martedì 14 novembre 2023

POZZO D'ADDA, HANNO UMILIATO IL RUOLO E DEVASTATO LA CREDIBILITA' DI UNA NOBILE FUNZIONE

Come promesso nel post di ieri, oggi entrerò nel merito di un episodio emblematico, che merita alcune considerazioni.

Lo devo alla PA che amo profondamente.

Alla fine, ieri notte, non sono riuscito ad andare a letto prima delle 02:43, perché quanto accaduto nel corso della discussione dell'importante punto inserito all’OdG dello scorso consiglio comunale (“Approvazione Piano Diritto allo Studio”) ha rappresentato una pessima pagina amministrativa, che mi ha lasciato un vuoto dentro che non ricordavo.


Un  momento che deve far riflettere tutti quelli - Amministratori e non - che credono nell’esercizio di una funzione di rappresentanza.


Un nobile servizio rivolto al paese che passa da un impegno vero, che non può essere umiliato da sciattonerie e cialtronagini diffuse, potenzialmente capaci di delegittimare un sistema democratico. 


Nel corso di questi due decenni consiliari ho incrociato (e talvolta scontrato nel merito non condivise) amministratori veri, mossi nel solco di una cultura amministrativa, a cui ho sempre riconosciuto la capacità politica di elaborare un vero Piano Diritto allo Studio partecipato.

Al di là del colore politico del singolo rappresentante, ho rilevato sempre l'impegno a presentare un documento sempre più arricchito, come passaggio terminale di una tessitura sociale, "filiera di collaboratori" con competenze e vitalità.


Poi, assisto incredulo all'ultima seduta di CC tenutosi a Pozzo (il 02/11) e resto pietrificato dinnanzi all'ennesimo dramma consumatosi in meno di 3 minuti.


Il momento più importante per l'assessore alla partita, diventa improvvisamente l'ulteriore conferma di una  profonda difficoltà vissuta da una classe Amministrativa spaesata.

Non conosco l’assessore alla Pubblica Istruzione di Pozzo, sono pronto a riconoscere l'indubbia onestà intellettuale mostrata nei 3 minuti scarsi di intervento consiliare, ma dubito che abbia percepito l'importanza del ruolo rivestito.

Avrebbe rassegnato le dimissioni, con le naturali scuse al paese: questa è la politica.

Troppo distaccata, sbrigativa, remissive.

L'incomprensibile superficialità rispetto al momento, lascia intendere quanto fosse distante dal all'importanza di quanto stava dichiarando all'Aula e quindi al paese.


“Questo non è il Piano Diritto allo Studio che avrei voluto presentare in Consiglio, non siamo a conoscenza dei dati” esordisce con una legggerezza inconsapevole.

 

In soli 3 minuti di relazione – scialba, asciutta, senza dati numerici, anima e passione – l’Assessore è riuscita a confermare le note preoccupazioni paventate in questi mesi.


Esiste un'inadeguatezza di fondo, difficile da superare a breve.

 

Lascia senza parole la superficialità, con cui ha ammesso, che quel foglietto exel presentato ai consiglieri comunali “…è purtroppo meramente una scheda finanziaria con elencati i progetti passati dalla scuola (…) mi impegno al prossimo consiglio di fare avere comunicazione descrittiva di quelli che sono i dati (…) c’è stato chiesto dalla scuola di approvare questa proposta e

mi sono sentita di mandare avanti questa richiesta”.


Pochi minuti e viene certificato un flop clamoroso e l'assessore - consapevole del disastro ma della gravità del momento - si rifugia nel distacco, attribuendo ad altri le responsabilità, parlando come se il provvedimento incompleto fosse arrivato in aula in forza di obbligo di legge e non per scelta (del Sindaco!?!?!).


In politica i fallimenti chiamano le famose "prese d'atto", dimissioni per aver messo in serio dubbio le qualità dell'amministrazione, aver messo a rischio la credibilità di un esecutivo, l’utilità di un ruolo assessorile e quindi la ragione stessa dell'esistenza di un  delegato del Sindaco.


A meno che - credo - l'assessore in difficoltà abbia semplicemente eseguito la volontà del Sindaco-Capo supremo.



Per capire la gravità di quanto sia successo, di quanto danno sia stato causato alla credibilità delle istituzioni locali e di quanto siano state improvvide e fuori luogo alcune attribuzioni di responsabilità da parte dell'assessore (a Scuola e Uffici) vi invito a continuare la lunga lettura e a seguire il ragionamento.


