sabato 5 maggio 2007

COOPERATIVE A CASSINA D/P

COSA DIRE, sul ricorso n. 4195/2004 proposto da Cassina 2000 (Società cooperativa a.r.l.) contro il Comune di Cassina dè Pecchi e il Consorzio Intercomunale Milanese Edilizia Popolare (C.I.M.E.P.) nei confronti di “Orchidea 2” e “Abitare a” per annullamento della determinazione n.375 del 10/05/2004??
Innanzitutto, si deve sapere, che suddetta determinazione permise al Responsabile dei servizi dell’Area Edilizia Sportello Unico Commercio del Comune di Cassina dè Pecchi, di approvare i verbali delle operazioni conseguenti al bando di concorso per l’individuazione degli assegntari di lotti in area P.E.E.P. Con questa determinazione si approvarono il verbale n. 3 del 05/03/2004 e il verbale n.7 del 07/05/2004.
Il ricorso, oltre alla Determinazione (375/2004), chiedeva di annullare ogni atto presupposto, consequenziale e connesso a questa, compresa indi la deliberazione del Consozio Intercomunale Milanese Edilizia Poplare n.105 del 23/11/2004;

Bisognerebbe fare qualche passo indietro, per avere le idee più chiare.
In esecuzione della deliberazione della giunta Comunale n.287 del 03/12/2003 e n. 290 del 09/12/2003 e delle determinazioni del responsabile del Settore Edilizia, a quei tempi, ai sensi dell’art 35 della legge n.865/1971, il Comune di Cassina dè Pecchi indisse una gara per l’individuazione di assegnatari di lotti P.E.E.P.
Il Bando riservava due lotti a cooperative che non avevano mai operato sul territorio, due lotti a cooperative che avevano effettuato un solo intervento e i ultimi due lotti a cooperative che avevano effettuato due o più interventi.

