Cura Italia” non è contemplata LA SITUAZIONE VISSUTA NEI CANTIERI.
Ad esempio, l’esecuzione degli appalti pubblici continua a non essere contemplata tra le attività automaticamente sospese.
Se dalle Autorità viene continuamente ripetuto che la principale misura di salvaguardia è lo stare a casa, diventa difficile credere normale che il 40% dei Lombardi sia ancora coinvolto dagli spostamenti.
La Regione Lombardia ha ottenuto dagli operatori telefonici dati statistici che raccontano una realtà preoccupante.
Nell'ora di punta - ieri - avevamo il pienone nel metrò con ATM che si era (addirittura) azzardata nella riduzione delle corse.
Chapeu per lo sforzo e l’impegno della macchina organizzativa pubblica e sanitaria, ma la priorità è ora quella di sconfiggere l’emergenza sanitaria, ma condiviso la razio che è alla base dei timori di ANCE
Il provvedimento richiesto al Governo ("sospensione dei lavori nei cantieri edili") è ragionevole, non credo che - però - i cantieri vadano trattati allo stesso modo.
Vi sono (una parte minoritaria) di cantieri che riesce a garantire la sicurezza delle maestranze nel rispetto della salute pubblica mediante dispositivi di protezioni individuali, in particolare mascherine e guanti.
Immagino alcuni cantieri all'aperto, dove 2/3 operai dislocati in un'area estesa VIVONO UN RISCHIO MINORE DI CHI SI RECA A FARE LA SPESA AL SUPERMERCATO.
ANDREA MAGGIO
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