martedì 7 aprile 2020

COVID-19 – MISURE URGENTI

COVID-19 – MISURE URGENTI PER LE IMPRESE, I SETTORI STRATEGICI, LE ELEZIONI E LA GIUSTIZIA
Misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di disciplina dei termini in tema di consultazioni elettorali e di giustizia (decreto-legge)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di disciplina dei termini in tema di consultazioni elettorali e di giustizia.
Il decreto interviene in sostegno alle imprese in difficoltà con misure specifiche su cinque principali ambiti.
1. Accesso al credito, sostegno alla liquidità, all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti
Le misure adottate prevedono garanzie da parte dello Stato per un totale circa di 200 miliardi di euro concesse attraverso la società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, in favore di banche che effettuino finanziamenti alle imprese sotto qualsiasi forma.
In particolare, la garanzia coprirà tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, a seconda delle dimensioni dell’impresa, ed è subordinata a una serie di condizioni tra le quali l’impossibilità di distribuzione dei dividendi da parte dell’impresa beneficiaria per i successivi dodici mesi e la necessaria destinazione del finanziamento per sostenere spese ad attività produttive localizzate in Italia. Nello specifico:
le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto e per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
la copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi;
l’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda;
per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da SACE sarà gratuito ma subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.
Il decreto potenzia ulteriormente il Fondo di Garanzia per le p.m.i., aumentandone sia la dotazione finanziaria sia la capacità di generare liquidità anche per le aziende fino a 499 dipendenti e i professionisti.
Il Fondo – già ampliato dal decreto Cura Italia (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18con 1,5 miliardi di euro – completa così la sua trasformazione in strumento a supporto della piccola e media impresa, a tutela di imprenditori, artigiani, autonomi e professionisti, nonché a salvaguardia dell’export e di tutti quei settori che costituiscono con le eccellenze del Made in Italy la spina dorsale del nostro sistema produttivo.
È inoltre previsto un forte snellimento delle procedure burocratiche per accedere alle garanzie concesse dal Fondo.
Il decreto potenzia anche il sostegno pubblico all’esportazione, per migliorare l’incisività e tempestività dell’intervento statale. L’intervento introduce un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export.
L’obiettivo è di consentire a SACE di far fronte alla crescente richiesta di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l’economia nazionale che la società non avrebbe altrimenti la capacità finanziaria di coprire.

2. Misure per garantire la continuità delle aziende
Il decreto prevede una serie di misure finalizzate ad assicurare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza, con particolare riguardo a quelle che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva di continuità aziendale. Tale intervento avviene: 
in sede di redazione del bilancio in corso, valutando i criteri di prudenza e di continuità alla luce della situazione emergente dall’ultimo bilancio chiuso;
disattivando le cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale.
Accanto a queste due misure a protezione diretta della società se ne affianca una terza che è volta a favorire il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società, disattivando in questa fase i meccanismi che in via ordinaria li pongono in secondo piano rispetto ai creditori.
Vi sono poi misure che riguardano la disciplina del fallimento e che, nell’insieme, sono volte in questa fase a:
sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza;
sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori (quindi quando il periodo emergenziale sarà passato, i creditori potranno se del caso proporre le azioni revocatorie).