La Cooperativa ricorrente, quale cooperativa esecutrice di un solo intervento presentava per tempo la domanda di partecipazione alla gara, compilando il modulo predisposto dalla stazione appaltante.
Tale stampato comprendeva oltre alla richiesta di partecipazione alla selezione, una serie di dichiarazioni, tra le quali, l’attestazione da parte del legale rappresentante della Società, del “grado di articolazione organizzativa della struttura rappresentativa nazionale, regionale o provinciale cui aderisce la Cooperativa Edilizia o l’impresa di costruzione richiedente”.
L’Art.6 lettera f del bando prevedeva l’attribuzione di uno, due e tre punti, rispettivamente, per l’adesione all’articolazione provinciale, regionale e nazionale.
La ricorrente dichiarò di aderire alla struttura nazionale, allegando per mero scrupolo, e solo per quello, un certificato della Confcooperative Unione Provinciale di Milano, datato il 28/01/2004, attestante l'adesione di detta Cooperativa <<….alla Confcoperative Unione Provinciale di Milano e per essa alla Confederazione Cooperative Italiane, Associazione Nazionale di Categoria legalmente riconosciuta….>>.
Tuttavia, la Commissione di gara, composta da fantasiosi personaggi in cerca di gloria, nel corso della seduta del 05/03/2004, rilevava l’iscrizione della Cooperativa Cassina 2000, al grado di articolazione provinciale.
Ok, da quel momento in poi, un errore tira l'altro. Soprattutto se di errori si è golosi.
Il responsabile dei servizi Area Edilizia, Presidente della Commissione di Gara, con nota 16/03/2004, contestualmente alla richiesta di relazione descrittiva inerente ai materiali ecologici e di chiarimenti in riferimento ad alcuni soci, comunicò all’esponente che <<…dalla documentazione presentata si rileva l’iscrizione al grado di articolazione provinciale rispetto a quanto voi segnalato>>.
In risposta, la Cooperativa istante (Cassina 2000) presentò al Comune un certificato chiarificatore sul grado di iscrizione, rilasciato il 23/03/2004.
Ma chi è goloso di errori, difficilmente ci rinuncia e infatti, nella seduta del 07/05/2004, la Commissione di gara continua ad attribuire alla futura ricorrente un solo punto, in ragione della presunta adesione ad una rappresentanza provinciale, a fronte dei tre punti assegnati alle cooperative “Abitare a” e “Orchidea 2” aderenti ad una rappresentanza nazionale.
Ahi, Ahi, Ahi, ok essere golosoni di errori, ma continuare a sbagliare sulle spalle degli altri non è serio.
Infatti, "Abitare a" e "Orchidea 2" ottenendo 40 punti, si sono classificate prima di cooperativa Cassina 2000, la quale senza i 2 punti in più che meritava e riportando invece solo 38,05, non si collocava in posizione utile ai fini dell’assegnazione delle gare oggetto di gara.
Sulla scorta di questi risultati VERGOGNOSAMENTE SBAGLIATI, la Giunta comunale con deliberazione n.116 del 26/05/2004 proponeva al consorzio C.I.M.E.P. l’assegnazione definitiva, che comprendeva le cooperative “Orchidea 2” e “Abitare a” ed escludeva "Cassina 2000".
Non bisogna essere dei matematici, per capire che se a Cassina 2000 avessero dato subito 3 punti invece che 1, per l'appartenenza al grado di articolazione organizzativa nazionale e non solo provinciale, il suo punteggio non sarebbe stato 38,05 ma 40,05 e Orchidea 2” e “Abitare a” sarebbero rimaste ferme a 40.
Ma i golosoni di errori, che danno l'impressione di conoscere bene la Matematica, non hanno considerato l'orgoglio e la dignità delle persone dai loro errori umiliate.
ECCO QUINDI I RICORSI, ecco che i tempi per assegnare la terra alle cooperative si allunga, ecco che l'Assessore indica i ricorrenti come veri responsabili dei ritardi. Non ha il senso della misura e della vergogna.
La Commissione di amici e amichetti golosona di errori sbaglia, e chi ricorre per veder riconosciuti i propri diritti, per l'Assessore cosa sono? facile, dei sabotatori che ritardano le assegnazioni. Come faccia l'Assessore non si è capito, fatto sta che la predetta deliberazione e le supposte operazioni di gara sono state impugnate per i seguenti motivi:
1) ECCESSO DI POTERE PER TRAVISAMENTO DEL FATTO, CARENZA ED ERRONEITA’ DELL’ISTRUTTORIA.
2) ECCESSO DI POTERE PER VIOLAZIONE DEI PRINCIPIO DEL GIUSTO PROCEDIMENTO IN TEMA DI CHIARIMENTI E INTEGRAZIONE RISPETTO ALLADOCUMENTAZIONE PRESENTATA IN SEDE DI GARA; VIOLAZIONE DELLA LEGGE 241/1990 E DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI GARE PUBBLICHE; ECCESSO DI POTERE PER VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI COLLABORAZIONE TRA PRIVATO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DEL PRINCIPIO DI BUONA FEDE
3)ECCESSO DI POTERE PER VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI PAR CONDICIO DEI CONCORRENTI
4)VIOLAZIONE DELL’ART.3 DELLA LEGGE 241/1990; ECCESSO DI POTERE PER CARENZA DI MOTIVAZIONE , VIOLAZIONE DEI PRINCIPI DI TRASPARENZA E BUON ANDAMENTO


Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia Sezione Terza, ha pronunciato nella sentenza:
<IL RILIEVO E’ FONDATO.
Il Collegio, invero, ad un più meditato esame della questione, ritiene di dover sovvertire l’orientamento manifestato, in sede di sommaria cognizione, con la pronuncia cautelare di cui all’ordinanza n. 2458/2004.
Occorre sul punto rilevare che a fronte della lex di gara, che prevedeva l’autocertificazione del requisito dell’adesione alla struttura rappresentativa nazionale, regionale o provinciale, e non anche la presentazione di documenti probatori, la ricorrente ha dichiarato l’adesione a livello nazionale, ed ha contestualmente presentato attestazione, sottoscritta dalla Confcooperative Unione Provinciale di Milano, secondo cui <<…la cooperativa è aderente alla Confcooperative Unione Provinciale di Milano e per essa alla Confederazione Cooperative Italiane, Associazione Nazionale di Categoria…>>
Orbene, se vi fosse stata incertezza interpretativa della documentazione prodotta da Cassina 2000, il Comune avrebbe dovuto effettuare accertamenti o a chiedere delucidazioni in ordine alla dichiarata alla adesione alla struttura rappresentativa, provinciale (1 punto) o Nazionale (3Punti), al fine di acclarare l’effettiva posizione della società istante.
Ma i golosoni di errori hanno scelto di limitarsi a sostenere, in modo apodittico <<…dalla documentazione presentata si rileva l’iscrizione al grado di articolazione provinciale rispetto a quando da voi segnalato>> ma si trattava di chiarire i dubbi interpretativi scaturenti dall’imprecisa formulazione del documento prodotto, facendo applicazione dell’art. 6, lettera “b”, della legge 241/90 il quale prevede il potere-dovere del responsabile del procedimento di acquisire d’ufficio ogni elemento utile per la decisione finale, introducendo un sistema di relazione tra Pubblica Amministrazione e privato ispirato al principio della collaborazione nella conduzione della fase istruttoria (Cons. Stato,IV,17/12/1998, n.1815; Cons.Stato, V, 11/01/2002, n.133; TAR Piemonte, II, 30/11/2001, n,2248)
L’inosservanza di tale regola ha determinato, nell’operato dell’ENTE, il denunciato vizio di carenza ed erroneità dell’istruttoria, rendendo illegittime le operazioni di gara e la connessa deliberazione della giunta Comunale nonché, in via derivata, la conclusiva deliberazione del C.I.M.E.P., impugnata con atto di motivi aggiunti.
Per tutte queste considerazioni, fatte dal Tribunale Amministrativo Regionale, il ricorso è stato accolto. Proprio così, accolto con assorbimento delle motivazioni non esaminate.
Per effetto di ciò, Cassina 2000 ha ottenuto 3 punti anchicchè 1, e da 38,05 è passata a 40,05 catapultandosi prima nelle graduatoria.
Tutto questo per dire cosa?...innanzitutto che i golosoni di errori a Cassina dè Pecchi non dovrebbero mettere più piede, poi che sbagliare è umano ma perseverare ha del diabolico.
Onore alla caparbietà giudiziaria ha chi ha creduto in una battaglia, lunga, ma che ha salvato la dignità difronte a persone incapaci di garantire perfetti funzionamenti della macchina pubblica.

POLITICHE GIOVANILI

...sarà che le politiche per i giovani sono purtroppo ancorate a vecchie e illusorie logiche, forme di protezione o di sussidio, che forse hanno rappresentato per qualcuno un implicito invito alla passivita.
Forse.
Ma orientare le iniziative in maniera tale da sollecitare la responsabilità dei giovani attraverso l'offerta di molte opportunità.
Innanzitutto contrastare l'abbandono scolastico attraverso una pluralita' di possibilita' e facilitare il rapporto con il mercato del lavoro.

NO ALLA COMMISSIONE

Non sarei mai stato favorevole ad una Commissione "azzeccagarbugli".
Non era mistero la mia contrarietà in merito all'istituzione di una Commissione, con il dichiarato obiettivo di fare chiarezza rispetto ad una vergognosa vicenda tutta Cassinese, ma che nel concreto poteva aprire scenari diversi. E nascondere, intenzioni "maligne".
Ovviamente, non era la chiarezza a farmi paura. Ma una chiarezza "sommaria", utile ad azzerare lo stato delle cose. Annullare il bando. Cominciare da capo.
La questione Cooperative a Cassina era diventata COMUNQUE SAREBBERO ANDATE LE COSE una delle pagine più buie della Storia del Paese.
COMUNQUE SAREBBERO ANDATE, perché come ho già ebbi modo di scrivere attraverso una lettera al Sindaco (la quale è stata peraltro letta e commentata da più parti), l’atteggiamento politico di questa e la scorsa Amministrazione ha ha compromesso la permanenza in Paeseper di molte persone .
Per lo più giovani esiliati, costretti a cercare casa altrove.
da solo sono riuscito a redigere una lista di 81 Giovani, appena trasferiti o prossimi alla partenza. Oggi sarebbero molti di più.
Tutto questo per dire che il dramma non solo esisteva, ma esiste ancora oggi ed è di proporzioni inquietanti. Mentre noi perdevamo tempo a chiaccherare su Commissioni inutili, per altri ragazzi si avvicinava il momento di abbandonare il paese. Fare fagotto e partire a causa dei troppi egoismi.
L’istituzione di una Commissione (SOPRATTUTTO SE CONSILIARE E NON COMUNALE) che analizzasse e valutasse le attività svolte, correttezze formali e sostanziali sarebbe stata si legittimata ai Sensi dell’Art. 26 comma 7 dello Statuto Comunale ma il timore di perdere di vista le reali priorità per una buona Amministrazione e per molti Cittadini da essa Amministrati, era troppo forte.
Una Commissione Consiliare, composta quindi internamente al Consiglio Comunale, non avrebbe avutio competenze adeguate per sbrogliare questa complicata matassa.
Se qualcuno lo avesse ritenuto opportuno avrebbe potuto promuovere iniziative giudiziarie in sede penale. Ma questo solo in un secondo tempo.
Non volevo con quel voto, dimenticare che il vero interesse di un consiglio comunale responsabile non era quello di puntare il dito su chi aveva commesso errori, ma piuttosto di accellerare e aiutare chi ha ragione in questa vicenda, applicando le Delibere in essere, e le successive sentenze del T.A.R.
Quindi non ritenendo opportuno regalare a questa Amministrazione ulteriori elementi, utili a giustificare vergognosi ritardi, ho preferito Astenermi dal vatare questa mozione. Pur sapendo che la mia astensione equivaleva la bocciatura.

