L’assetto organizzativo è una cosa seria, che le amministrazioni pubbliche definiscono, secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici, nonché l'articolo 6 comma 1 del medesimo Decreto Legislativo.
Gli atti organizzativi vengono adottati in conformità al piano triennale dei fabbisogni, previa informazione sindacale, ove prevista nei contratti collettivi nazionali.
L'organo deputato all'adozione del Regolamento sull'Ordinamento degli Uffici e dei Servizi è la Giunta che provvede all'organizzazione e gestione del personale nell'ambito della propria autonomia normativa e organizzativa con i soli limiti derivanti dalle proprie capacità di bilancio e dalle esigenze di esercizio delle funzioni, dei servizi e dei compiti loro attribuiti.
Fino a quando sono stato assessore, l'argomento “Rimodulazione dell'assetto organizzativo dell’ente e approvazione della graduazione della retribuzione di posizione spettante ai titolari di posizione organizzativa” era sempre stato affrontato con un mix di politiche volte al risparmio e all'efficientamento di una macchina pubblica storicamente farraginosa.
A quei tempi, il Comune era organizzato in 6 aree, ognuna delle quali con una posizione apicale a capo di altri capo ufficio, organizzazione articolata che ha sempre richiesto l’auspicato ridimensionamento a 5 aree (ad esempio, qualche assessore proponeva un ufficio tecnico unificato) per il grande rispetto dei conti pubblici e l’atteggiamento realista per le sofferenti casse pubbliche.
Il pensiero a supporto del ragionamento era che "la Guerra non si vince con troppi Generali, ma con i soldati".
A ogni campagna elettorale riaffiora la ricorrente leggenda delle 3 macro-aree, che ogni candidato Sindaco “sogna” prima di confrontarsi con i capricci dell’assessore di turno.
E questa giunta non è da meno.
L'attuale Amministrazione – la più facoltosa di “parte corrente” (entrate relative tasse e imposte) che si ricordi – non solo non ha previsto la riduzione da 6 a 5 aree (i dipendenti sono, in questi ultimi 20 anni, diminuiti da 97 a 63) ma in maniera confusa di procedere con una rimodulazione a 7 aree.
Confusa, esatto, perché dopo la delibera del 30/04/2020 ecco ancora assestamenti, spostamenti di servizi da area ad area. Il tutto senza lasciare intravedere la possibilità di ridurre le aree a 5.
Il trattamento economico accessorio del personale della categoria D titolare delle posizioni di cui all’art. 13 è composto dalla retribuzione di posizione e dalla retribuzione di risultato.
Quindi la scelta di avere un nuovo “capo area” (confermati 7 invece di ridurre a 5) oltre a comportare ulteriori spese per il personale, sottratte a nuove assunzioni nel comparto, è soprattutto il modo meno produttivo per utilizzare i soldi delle aumentate tasse locali.
Aver completato il triplete degli aumenti (addizionale Irpef, IMU, TARI) non deve legittimare alcun festival delle spese superflue, ma deve spingere l’organo decisionale a scegliere subito e per il bene del nostro Comune.
Allo stipendio dei capo area – oltre allo stipendio da ex settimo livello (quindi figura D), andranno fino € 16.000 annui lordi per tredici mensilità, che per 2 aree sono 32.000 (in realtà sono molti di più per l'effetto domino).
L'assetto organizzativo della macro struttura dell’Ente resta la stessa deliberata ad aprile:
AREA SERVIZI ALLA CITTA’ E ALLA SICUREZZA;
AREA SERVIZI ALLA PERSONA;
AREA SERVIZI CONTRATTI E AFFARI LEGALI – DEMOGRAFICI – SEGRETERIA GENERALE;
AREA SERVIZI CULTURA E SPORT – TRIBUTI;
AREA SERVIZI EDILIZIA PRIVATA – SUAP – COMMERCIO – ECOLOGIA – AMBIENTE;
AREA SERVIZI FINANZIARI – RISORSE UMANE;
AREA SERVIZI LAVORI PUBBLICI – DEMANIO – PATRIMONIO – URBANISTICA;
Le 5 nuove assunzioni spiegano quanto poco “drammatica” fossa la situazione dei conti pubblici e che il “buco di bilancio” (poi declassato a disavanzo tecnico) che tanto avevano sbandierato è stato utile a giustificare l'incremento della tassazione, per non pensare ai tagli e non rinunciare – ad esempio – all’incarico del consulente in Staff del Sindaco con delega alla comunicazione.
I Comuni con veri problemi finanziari non posso assumere - per Legge - e molti non hanno nemmeno incrementato la pressione fiscale locale.
Altro che storielle per aumentare le tasse.
Più soldi, più spese, gestione del consenso, contributi con bandi blitz, retaggio della parte più brutta della prima repubblica.
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