lunedì 3 febbraio 2020

PISCINA COMUNALE: UN PROGETTO SENZA VALIDAZIONE

PISCINA COMUNALE: UN PROGETTO SENZA VALIDAZIONE ESPONE PRIVATO E COMUNE A RISCHI CONSEGUENTI.

Come già in più occasioni ho pubblicamente affermato, nell'interesse di una comunità (cassinese), ho preferito posticipare il più possibile la questione “Piscina comunale”.
Per non inficiare alcuni risultati, ho scelto di affrontare il delicato tema dopo che si ultimassero i lavori. 

Ho letto l'articolo pubblicato sulla stampa locale, che ha sostanzialmente riportato il mio intervento – in chiusura dell'ultima seduta di Consiglio Comunale – nel quale ho scelto di sfruttare l’occasione offerta dalla trattazione della convenzione “per la gestione associata della centrale di committenza” per spiegare sommariamente alcuni aspetti ignorati dall'Aula.

La delicata materia è molto tecnica, il poco tempo a mio disposizione in Aula per raccontare ai presenti la questione non è stato sufficiente e credo che – prima di ogni cosa in questo post – servano alcune parole a calmare (come descritto dalla stampa) il maremoto” suscitato dalle mie parole consiliari.

Non perché non esista il problema, che è reale, ma perché posticipando ogni dichiarazione in proposito a lavori ultimati ho dimostrato serietà e consapevolezza rispetto  all'importanza di un servizio (piscina) che è bene che sia giunto a conclusione.

L'errore sta nell'aver fatto iniziare iniziare l’intervento in assenza di alcune condizioni, ma una volta iniziati i lavori è stato interesse di tutti (in particolare di chi ha profonda cultura Amministrativa come me) che giungessero a conclusione.

Ho posticipato ogni dichiarazione in proposito, seppur consapevole che difficilmente i lavori avrebbero evitato lo STOP.

Prima di addentrarci – con questo post – credo si debbano mettere in chiaro alcuni aspetti, visto che le mie parole hanno provocato reazioni preoccupate e scomposte di qualche Amministratore comunale.

Sono fuori luogo. 

Intanto dirò che:
                                  
- non vi sono denunce all'attuale Amministrazione;
-     non vi sono denunce alla scorsa Amministrazione;
-  tutti facciamo il tifo affinché l’attività della Piscina prosegua fino al termine della “concessione” (in forza del progetto di finanza); 
-   rivesto un ruolo pubblico, esercito il mio mandato nell'interesse e a garanzia di una comunità. 

Detto questo, il mio è un ruolo (Amministratore comunale) che impone alcune verifiche e - quando non ascoltato dai responsabili del Procedimento - sono obbligato a segnalare alle autorità. 


Come dicevo poc'anzi, l’occasione di esternare la questione è stata la trattazione consiliare della convenzione “per la gestione associata della centrale di committenza”.

In particolare l’art. 4 della Convenzione associata ha previsto che fra le Funzioni esercitate dall'Ufficio Comune operante come Centrale unica di committenza e principi regolanti l'esercizio delle attività vi fosse “…supporto (su richiesta) ai Comuni associati in relazione alla verifica generale della coerenza della progettazione approvata dagli stessi con la procedura di affidamento da esperirsi, ferma restando la loro responsabilità. Tale attività non costituisce né sostituisce le attività di verifica e di validazione previste dall'articolo 26 del D.lgs. n. 50/2016”.

“Verifica e di validazione” del progetto, due attività – fondamentali e indispensabili per l'applicabilità dei lavori – previste dall'articolo 26 del D.lgs. n. 50/2016”.

Gli effetti delle mancate attività (obbligatorie di validazione) di un progetto sono molteplici e coinvolgono differenti aspetti e alcune conseguenze le abbiamo già riscontrate.

In conformità alle differenti leggi sulla materia, le indispensabili attività di verifica e validazione (per lavori inferiori al milione di euro come quello della riqualifica della Piscina) sono in carico al RUP e alla sua struttura.
E infatti – coerentemente alla normativa nazionale – la Convenzione ribadisce la centrale di committenza unica non operi alcun controllo di merito.
 