IL PIU' GRANDE NEMICO DELLA LIBERTA' INDIVIDUALE E' L'INDIVIDUALISMO STESSO.

Sono anche io convinto, come Bagnasco, che nel momento in cui si perde la concezione corretta autotrascendente della persona umana non vi è più un criterio di giudizio per valutare il bene e il male e quando viene a cadere un criterio oggettivo per individuare il vero e il falso, l’unico criterio o il criterio dominante è PURTROPPO il criterio dell’opinione generale.
E come negare che al quel punto diviene arduo dire dei no...!?
Oggi, andare contro il senso comune della maggioranza, dicendo dei no ai Dico significa scontrarsi con l’opinione illuminata e democratica.
Significa avere il coraggio della coerenza, che in molti tacceranno di essere contraria ai sacrosanti diritti dell'uomo, dei buoni sentimenti e della libertà degli individui
Un Domani però, questa stessa inclinazione "illuminata" potrebbe prodursi per altri diritti che (sempre grazie a Dio) ancora oggi ci appaiono delle bestemmie.
Se viene a cadere il criterio antropologico dell’etica che riguarda la persona, che è anzitutto un dato di natura e non di cultura, dire dei “no”diventa veramente complicato.
Può essere l’opinione comune, predominante, a stabilire qual è il limite non valicabile, oltre il quale la natura umana può torcersi e sacrificarsi irreparabilmente alla libertà dei singoli individui ?
NO. NO.

SI AL FAMILY DAY

Tutto è cominciò con la scorta assegnata a Monsignor Bagnasco, nuovo presidente della CEI, il 2 aprile dopo le sue dichiarazioni contro i Dico e dopo che a Genova erano comparse alcune scritte "Bagnasco, vergogna". In un mese si è assistito all’intollerabile escalation di scritte sempre più pesanti, talvolta firmate con la stella delle Brigate Rosse. Non è mancata neppure la busta contenente un proiettile, recapitata a Bagnasco, in pieno stile di avvertimento mafioso.
Per chi è contrario alle prese di posizione della Chiesa e dei Vescovi Italiani esistono metodi civili e democratici per esprimere il proprio dissenso.
Ma c'è un clima intollerante, con il preoccupante obiettivo di indebolire una cultura consolidata, tradizionale, di Famiglia.
Due casi concreti su tutti:
una coppia di fratelli di Lipsia che convivono e hanno avuto figli e il partito olandese dei pedofili che vuole legalizzare il rapporto sessuale tra adulti e minori. GRAZIE A DIO questo ci scandalizza ancora. Ma fino a quando?
Oggi l’incesto e la pedofilia sono ancora avvertiti dalla pubblica opinione come riprovevoli, ma è solo il sentimento della maggioranza e come tale può evolvere e cambiare. Il vero rischio è che un giorno potremmo non scandalizzarci più e a non riuscire a dir NO convinto alla coppia di Lipsia o ai pedofili olandesi.
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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

Chiunque è benvenuto e invitato ad esprimere opinioni...nel rispetto di chi scrive e di chi legge

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