3. Rafforzamento dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e degli obblighi di trasparenza in materia finanziaria
Le norme approvate, al fine di rafforzare nell’attuale contesto di emergenza epidemiologica la disciplina dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica: 
anticipano, con effetto immediato – e nelle more dell’attuazione del decreto attuativo –  l’ampliamento dell’ambito di intervento oggettivo della disciplina golden power ai settori di rilevanza strategica del Regolamento europeo n. 452/2019, consentendo di sottoporre alla preventiva autorizzazione le operazioni rilevanti relative, tra l’altro, ai settori finanziario, creditizio e assicurativo, alle infrastrutture e tecnologie critiche, tra cui l’energia, i trasporti, l’acqua e la salute, alla sicurezza alimentare, all’accesso a informazioni sensibili, compresi i dati personali, all’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la cibersicurezza, nonché le nanotecnologie e le biotecnologie;
prevedono la possibilità per il Governo di aprire il procedimento d’ufficio, se le imprese non assolvono agli obblighi di notifica previsti;
estendono, in via transitoria fino al 31 dicembre 2020, il campo di applicazione della disciplina dei poteri speciali anche ad operazioni intra-europee che richiederanno la preventiva autorizzazione del Governo, nel caso di acquisizione del controllo di asset rientranti nei settori sopra descritti; nel caso di operazioni extra-europee, l’ampliamento, sempre transitorio, riguarderà anche le acquisizioni di partecipazioni superiori al 10% da parte di soggetti non appartenenti all’Unione europeo, se superiori alla soglia di un milione di euro.
In materia di trasparenza finanziaria, si sono integrati gli obblighi di trasparenza previsti dall’art. 120 del TUF per consentire alla CONSOB di abbassare transitoriamente le soglie rilevanti per le comunicazioni (portandola al 5%) e ampliare anche il novero delle imprese che ne sono soggette, includendovi le società ad azionariato diffuso.

4. Misure fiscali e contabili
Si interviene con norme urgenti per il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. In particolare, si prevede la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il Cura Italia.
Nel dettaglio:
IVA, ritenute e contributi sospesi per soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia;
sono sospesi in ogni caso i detti versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal 1° aprile 2019;
per i residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza), sospensione versamento IVA se calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni;
ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in 5 rate
La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto “Cura Italia” viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio. 
È esteso al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo scorso e la scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile.
Inoltre, il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene allargato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali. 
Viene consentito all’Inps di rilasciare un Pin semplificato, tramite identificazione telematica del richiedente e posticipando al termine dell’emergenza la verifica con riconoscimento diretto.
Si introducono norme sui farmaci compassionevoli” (i farmaci non ancora autorizzati), che prevedono l’esclusioneall’applicazione di imposte in caso di cessione gratuita.

saluti

ANDREA MAGGIO 

lunedì 6 aprile 2020

APPROVATO DECRETO SCUOLA


Era atteso il Consiglio dei Ministri che desse Il via libera oggi al decreto legge che contiene le norme relative agli Esami di Stato e alla valutazione delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020.

Un decreto particolare, che ha fatto i conti con una realtà emergenziale.

Il Ministro Azzolina - la quale mi fa anche tenerezza, ritengo  una ragazza baciata dalla fortuna (non solo per esser diventata Ministro della Repubblica ma anche per il noto ripescaggio della Corte di Cassazione, che la fece diventare parlamentare) - oggi in conferenza stampa ha espresso alcuni concetti assolutamente condivisibili. 

Oggi vanno di moda quelli inesperti - a tutti i livelli - non è colpa loro, bisogna rispettare il voto popolare.

La democrazia non può piacere solo quando i frutti sono dolci e attesi.

Ha esposto comunque concetti interessanti, primo fra tutti:


 "La didattica a distanza che pur ci ha aiutato a salvare l’anno scolastico non sostituisce e non potrà mai sostituire del tutto, ovviamente, la didattica in presenza. Ma era l’unica risposta possibile per non lasciare soli bambini e ragazzi e garantire loro il diritto allo studio previsto dalla Costituzione”
Il decreto, che ora sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per poi essere convertito dal Parlamento (una valanga di decreti ancora da convertire!!)  mette in sicurezza l’anno scolastico 2019/2020 e traghetta le scuole verso il 2020/2021. 
Allora, per quanto riguarda l’esame di terza media il decreto prevede che il Ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’Esame. 
Diciamo che si tratta di procedura delegata, deciderà se farlo in presenza o potrà essere semplificato. 
Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. 
In ogni caso è prevista una valutazione, che il Ministro definisce seria e corrispondente all’impegno degli alunni. 