La validazione deve essere sottoscritta dal Responsabile del procedimento (RUP) e deve fare preciso riferimento al rapporto conclusivo redatto dal soggetto preposto alla verifica e alle eventuali controdeduzioni del progettista.
La mancanza della VALIDAZIONE DEL PROGETTO è un fatto grave, per mia esperienza (che lavoro da 20 anni nel campo dei lavori pubblici) non ho mai saputo di progetti messi a gare senza esser validati.
Gli estremi dell’avvenuta validazione del progetto posto a base di gara sono contenuti nei documenti di gara, se vi fossero lettere di invito o altro.
Ripeto, i lavori della Piscina non potevano esser messi a gara perché mancanti della necessaria – obbligatoria – validazione del progetto posto a base di gara, l’atto formale che riporta gli esiti di indispensabili verifiche.

Nel nostro caso, ossia in un contratto avente ad oggetto la progettazione e l’esecuzione dei lavori (in particolare, un progetto di finanza) il progetto esecutivo ed eventualmente il progetto definitivo presentati dall'affidatario (nel nostro caso proponente) sono soggetti, prima dell’approvazione di ciascun livello di progettazione, all'attività di verifica.



CHE NON RISULTA AGLI ATTI COMUNALI
(7 richieste. Accesso agli Atti)

Comprendo la difficoltà ad affrontare una materia tanto tecnica, ma le disposizioni sulla validazione e l’approvazione del progetto sono contenute nel Codice dei contratti di cui D.Lgs. n. 50/2016 ed in particolare nell’art. 26 (Verifica preventiva alla progettazione) che disciplina, appunto, la verifica preventiva (vale a dire prima dell’inizio delle procedure di affidamento) della progettazione.
Così come disposto al comma 1 (come modificato dall'articolo 16, comma 1, lettera b) del d.lgs. 19 aprile 2017, n. 56) dell'art. 26 "La stazione appaltante, nei contratti relativi ai lavori, verifica la rispondenza degli elaborati progettuali ai documenti di cui all'articolo 23, nonché la loro conformità alla normativa vigente".

Successivamente alla complessa e verifica preventiva della progettazione occorre predisporre la validazione del progetto posto a base di gara che – come dicevo poc'anzi - è l’atto formale che riporta gli esiti della verifica.

E allora, vi starete chiedendo? Dove vuole arrivare Maggio?

Senza validazione del progetto, peraltro incaricato da un Privato su una struttura pubblica, abbiamo perso alcune importanti garanzie. 

L’ANAC ha sempre affermato, così come è possibile riscontrate nella deliberazione Avcp n. 22 del 18 marzo 2009, l’obbligo per le stazioni appaltanti di procedere all'affidamento di appalti di lavori sulla base di progetti esecutivi redatti e validati in conformità alla vigente normativa e quello del responsabile unico del procedimento di verificare, in contraddittorio con le parti, che il progetto esecutivo sia conforme alla normativa vigente e al documento preliminare della progettazione.
.

Al fine di accertare l’unità progettuale, i soggetti di cui al comma 6 dell'articolo 26, prima dell’approvazione e in contraddittorio con il progettista, devono verificare la conformità del progetto esecutivo o definitivo rispettivamente, al progetto definitivo o allo progetto di fattibilità.

La validazione del progetto posto a base di gara è un elemento essenziale del bando o della lettera di invito per l’affidamento dei lavori.
Se vi fossero stati i necessari passaggi, condotti sulla documentazione progettuale per ciascuna fase, in relazione al livello di progettazione, avremmo avuto contezza dell’affidabilità del progetto e quindi non avremmo avuto i famosi ritardi.
Avremmo avuto la verifica dell’applicazione delle norme specifiche e delle regole tecniche di riferimento adottate per la redazione del progetto e – soprattutto – la verifica della coerenza delle ipotesi progettuali poste a base delle elaborazioni tecniche ambientali, cartografiche, architettoniche, strutturali, impiantistiche e di sicurezza.

Completezza ed adeguatezza, compatibilità ossia la rispondenza delle soluzioni progettuali ai requisiti espressi nello studio di fattibilità ovvero nel documento preliminare alla progettazione.
 

Per capirci, la validazione è un elemento essenziale della lex specialis di gara, e non è possibile mettere a gara senza che non siano sanate eventuali difformità, anche di giudizio sorte nel contraddittorio.