La trattazione del Piano Diritto allo Studio è importantissimo, la sua approvazione si ripete ogni anno perché il documento programmatico rappresenta il momento più alto, culmine di una progettualità condivisa.


E' un documento fondamentale per la progettazione e l’attivazione dei servizi necessari e connessi all’attività didattica, per l’erogazione e la distribuzione delle risorse da destinare alle scuole del territorio, nelle loro diverse declinazioni, nonché per la costruzione di obiettivi e di attività condivise tra amministrazione e istituzione scolastica, a potenziamento e valorizzazione dell’offerta formativa.

 

I progetti sono da “costruire” insieme, con i tanti attori che l'assessore dovrebbe coinvolgere, un  percorso per coadiuvare la predisposizione di un'offerta coerente ai valori condivisi fra istituzioni.


Il solo pensiero di poter ridurre il Piano ad un semplice Bancomat è altamente offensivo, come lo è stata la richiesta di votare favorevole, ad un foglietto di carta con una tabella exel.


Ma la dignità di un ruolo consiliare passa attraverso il desiderio di onorare tutti i giorni l'esercizio di una funzione, che non può ridursi ad “alzo la mano a favore perché me lo ha detto il Sindaco".


Dietro al voto esiste uno studio, l'approfondimen to che quel foglietto exel non poteva dare.


Il consiglio comunale di Pozzo non ha molto da raccontare, l'ho sempre detto, la ritengo una sorta di riunione al bar fra vecchi amici che si raccontano sempre le solite storielle.


Ogni 5 anni cambiando posto, mantenendo il copione.


Non ho visto il desiderio di migliorare un prodotto e con attenzione alla spesa insieme al tentativo di ampliare l’offerta formativa complementare.


L’implementazione della qualità dell’istruzione per i cittadini in età scolare è un compito relegato anche a questo documento e - davvero - non capirò mai cosa possa voler dire votare favorevole ad un foglietto di carta privo di una minima progettualità.


Quindi, con la stessa onestà intellettuale mostrata in aula (nel riconoscere un fallimento), l'assessore si assuma la responsabilità politica della grave sciattoneria a cui abbiamo assistito.


L'essersi impegnata a comunicare in futuro quanto avrebbe dovuto fare il 02 novembre non basta a sgombrare dal campo l'idea  che il ruolo - così come vissuto e interpretato - è inutile.


Se anche documenti così incompleti devono essere votati perchè lo vuole il Sindaco capo supremo, lasciamo che l'organismo monocratico sia scelto dal Prefetto (commissario).



Un consiglio comunale, che non può esercitare un’attività di controllo amministrativo ed esercitare il diritto costituzionale di votare IL MERITO DI UNA PROPOSTA , è un organismo esautorato. 


Il paese è stato costretto a sentire qualcosa come “hanno chiesto i soldi, ho deciso di darglieli, la prossima volta vi spiego tutto. Ciao”.


Imbarazzante 



Chiudo il post con un bel ricordo: ho visto amore e passione correre insieme, i miei colleghi assessori (spesso avversari) immersi in un lavoro che impegnava per mesi e presentare emozionati un Piano da 24 pagine di progetti.


Altro che pressapochismo e scarabocchi su carta del pane !!!!) 

 

Forse ne parleremo ancora, perché questa volta è successo qualcosa di molto grave e irrispettoso e sono davvero avvilito.


ps - Un Sindaco che afferma "avrei potuto anche non portare in discussione consiliare il Piano Diritto allo Studio perchè non è più obbligatorio ..." non ha neanche capito che INFATTI non lo ha portato in discussione consiliare ma solamente chiesto di alzarte la mano. 

il Capo supremo è distratto



_AM_

lunedì 13 novembre 2023

AMMINISTRARE. DAVVERO.

Ho più di una volta esternato considerazioni generali sui lavori consiliari di Pozzo d’Adda (“sembra una riunione al bar, fra amici di vecchia data”) arrivando provocatoriamente ad avanzare una proposta: meglio affidarsi ad un Commissario Prefettizio per eludere il sottile filo rosso che lega tutte le legislature e le rende l’una simile all’altra senza soluzione di continuità.


I gravi problemi gestionali di Pozzo si sommano – inevitabilmente – alla crescente difficoltà vissuta da quasi la totalità delle pubbliche amministrazioni dei piccoli Comuni, che stentano a rigenerarsi – a causa del crescente disinteresse verso la “pratica pubblica” – e riuscire a formare nuove risorse (talenti) per ottenere altre performance.