Per la scuola secondaria tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. 
Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. 
Ecco che il decreto apre al doppio binario: se i ragazzi torneranno a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. 
La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero, mentre ls seconda - diversa per ciascun indirizzo - sarà predisposta dalle commissioni.
L'esame si chiuderà con l'orale.
Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale e il diploma sarà ottenuto con Il punteggio di 60/100. 
Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. 
Non ci sarà ‘6 politico’, che la Ministra ha definito vetusto.
Per esperienza, la parola diventerà virale.
All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. 
Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali. 
Il decreto consente, inoltre, di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni. 
Nel corso del Consiglio dei Ministri di oggi è stato anche approvato un provvedimento (DpR) che sblocca le assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti liberati, nell’estate del 2019, dai pensionamenti dovuti a ‘Quota 100’. 
Ho letto nelle parole della mia conterranea grande soddisfazione, perché viene attuata, la norma inserita nel decreto scuola approvato in autunno.
Ed effettivamente si tratta di 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle Graduatorie ad esaurimento, che non avevano potuto occuparli lo scorso settembre perché non erano stati messi a disposizione. 
Con successivi provvedimenti saranno disposte le assunzioni relative all’anno scolastico 2020/2021. 
La nota positiva finale è dedicata a 85 milioni, che sono già nelle casse degli istituti scolastici, che li spenderanno "...per l’acquisto di tablet e pc per tutti gli studenti meno abbienti perché il diritto all’istruzione deve essere garantito”.
Saluti   







domenica 5 aprile 2020

PROPOSTA PER EVITARE ASSEMBRAMENTI

RIFERISCO DELLA PROPOSTA PRESENTATA IN DATA ODIERNA

Con mero spirito collaborativo, ho avanzato una proposta al Sindaco.

In riferimento a quanto appreso dagli organi di stampa (argomenti confermati dall'assessore regionale nel corso della conferenza stampa odierna) e relativi alla straordinaria distribuzione di mascherine in tutti i Comuni, credo si renda necessario l’intervento comunale per meglio organizzare la consegna ai Cittadini.

Occorre scongiurare assembramenti fuori dalle abitazioni.

La mascherine saranno distribuite nelle farmacie e in tutte le attività commerciali aperte e questo è consigliabile, l’intervento comunale in modo da coinvolgere il volontariato locale, effettuando una distribuzione "casa per casa", iniziando dalle persone che hanno oggettive difficoltà motorie.
Il mio suggerimento è replicare quanto sta accadendo a Milano in queste ore, con un supporto della protezione civile evitando che Troppi cittadini si riversino nelle strade e davanti alla farmacie.

A seguito di questa proposta, l'assessore De Santis mi ha ringraziato (via Social) "...dei preziosi consigli, ma qui è tutto sotto controllo 24/24 e 7/7"



Nei ringraziamenti, l'assessore comunale alla protezione civile ha allegato email dalla quale si evince l'impegno formale ad occuparsi della distribuzione.

Così come avevo espresso nella proposta. 

Andrea Maggio

VOUCHER ALIMENTARI PER CHI è SENZA REDDITO

Con leggero ritardo rispetto agli altrii Comuni, anche Cassina dè Pecchi ha pubblicato l'AVVISO PUBBLICO A SPORTELLO PER L’ASSEGNAZIONE DI BUONI SPESA O FORNITURA DI GENERI DI PRIMA NECESSITA’ RIVOLTO A PERSONE CHE VERSANO IN STATO DI GRAVE DISAGIO ECONOMICO.

Ricorderete, che questa è una misura governativa finanziata con 400 milioni distribuiti a tutti i Comuni d'Italia, nel rispetto di alcuni parametri quali numero residenti e indice di povertà comunale.

Un dato - quest'ultimo - che ha rilevato un reddito medio procapite assai inferiore rispetto a quanto l'opinione diffusa abbia storicamente ritenuto.

A Cassina sono stati assegnati più di 73.000 - da spendere nelle prossime 3 settimane - per questa misura  DI CONTENIMENTO EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19 A SEGUITO DI ORDINANZA PROTEZIONE CIVILE N. 658 DEL 29.3.2020.

Si tratta di un FONDO DI SOLIDARIETA’ ALIMENTARE da destinare alle famiglie che, a causa dell’emergenza Covid 19, versano in gravi difficoltà economiche. 

Vi possono accedere una limitata porzione di residenza, ossia quella che non percepisce alcuna fonte di reddito, nessuno stipendio, pensione, reddito di cittadinanza, Naspi, CIGD: cassa integrazione guadagni in deroga, indennità di mobilità.