E per quel motivo, il mio primo accesso agli atti relativo al "project financing" presso la piscina comunale è stato protocollato il 16/11/2016 (non è un errore di battitura, 2016) e con questa richiesta chiedevo formalmente copia di tutta la relative documentazione in possesso degli Uffici.
La documentazione è stata sollecitata:

-     il 01/12/2016 (protocollato primo sollecito),

-     il 06/12/2016 (protocollato secondo sollecito)

-    il 22/12/2016 (protocollato terzo sollecito)

-    il 20/03/2017 (protocollo quarto sollecito)

-    il 12/04/2017 ho inoltrato al protocollo la richiesta di avere copia di tutta la documentazione.
Il 13/09/2018, per la SETTIMA VOLTA, ho invitato a fornire la documentazione richiesta e che avrei proceduto ad informare le autorità competenti, in quanto l'accesso agli Atti era volto a scongiurare i ritardi verificatisi puntualmente nell'esecuzione dei lavori presso la piscina, a causa di problemi strutturali di cui chiedevano certificazioni.
Non so per quale motivo – non sono io che potrò accertarlo – la documentazione completa non mi fu fornita.
Qualcuno mi dovrà dire se è normale che un Consigliere Comunale (142 euro/annui) possa passare le giornate a sollecitare documentazione senza ricevere alcuna risposta dal Comune.
In un post scrivevo: “…per la seconda stagione volevo scongiurare i ritardi trattando per tempo importanti questioni (problemi strutturali) che il progettino messo a gara dall'Amministrazione non aveva tenuto in considerazione”.

Nulla da fare, il ritornello Maggio è polemico ancora una volta ebbe la meglio, ma se mi avessero ascoltato, avremmo anticipato i problemi riscontrati dal Privato (che non ha responsabilità) nel corso dei lavori con la conseguente sospensione (la prima impresa rinunciò di continuare)  

Fino ad allora non avevo mai inoltrato esposti ad organi competenti per la valutazione della sussistenza di eventuali profili di illiceità, ho sempre ritenuto che in un Comune nessuno possa avere interessi diversi dai miei, ossia a vantaggio di una società e soprattutto a garanzia di questa e del suo patrimonio. 

Informai la Procura della Repubblica, con lo scopo di porre all'attenzione del Procuratore accadimenti che riguardano vicende locali.

Sarebbe bastato fornire la documentazione, per capire la gravità di mettere a gara un progetto inadeguato per dei lavori su una struttura in concessione.

Quando l’ammissione (da parte del nuovo gestore) che i ritardi erano dovuto ad una "… struttura è molto, ma molto vecchia ed era messa veramente male”.

Il privato ha dovuto gestire una situazione non facile “…resa nota nella sua gravità ma mano che sono avanzati i lavori e che abbiamo potuto verificare dal vivo le condizioni statiche strutturali” (cit. comunicato) 

Si parlava di plinti, fondazioni, solai.

Il privato gestore della Piscina ammise che
“…questo ha comportato diverse scelte tecniche con la dilatazione dei tempi e dei costi”.
Il progetto NON VALIDATO non era affatto adeguato all'intervento necessario in una struttura che sapevamo tutti essere "...molto ma molto vecchia, messa veramente male...".

Innanzitutto, una riflessione di metodo:
spero che l’attuale Amministrazione abbia l’umiltà di ascoltare per comprendere quali conseguenze avrà sul patrimonio pubblico e soprattutto sui rapporti fra pubblico e privato (concessionario) l’assenza di una validazione.


L'ANAC che sulla verifica e validazione della progettazione (paragrafo VII delle Linee guida relative ad "Affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria" approvate con delibera n. 138 del 21 febbraio 2018   in cui viene precisato che la verifica dei progetti continua ad avere una importanza centrale in quanto ai sensi dell’articolo 205, comma 2, terzo capoverso del nuovo Codice, “Non possono essere oggetto di riserva gli aspetti progettuali che sono stati oggetto di verifica ai sensi dell’articolo 26”.


Ai Cittadini che mi stanno chiedendo - in queste ore - se è a rischio la tenuta della gestione della Piscina, rispondo politicamente che il fermo cantiere è avvenuto per problematiche che il proprietario di una struttura (Comune) avrebbe dovuto conoscere e che la necessaria validazione del progetto (che non  risulta agli Atti) avrebbe tenuto conto nel contraddittorio delle manchevolezze progettuali.

Spero che il Privato gestore dell'impianto possa superare il momento.

Aggiungo, nonostante tutte le conseguenze negative di alcune negligenze del Comune.

Ma non è finita qui...

Andrea Maggio 

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