Un problema grave a cui le piccole realtà devono far fronte e nonostante Pozzoavendo raddoppiato il numero di residenti non sia più considerabile una piccola realtà, continua con una gestione pubblica superficiale, elementare

Questi Comuni (piccoli e devo includere Pozzo solo perché più del 50% degli aventi diritto non ha votato dimostrando una lenta coscienza collettiva e comunitaria) devono superare alcune divisioni artificiose e personalismi vari di contrasto, favorendo una razionalizzazione massima nella competizione elettorale.

Aver avuto 3 liste che si confrontavano nell’ultima tornata amministrativa ha  disgregato elettorato già frastornato e – grazie al sistema elettorale “maggioritario” – ha reso possibile la vittoria di una lista poco rappresentativa.

E basti pensare che nessuno della lista del Sindaco ha ottenuto i voti di preferenza che ho ricevuto io, autentico sconosciuto in paese e –facilmente assai indigesto a tutti quelli che amano il silenzio delle coscienze e ci sguazzano da sempre)

Le due liste di minoranza – insieme – rappresentano la stragrande maggioranza degli elettori del Comune e l’essersi presentati alle urne “divisi” non è stato solo un grave errore strategico, ma ha regalato al paese un’Amministrazione poco rappresentativa, senza le adeguata cultura amministrative e senza passione.


Ad ogni modo, oggi avrei voluto commentare quanto accaduto nel corso della discussione di un importante punto inserito all’OdG dello scorso consiglio comunale.

Posticipo il ragionamento su una pessima pagina amministrativa, l’ulteriore conferma della profonda difficoltà di una classe Amministrativa, che non ha mai brillato negli ultimi anni ma oggi sembra non aver compreso il senso di un ruolo.


Domani – appena trovo qualche minuto – entrerò nel merito di un episodio emblematico, su cui non posso tacere e lo devo alla PA che amo profondamente

Buona notte

 

_AM_


lunedì 6 novembre 2023

IMPIANTO BIO METANO FRA GORGONZOLA e MELZO






I sindaci di Melzo e Gorgonzola si sono dichiarati contrari alla realizzazione di un impianto di biometano all’interno del Parco Sud.

Chi per opportunità politica, chi senza crederci davvero, sempre meglio dei Sindaci 

che preferiscono tacere.


Ovviamente Cassina non fa testo, il silenzio non stupisce, non credo abbiano compreso la questione, cosa sta succedendo poco distante dai nostri confini.


Invece risulta assai importante spiegare il silenzio degli ambientalisti (“a corrente alternata”) che amano custodire il territorio solo se le scelte urbanistiche discutibili non portano la firma di “amici” politici.


L’ho sempre detto: avrei voluto vedere custodire il territorio comunale quando fu aggredito dai “sinistri” con un PRG da 37 ambiti di trasformazione. 

Avrei voluto vedere custodire il Parco Sud quando i “sinistri” approvarono un PII dentro lo stesso Parco Sud (mi riferisco all'operazione immobiliare in Via Trieste).

Avrei voluto vedere custodire il paesaggio quando il PD votò per lo stralcio di 100 mq di Parco Sud a Vignate.


No, nessuno disse nulla, anzi votarono a favore.


Io che sono l’ultimo arrivato, vorrei  tanto capire perché una sfera di influenza politica subisca puntualmente il fascino di alcuni proponenti influenti (A2A oggi ma non è la sola società ad aver bucato il territorio).


E la storia del BioMas voluto dai “sinistri” a Masate ha fatto scuola: racconta molto più di quanto io posso scrivere.


Nel silenzio dei Sindaci “sinistri” confinanti, che non trovarono il tempo di strutturare osservazioni alle previsioni urbanistiche scellerate lungo i confini comunali. 


Ora ci risiamo, la previsione sul terreno (di proprietà privata) è un impianto dalle dimensioni impressionanti.


Oggi vorrei vedere tutti gli ambientalisti a corrente alternata battagliare per stroncare sul nascere quella che dovrebbe rimanere una provocazione.


È il momento che una politica di ambito si riconosca nella salvaguardia di un territorio, salvaguardando tre ettari di terreno per qualcosa come 32 "campane" (sono le strutture per le lavorazioni del biogas). 


Non sono contrario a questi  impianti, utili per riconvertire l’energia, ma non è il cuore della Martesana il contesto migliore per ospitarli.


Una vera Politica d’ambito per farsi sentire in Regione (e in Città Metropolitana).


Il nostro territorio ha già pagato.

Lascia senza parole l’ambiguità di Legambiente, che - da ciò che si apprende dalla carta stampata: “…ancora non è chiaro se si dichiari favorevole oppure no alla costruzione”.