Teoricamente il provvedimento ha una durata limitata, ossia fino a quando INPS - così come dichiarato dal Premier - non verserà "reddito di emergenza"("entro il 16 aprile") a quelli che ne avranno fatto richiesta.

Ma siccome eventuali economie - risparmi - non vanno restituiti è bene che questi soldi vadano spesi tutti e gestiti in trasparenza.

Purtroppo, scelta governativa penso finalizzata all'alleggerimento delle procedure, i fondi non devono essere rendicontati al Ministero nessuna giustifica. 

Anzi, a leggere bene il testo, eventuali economie e avanzi - successivamente alle 3 settimane di durata del provvedimento - restano nelle casse comunali.

Fra le modalità per accedere all’assegnazione di BUONI SPESA finanziati con 73000 euro arrivati da Roma, il Comune ha definito che può esser fatta una sola domanda a settimana, per ogni nucleo famigliare (come risultante dallo stato di famiglia anagrafico) ovviamente utilizzabile esclusivamente per l’acquisto di generi alimentari o prodotti di prima necessità.

Il buono spesa è commisurato al numero di componenti del nucleo familiare e determinato nella misura di € 40,00/settimanali riparametrati per ogni componente secondo i coefficienti della scala ISEE arrotondati ai 10,00 superiori.


Pertanto per calcolare il valore complessivo del buono erogato si dovrà moltiplicare 40 euro per il quoziente.

Bisogna avere la residenza anagrafica nel comune di Cassina de’ Pecchi, versare in stato di grave disagio economico a seguito di assenza o diminuzione di reddito superiore al 35 % dovuta a perdita dell’attività lavorativa, assenza di reddito per mancanza di occupazione stabile, assenza o diminuzione di reddito per malattia grave o decesso di un componente del nucleo familiare.

Coloro che beneficiano di altre forme di sostegno pubblico al momento della presentazione della domanda saranno posti in lista di attesa e potranno accedere al beneficio solo se non verranno assegnate tutte le risorse stanziate agli aventi diritto. 

I vouchers sono nella sostanza titoli di acquisto he si otterranno mediante l?uffixio Politiche Sociali del Comune e potranno essere utilizzati in esercizi commerciali convenzionati con il Comune.

Quindi nonostante siano passati giorni, anche questa proposta è stata recepita

Il Comune ha deciso di prevedere altra possibilità, non so fino a che punto praticabile (credo sia frutto di qualche copia incolla) ossia l'emissione di buoni pasto utilizzabili per il servizio sostitutivo di mensa presso il proprio servizio di ristorazione sociale.

Onestamente, bisognerebbe rileggere prima di firmare i bandi.

Ad ogni modom, per accedere al buono spesa del Fondo di Solidarietà Alimentare, occorre compilare un modulo di autocertificazione, lo avevamo chiesto perchè è giusto che ognuno di assuma la responsabilità di eventuali dichiarazioni mendaci.

Il modulo (lo trovate sul Sito) da compilare deve essere riconsegnato, insieme alla copia di un documento di identità del richiedente, via mail al Comune di Cassina de’ Pecchi ai seguenti indirizzi di posta elettronica: - Posta elettronica certificata (solo se si possiede una casella di posta elettronica certificata), protocollo@pec.comune.cassinadepecchi.mi.it - Posta elettronica normale dei servizi sociali allegando carta d’identità, servizisociali@comune.cassinadepecchi.mi.it

Dai documenti non è chiaro come possono accedere al servizio, le persone che non hanno internet o posta elettronica.

Le richieste verranno valutate ed evase a scorrimento, secondo l’ordine di arrivo, fino ad esaurimento delle risorse disponibili e "la durata del beneficio sarà 3 settimane"

Il personale comunale potrà contattare i richiedenti al fine di procedere alla valutazione della richiesta. 

I soggetti interessati potranno presentare istanza fino ad esaurimento delle risorse disponibili, come vi dicevo non vi sono economie da restituire al Governo.

