Vi informo che è stata firmata l'ordinanza con la quale vengono destinati i fondi per aiutare chi è in difficoltà e in ragione di questa ho consigliato all'Amministrazione alcune iniziative per favorire un migliore utilizzo delle risorse.
Come già spiegavo, i fondi sono stati ripartiti secondo vari criteri.
Intanto in proporzione alla popolazione residente di ciascun Comune (confermato che il contributo minimo spettante non può in ogni caso risultare inferiore a euro 600) è indice povertà del comune.
A Cassina sono assegnati € 73.644,03, una somma che - se gestita bene - consentirà di dare risposte ai residenti meno abbienti
La platea dei beneficiari del “sostegno solidarietà alimentare” è individuata dall’Ufficio dei servizi sociali di ogni Comune, fra i nuclei più esposti agli effetti derivanti Dall’emergenza e tra quelli in stato di bisogno per soddisfare necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.
Trattandosi di un’ordinanza di Protezione Civile, con i requisiti propri dello stato di necessità, le
misure vanno applicate con l’obiettivo di accelerare al massimo le procedure di spesa.
Al momento non vi sono disposizioni su criteri e modalità di erogazione delle misure: questo può generare storture locali di Comune in Comune, occorre mettere in campo criteri certi per dare i soldi a chi davvero necessita.
La spettanza dei 73.000 euro dev'essere contabilizzata in bilancio e non è previsto - per il Comune - un termine per l’utilizzo di
tale risorse.
Non dobbiamo restituire questi soldi allo Stato e neanche rendicontare a terzi di quanto speso.
Per questo, i soldi vanno spesi tutti, speri bene, seriamente, destinandoli con certezza a chi servono per acquisizioni buoni spesa.
I famosi "Voucher" sono utilizzabili per l’acquisto di
generi alimentari presso esercizi commerciali
contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun
Comune nel proprio sito istituzionale.
Quindi - con il solito spirito collaborativo e mettendo a disposizione la mia esperienza - ho invitato il Comune ad individuare e definire a breve specifici con le realtà territoriali.
Inoltre, devo dire che i Comuni possono destinare una quota dei fondi assegnati al TERZO SETTORE (art.5
dell’ordinanza) per l’acquisto dei generi da consegnare a domicilio e possono avvalersi degli
Enti attivi nella distribuzione alimentare nell’ambito del Programma operativo del
FEAD.
Per capirci il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) che affonda le proprie radici nella Strategia
Europa 2020 e che intende contribuire alla riduzione della povertà, soprattutto alimentare, in Europa.
L’elenco di questi operatori è acquisibile presso il Ministero del lavoro e
delle politiche sociali.
Non so se a Cassina ci sono queste realtà, forse Caritas, con loro sarebbe possibile gestire direttamente tutte le risorse attraverso le varie modalità di
BUONI SPESA.
Si possono coinvolgere le attività commerciali, si possono predisporre bandi con elenchi “aperti” senza scadenza.
A chi mi chiedeva l’entità del contributo, chiarisco che i Comuni possono proporre un contributo
massimo per famiglia: ad esempio una quota per ogni adulto e l’applicazione di
una scala di equivalenza per i figli sulla falsariga di quella utilizzata x l’ISEE.
Le cifre massime possono essere indicativamente di 300/500 Euro, inizialmente si parlava di 600 euro, ma anche questo è nell’autonomia dei Comuni e sicuramente - per quanto mi possa impegnare - non sono io (Consigliere di Minoranza) che potrò decidere.
Per questo è importante che vi sia grande serietà nella gestione di questi fondi.
Ho chiesto di predisporre un modello di autodichiarazione dove ci si assuma la responsabilità di quanto dichiarato.
Stato di necessità, informazioni relative
al lavoro/attività perso/a a causa dell’emergenza COVID oltre, ovviamente.
Nel modulo vi deve esser la dichiarazione di non essere/essere assegnatari di sostegno pubblico e avere contezza della situazione economica generale.
Col solito intento collaborativo,
Andrea Maggio
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