Qualche conoscente mi ha sollecitato a esprimermi sulla questione “Furbetti del Bonus”, cosa che peraltro ho già fatto pochi minuti dopo che la notizia era stata battuta dall’Ansa riportando i pochi elementi forniti dall’INPS.
Non ho mai avuto una partita iva, sono un dipendente, quindi scrivo da osservatore.
Come tutti sanno, sono uno dei più longevi amministratori pubblici, sicuramente in Martesana, ma credo in tutta la Regione.
Non saranno molti i “malati” come me, giunto a 4 legislatore consecutive con la medesima intensità di sempre e una passione rimasta inalterata dal primo giorno.
Ripeto, una “malattia” che sono felice di vivere e ringrazio ogni giorno chi, attraverso la sua costante considerazione e fiducia, mi rende scevro da interessi economici di sorta.
La scelta di alcuni parlamentari, consiglieri regionali (o sindaci) di richiedere il sussidio anti Covid e percepirlo in ragione di un calo di fatturato dell’attività professionale privata (esercitata prima o durante il mandato politico amministrativo), e nonostante le indennità della politica, è stato immorale.
Perché se è vero che i consiglieri comunali di un comune come il nostro percepiscono un gettone di presenza pari a 18 euro a seduta (generalmente un consiglio comunale al mese e quindi non ricordo d’aver mai superato i 200 euro annui (nel 2019 ho percepito 166,00 euro) peraltro da inserire nella dichiarazione dei redditi e su cui devo pagarci le tasse) è anche vero che il sindaco percepisce 2200 euro lordi, che sicuramente la crisi conseguente alla pandemia non ha intaccato.
Per non parlare dei Comuni più grandi o addirittura Regioni dove le indennità sono molto più alte.
Lo scrivo perché è facile fraintendere l’impegno gratuito mosso da passione con altre attività dove, oltre la passione, ci possono essere gratifiche economiche diverse a seconda dell’entità amministrata o governata.
Non avere la sensibilità e non rendersi conto della gravità di richiedere un sussidio trovandosi in una situazione reddituale più che tranquilla, specie nel difficile momento storico che stiamo vivendo, credo sia politicamente, eticamente e moralmente molto grave.
Sindaci, Parlamentari e consiglieri regionali non avrebbero dovuto mai chiedere il bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia, erogato dall'INPS su domanda, rivolto ai liberi professionisti titolari di partita IVA.
Anche se, prima dell’elezione o durante il mandato, hanno esercitato professioni con P.IVA.
Si è parlato genericamente di 2000 amministratori e politici locali che avrebbero richiesto il bonus.
Ma in difesa dei tanti colleghi che come me percepiscono un gettone al mese di 18 euro, che hanno chiesto e ottenuto il bonu, devo dire che l’incarico di consigliere comunale non può essere paragonato allo “stipendio” di un sindaco, di un consigliere regionale o di un parlamentare!!!!
Stamattina ho incontrato una mia amica al bar e ho capito che l’approccio di molti a questa triste vicenda è “fate tutti schifo”.
Mi spiace per la mia amica, ma il vero schifo lo provo per chi getta nel medesimo calderone consiglieri che percepiscono solo un gettone di presenza di 18 euro a seduta per un numero di sedute che vanno da 6 a 10 all’anno.
Gli ho risposto che a questi livelli non si vive di politica, solo il Sindaco (non so se abbia chiesto e ottenuto il bonus) potrebbe farlo con i suoi 2200 lordi.
Ovviamente diverso il discorso per i parlamentari. Credo che mettere sullo stesso piano condizioni così diverse e mettere tutto dentro il generico contenitore della casta e “dei politici” sia pericoloso per la democrazia e anche offensivo per i tanti amministratori che non vivono di politica, ma che sono ugualmente in prima linea ogni giorno.
Ogni ragionamento diverso è vigliacco e ingiusto, porta alla svalutazione della partecipazione, della rappresentanza democratica, dell’impegno pubblico per il bene comune.
E dopo 20 anni di vera passione sono autorizzato a dirlo
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