L’Amministrazione comunale fa sapere che "....si riserva la facoltà di disporre controlli sulle dichiarazioni presentate dai richiedenti e in caso di falsa dichiarazione procederà alla denuncia alle autorità preposte per falsa dichiarazione e al recupero del beneficio indebitamente percepito". 

Tanto dovevo, con mero spirito informativo.

ANDREA MAGGIO 

sabato 4 aprile 2020

CURA ITALIA, POCO PER LE PMI

Alcuni di voi, pochi a dir la verità, mi chiedono informazioni rispetto gli effetti del decreto "Cura Italia" per le PMI

La questione non è semplice e soprattutto non ho ancora scritto sull'argomento perchè come anticipato nei precedenti, il decreto è uno dei 6 che il Parlamento deve convertire in legge.

Provo a raccontare alcuni aspetti del Decreto e alla fine concluderò con riflessioni.

Premesso che la partita da giocare è in Europa e che tutti questi politici che vanno in Tv chiedendo più soldi per tutti, imprese, lavoratori, agricoltura, scuole, taglio tasse, più ospedali, più spesa pubblica SONO semplicemente penosi...PROVERò PERLOMENO A SOTTOLINEARE QUALCHE CORRETTIVO 

In queste situazioni (anzi, anche in quelle meno urgenti e drammatiche) i Governi tendono ad aggirare ingorghi attraverso maxi accorpamenti.

Ad ogni modo, il "Cura Italia" necessita di almeno 25 provvedimenti "attuativi" (quasi tutti governativi) e al momento ne ho visti solo 7.

Quindi a breve, avremo il quadro completo. 

Il Decreto “Cura Italia” ha previsto misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario. 


Se n’è parlato molto, perchè è chiaro che quando si parla di banche l'argomento è spinoso e il Governo deve trovare accordi le rappresentanze.

Purtroppo, anche questa volta, gli esiti non sono stati ottimali e soprattutto li ho trovati ambigui

Ho provato a comprendere - in queste ore - l’effettiva utilità per le imprese e ho rilevato due aspetti positivi sul quali si muovono le iniziative.

Gli assi sui quali si muove il decreto - in tema di PMI - sono garanzia e moratorie.

Il profilo della garanzia è disciplinato dall’art. 49: si prevedono alcune deroghe - limitate ai nove mesi successivi alla data di entrata in vigore del decreto (quindi il 17 marzo 2020) – alle vigenti disposizioni del Fondo di Garanzia.

In altre parole si estendono i benefici del Fondo al fine di agevolare l’accesso al credito dei soggetti beneficiari (imprese e privati).
In soldoni, con parole semplci, l’art. 49 incide positivamente sulla concessione di nuova liquidità:
Questo aspetto lo troviamo infatti, nella prima disposizione che prevede che accedono alla garanzia del Fondo finanziamenti a fronte di operazioni di rinegoziazione del debito del soggetto beneficiario, purché il nuovo finanziamento preveda l‘erogazione al medesimo soggetto beneficiario di credito aggiuntivo in misura pari ad almeno il 10% dell’importo del debito residuo in essere del finanziamento oggetto di rinegoziazione

Tale disposizione incentiva l’erogazione di ulteriore credito da parte delle banche, alle imprese nell’ambito delle operazioni di rinegoziazione di debito preesistente, che potrà godere della garanzia del Fondo ove raggiunga la soglia di almeno il 10% del debito residuo.

Non è la mia materia, ma facendo un esempio concreto, se l’operazione di rinegoziazione concerne un debito residuo pari ad euro 50.000,00, tale rinegoziazione sarà coperta dalla garanzia del Fondo ove la banca abbia erogato almeno nuova liquidità pari al 10% del debito residuo ristrutturato che nel nostro esempio dovrà essere almeno pari ad euro 5.000,00.
Altra disposizione interessante, prevede che per le operazioni per le quali anche o gli intermediari finanziari hanno accordato, anche di propria iniziativa, la sospensione del pagamento delle rate di ammortamento, o della sola quota capitale, in connessione degli effetti indotti dalla diffusione del COVID-19 Virus, su operazioni ammesse alla garanzia del Fondo, la durata della garanzia del Fondo è estesa in conseguenza. 