Spero che Coldiretti si faccia sentire, associandosi a una battaglia, che prenderà forma per opporsi.


A quel punto anche le “sinistre” ambiguità dovranno farsene una ragione.

mercoledì 1 novembre 2023

POZZO, PROGETTO POLIS PER UFFICIO POSTALE

Con Delibera di Giunta Comunale n. 99 del 22.07.2022 fu approvato un accordo con Poste Italiane per lo spostamento dell’Ufficio postale di Pozzo D’AddA.

Non conosco bene la storia, ma da quanto ho appreso dall’assessore competente è parsa assolutamente vantaggiosa la scelta di abbandonare il vecchio stabile.

È stato riferito che il Comune di Pozzo - in tutti questi anni - ha versato una quota di affitto, al fine di garantire la permanenza in paese di un importante servizio.

Onestamente, sulla scelta di compartecipare al pagamento dell’affitto di una società che produce utili nutro parecchi dubbi.

La scelta politica (assunta in passato) di compartecipare alla spesa - mediante  utilizzo di soldi pubblici - è un fatto che in un contesto politico normale avrebbe richiesto maggiori approfondimenti della Corte dei Conti.

Ma Pozzo è un paese in TILT da molti anni, non esiste attività di controllo, sono due anni che invoco come unica soluzione l’arrivo del Commissario prefettizio.

Il Consiglio comunale - una sorta di riunione da BAR DELLO SPORT dove “…io ero consigliere, tu sindaco, tu fratello del cognato di mio zio, che quando governava lui, tu eri assessore mentre prima eri sindaco” - è impossibilitato ad aprire qualsiasi argomento al grido di “volemose bene”.

Basti pensare che il Sindaco - uno di quei grillini che aveva lasciato sognare il paese quando seduto in minoranza era sembrato fuori dallo “schema impacchettato” - appena insediato ha nominato a capo della struttura burocratica un assessore che aveva contestato fino al giorno prima.

La dinamica amministrativa locale è un costante corto circuito, un PAPOCCHIO che non consente nessuna analisi su quanto accaduto in questi anni, sui troppi errori, su di un paese che ha raddoppiato il numero dei residenti senza offrire nulla al paese in termini di servizi.

Tornando alla gentile concessione di soldi pubblici per contribuire al pagamento dell’affitto di una struttura privata da parte di una società che non ha il monopolio dei servizi postali. 

Mi vien difficile pensare che sia legittimo tutto questo, ad ogni modo preferirei che i miei soldi fossero spesi per garantire la concorrenza, non per alterarne i presupposti.

Quindi, l'Amministrazione Comunale di Pozzo d’Adda - nel più classico intento di tacere sul passato (un grande classico dell’ex grillino diventato sindaco di una rivoluzione fittizia) ha confermato l’intenzione di realizzare un nuovo Ufficio Postale in alternativa e in sostituzione di quello attuale di Via Roma, 17.

Il primo febbraio 2023 si approvava il progetto definitivo/esecutivo per la “Realizzazione del nuovo ufficio postale di Pozzo d’Adda “ e il 13.02.2023 viene affidato l’appalto a una ditta di Pioltello.

Durante lo svolgimento dei lavori, l’amministrazione ha deciso di aderire al Progetto Polis con Poste Italiane, il quale ha comportato una serie di nuove lavorazioni “…non contemplate nel progetto originario”.

Ulteriori € 40.000,00€ (sconto del 2%).

Non conosco le lavorazioni specifiche aggiuntive, ma il Progetto Polis è sottoposto ai Comuni da Poste Italiane come partecipazione al Piano Complementare al PNRR promosso dal Governo.

L’obiettivo del Progetto Polis è favorire la coesione economica, sociale e territoriale del Paese e il superamento del digital divide nei piccoli centri e nelle aree interne e prevede due principali linee di intervento: "Sportello Unico" e "Spazi per l'Italia".

POLIS punta a trasformare gli Uffici Postali nella casa dei servizi digitali, uno Sportello Unico per rendere semplice e veloce l'accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione in 7mila comuni al di sotto dei 15mila abitanti.

Oltre ai certificati previdenziali e ai certificati giudiziari, se tutto andrà come da programma (finanziato con fondi PNRR) sarà possibile ottenere certificati anagrafici e di stato civile, la carta d’identità elettronica, il passaporto, il codice fiscale per i neonati e numerosi altri servizi che si aggiungono a quelli postali, finanziari, logistici, assicurativi.
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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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