Mi sono già espresso a favore della didattica in presenza, l'attuale situazione è devastante per i nostri figli, per le famiglie, bisogna investire nelle scuole per metterle - il prima possibile – in sicurezza.
E' giusto che alunni, docenti, segreteria, personale ATA – tutti – vivano condizioni di piena sicurezza nell'esercizio delle proprie funzioni, nello svolgimento dei propri compiti e mansioni.
Detto questo, la DAD non è la soluzione e crea meno possibilità proprio agli studenti italiani con disabilità, accentuando difficoltà a seguire le lezioni.
I livelli di partecipazione sono diminuiti sensibilmente.
Un dato ISTAT, in particolare, mi ha fatto male: nei mesi di aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (parliamo di circa 70 mila ragazzi/e)) non ha preso parte alle lezioni, che nelle regioni del Sud aumentano di altri 6 punti percentuali.
Gli altri studenti che non partecipano costituiscono mediamente invece l’8% degli iscritti.
Il rapporto Istat spiega che a rendere difficoltosa la partecipazione alle lezioni a distanza da parte dei ragazzi con disabilità sono la gravità della patologia (27%) e ciò che fa davvero star male è la mancanza di collaborazione dei familiari (20%) e il disagio socio-economico (17%).
Sono dati ISTAT e – con tutte le difficoltà – devo credere che siano dati reali.
Fra i motivi di esclusione dalla DAD si rintraccia la difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla Didattica a distanza (6%), alla mancanza di strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di ausili didattici specifici (3%).
La drammaticità del momento impedisce il conseguimento di uno degli obiettivi che una scuola inclusiva si pone ancor prima dell’apprendimento: quello della socializzazione.
La scuola italiana ha avviato un percorso di digitalizzazione ”strutturale” già nel 2007 e la tecnologia può svolgere un’importante funzione di ”facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica.
La tecnologia occupa un ruolo importante per il supporto agli alunni, aumentando i livelli di comprensione, le strutture scolastiche – spesso vecchie e costruite prive dei necessari accorgimenti tecnici atti a facilitare l'inclusione dei disabili e migliorandone la vivibilità dell'esperienza sociale – devono essere ripensate.
Gli Amministratori hanno il dovere di pianificare lo sviluppo futuro, quello che non hanno fatto i precedenti Amministratori offrendo al paese uno strumento (PGT) che annunciai ai tempi come fallimentare.
Oggi abbiamo il dovere, soprattutto nei confronti dei meno fortunati, di restituire al paese una pianificazione, che sia portatrice sana di un'idea di paese vera, che parta dalla realizzazione di strutture scolastiche nuove.
Pianificare con un PGT per governare lo sviluppo di un territorio attraverso PIANI INTEGRATI DI INTERVENTO.
Le attuali scuole elementari e medie sono maledettamente “energivore” e con necessità di interventi straordinari a costi elevati.
Basta continuare a finanziare interventi inutili su strutture con spazi insufficienti e che non tengono conto delle nuove e complesse necessità.
Sono l'unico in Consiglio che ha sempre parlato apertamente di scuole nuove, basta rattoppi a strutture superate.
L'area “dismessa” ex Nokia e di tutte le aree pubbliche (anche abbandonate o in sofferenza) dovranno servire da volàno di un nuovo modello di sviluppo.
La logistica prevista nell'area Nokia Siemens è una previsione - purtroppo - coerente al PGT approvato dalla scorsa Amministrazione e nessuna delle tre variazioni approvate dall'attuale Giunta ha migliorato le conseguenze.
Gli strumenti per un PIANO STRATEGICO ci sono, basta applicarli, fruttando la legislazione regionale in tema di rigenerazione urbana (LR 18/19) finalizzata al risparmio del consumo di suolo (LR 18/2018) e alla riqualificazione dell’esistente.
Pensare a un polo multi-servizi, dove far confluire (ad esempio) un’area a feste, un centro scolastico tipo campus (scuola elementare e media); abbiamo tante aree pubbliche da far rientrare nelle “compensazioni volumetriche” di legge.
In aula consiliare, nessuno mi aiuterà a migliorare le attuali previsioni: la Maggioranza è quella che è, la minoranza di oggi era quella che la scorsa legislatura non ha escluso la realizzazione della logistica.
Mancano ancora 5 milioni di euro all'appello, che il privato deve ancora versare (o scomputare in opere pubbliche) e sono leggermente preoccupato che il procedimento e le decisioni ove allocare i fondi non sia partecipato, trasparente e condiviso.
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