Ripeto, non è mia materia, ma quello che ho capito è che non tutte le imprese possono accedervi, infatti, oltre alle esclusioni già previste all’articolo 6, comma 2, del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 6 marzo 2017, l’accesso alla garanzia del Fondo è subordinato alla valutazione del merito di credito delle imprese.

Ci sono alcuni parametri (probabilità di inadempimento, modello di valutazione) sui quali non ho competenze, ma ho capito che il decreto esclude, comunque, le imprese che presentino esposizioni classificate come “sofferenze” o “inadempienze probabili” o che rientrino nella nozione di “impresa in difficoltà” ossia, nel caso di società a responsabilità limitata qualora abbia perso più della metà del capitale sociale sottoscritto a causa di perdite cumulate; 

Sotto il profilo della moratoria, questa volta l’articolo è il numero 56 e prevede misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese colpite dall’epidemia di COVID-19, formalmente riconosciuta come evento eccezionale e di grave turbamento dell’economia, ai sensi dell’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. 

Intanto il decreto prevede l'impossibilità di revocare fino al 30 settembre 2020, le aperture di credito a revoca e per i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti esistenti al 17 marzo 2020, gli importi accordati, sia per la parte utilizzata sia per quella non ancora utilizzata;

E' prevista la proroga della scadenza al 30 settembre 2020 dei prestiti non rateali che scadono prima di quella data e la sospensione fino al 30 settembre 2020 del pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima di quella data, per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie; il piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione è dilazionato, unitamente agli elementi accessori e senza alcuna formalità, secondo modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti; è facoltà delle imprese richiedere di sospendere soltanto i rimborsi in conto capitale.

C'è un aspetto che non sono riuscito a trovare, ossia se la moratoria ha un costo in termini di interessi applicati dall’istituto di credito.

Temo che dinanzi ad una richiesta di sospensione del pagamento delle rate di mutui o dei canoni di leasing, la banca possa applicare dei “costi” all’impresa richiedente, che tendano a neutralizzare quelli sopportati dall’istituto di credito per la moratoria.

Si esce dalla porta si rientra dalla finestra?
Le imprese che hanno esposizioni deteriorate sono escluse dai benefici di legge (decreto) in quanto per accedere a tali misure sono richiesti requisiti stringenti, non solo l’autocertificazione ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000 ("di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza diretta della diffusione dell’epidemia da COVID-19"

Come già avuto modo di notare in occasione dei "suggerimenti e inviti" a stare a casa, anche nel caso del Decreto Cura Italia non si è riuscito a dire qualcosa di netto. 

Peraltro, mi riferiscono "addetti ai lavori" che le previsioni in relazione alle micro, piccole e medie imprese, era già prevista in recenti accordi di categorie ossia la possibilità per le banche e gli intermediari finanziari aderenti di sospendere fino ad un anno il pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti e allungare la scadenza dei finanziamenti (cosiddetta Misura “Imprese in Ripresa 2.0”).
I principali istituti di credito operanti in Italia hanno previsto appositi “pacchetti emergenziali” (mi dicono reperibili sui loro siti internet).

Le misure previste del decreto Cura Italia riservano agli istituti di credito ampi spazi di discrezionalità nella concessione di liquidità, questo non è positivo. 

In Italia la discrezionalità dev'essere limitata, perchè dove concessa ha dato vita a storture interpretative o "clientelarismi".

E mi fermo qui.

Ribadisco che non prevede espressamente che le misure di moratoria non debbano comportare costi per le imprese beneficiarie è l'ennesima manifestazione di debolezza della politica. 

Anzi, sono rimasto perplesso quando ho letto che la gratuità delle misure sia bilaterale (imprese ma anche per le banche) lasciano intravedere - se non interessi - preammortamento o comunque all’acquisizione di garanzie ipotecarie.
Inoltre, altra perplessità è la sospensione del pagamento della sola sorte capitale delle rate di finanziamenti o leasing.

Prevedo che gli istituti di credito spingeranno proprio per far adottare alle imprese quest’ultima soluzione.

Le Banche.

ps - E quando scrivo questi post, capisco perchè la mia carriera politica non poteva andare molto lontano.

Andrea Maggio 

mercoledì 1 aprile 2020

VOUCHERS ALIMENTARE: ALCUNE PROPOSTE

Vi informo che è stata firmata l'ordinanza con la quale vengono destinati i fondi per aiutare chi è in difficoltà e in ragione di questa ho consigliato all'Amministrazione alcune iniziative per favorire un migliore utilizzo delle risorse.


Come già spiegavo, i fondi sono stati ripartiti secondo vari criteri.

Intanto in proporzione alla popolazione residente di ciascun Comune (confermato che il contributo minimo spettante non può in ogni caso risultare inferiore a euro 600) è indice povertà del comune.

A Cassina sono assegnati € 73.644,03, una somma che - se gestita bene -  consentirà di dare risposte ai residenti meno abbienti 


La platea dei beneficiari del “sostegno solidarietà alimentare” è individuata dall’Ufficio dei servizi sociali di ogni Comune, fra i nuclei più esposti agli effetti derivanti Dall’emergenza e tra quelli in stato di bisogno per soddisfare necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.

Trattandosi di un’ordinanza di Protezione Civile, con i requisiti propri dello stato di necessità, le misure vanno applicate con l’obiettivo di accelerare al massimo le procedure di spesa.

Al momento non vi sono disposizioni su criteri e modalità di erogazione delle misure: questo può generare storture locali di Comune in Comune, occorre mettere in campo criteri certi per dare i soldi a chi davvero necessita.

La spettanza dei 73.000 euro dev'essere contabilizzata in bilancio e non è previsto - per il Comune - un termine per l’utilizzo di tale risorse.

Non dobbiamo restituire questi soldi allo Stato e neanche rendicontare a terzi di quanto speso. 

Per questo, i soldi vanno spesi tutti, speri bene, seriamente, destinandoli con certezza a chi servono per acquisizioni buoni spesa.

I famosi "Voucher" sono utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale.

Quindi - con il solito spirito collaborativo e mettendo a disposizione la mia esperienza - ho invitato il Comune ad individuare e definire a breve  specifici con le realtà territoriali.

Inoltre, devo dire che i Comuni possono destinare una quota dei fondi assegnati al TERZO SETTORE (art.5 dell’ordinanza) per l’acquisto dei generi da consegnare a domicilio e possono avvalersi degli Enti attivi nella distribuzione alimentare nell’ambito del Programma operativo del FEAD. 

Per capirci il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) che affonda le proprie radici nella Strategia Europa 2020 e che intende contribuire alla riduzione della povertà, soprattutto alimentare, in Europa.

L’elenco di questi operatori è acquisibile presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 

Non so se a Cassina ci sono queste realtà, forse Caritas, con loro sarebbe possibile gestire direttamente tutte le risorse attraverso le varie modalità di BUONI SPESA.

Si possono coinvolgere le attività commerciali, si possono predisporre bandi con elenchi “aperti” senza scadenza. 

A chi mi chiedeva l’entità del contributo, chiarisco che i Comuni possono proporre un contributo massimo per famiglia: ad esempio una quota per ogni adulto e l’applicazione di una scala di equivalenza per i figli sulla falsariga di quella utilizzata x l’ISEE.

Le cifre massime possono essere indicativamente di 300/500 Euro, inizialmente si parlava di 600 euro, ma anche questo è nell’autonomia dei Comuni e sicuramente - per quanto mi possa impegnare - non sono io (Consigliere di Minoranza) che potrò decidere.

Per questo è importante che vi sia grande serietà nella gestione di questi fondi.

Ho chiesto di predisporre un modello di autodichiarazione dove ci si assuma la responsabilità di quanto dichiarato.

Stato di necessità, informazioni relative al lavoro/attività perso/a a causa dell’emergenza COVID oltre, ovviamente.

Nel modulo vi deve esser la dichiarazione di non essere/essere assegnatari di sostegno pubblico e avere contezza della situazione economica generale. 

Col solito intento collaborativo, 

Andrea Maggio


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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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