mercoledì 28 marzo 2018

SOFFRIRE DI "CHIARELLITE" ACUTA


Nei giorni in cui imperversavano le litigate in maggioranza, ricordo una dichiarazione pubblica dell’assessore Chiarella (“Le Amministrazioni parlano con gli Atti pubblici”) e devo dire – che a differenza delle innumerevoli farfallonate di Tommy l’inarrestabile –  trovò il mio apprezzamento.


Ma purtroppo, il catastrofico assessore “parla bene ma razzola male” anzi malissimo.

Ma andiamo con ordine.

Come noto, ieri sera – martedì 27 marzo – si è svolta la seduta sul Bilancio Partecipato.

L’Amministrazione ha convocato almeno 10 associazioni locali e tutti i Cittadini, per parlare di Bilancio e cominciare a decidere dove destinare la quota assegnata (20.000 €) del Bilancio Comunale (13 Milioni) per la realizzazione di “…interventi concreti per la comunità”.

Un evento 

Diciamo che con un Bilancio comunale che si aggira (a seconda dell’annualità) sempre sopra i 12 milioni di euro, assegnarne al Bilancio Partecipato solo 20.000 euro è davvero triste, visti i volantini e manifesti che hanno fatto stampare per promuovere l’iniziativa.

Ad ogni modo, non è sulla forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica di Cassina che si può discutere, anzi il Bilancio partecipato è un’iniziativa che definisco “simpatica” (utili sono altre cose) che sta vedendo una rapida diffusione, con i Comuni che assegnano una quota di bilancio dell’Ente alla gestione diretta dei cittadini.

E’ un aspetto “simpatico”, perché i Cittadini vengono così messi nelle condizioni di toccare con mano alcuni temi Amministrativi, comprenderne la difficoltà e avvicinarsi – interagendo e dialogando – con le scelte delle Amministrazioni.

Detto questo, per favorire il reale contributo dei cittadini, senza limitarne la concreta incisività, bisogna anche NON PRENDERE PER I FONDELLI NESSUNO evitando che la “quota assegnata” del Bilancio dell’Ente sia qualcosa di più delle 4 noccioline (20.000 €)

Uno stanziamento addirittura inferiore ai soldi risparmiati dal Comune, grazie all’impegno di alcuni genitori che hanno – su base volontaria – dipinto le aule dei figli inseriti nelle strutture SCOLASTICHE del territorio.

Non sono convinto che sia giusto sostituirsi ai doveri che gravano sul Comune (dipingere le aule delle proprie strutture, mantenendone decoro e sottraendole al degrado) questo per non DERESPONSABILIZZARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RISPETTO AI DOVERI.

Chi paga le tasse ha il DIRITTO di sapere che il figlio passi le giornate in una scuola in condizioni decorose e – qualche anno fa – da assessore ho sempre pensato fosse giusto anticipare il problema, mandando l’impresa prima che i genitori manifestassero insoddisfazione e intervenissero loro per disperazione.

Torniamo all’assessore Chiarella, perché – credetemi – è il maggior mistero che esista in Comune.

“Tommy dai mille disastri” pubblicamente sostiene che il costo complessivo del progetto <<…sarà pari a 27.686 € di cui 20.000 € messi a disposizione dei Cittadini …>> poi vai a leggere la determina n 1034 del 28 dicembre 2017 e trovi il pagamento di un importo totale di 17.683 €.

Io non sono laureato ma due/tre nozioni matematiche le ho capite: se il costo del progetto è 27.686 € di cui 20.000 € sono a disposizione dei Cittadini, il costo della consulenza “di chi lavora senza lucrare” (La Coop sei tu!) è 7.686 €.

E’ lecito chiedersi, del perché di quest’onere economico a cui il REPONSABILE DELL’AREA SERVIZI GIOVANI, PARTECIPAZIONE E MUSEO MAIO trova copertura in det 1034 nei cap 3109/2017 e cap 3112/2017.

Peraltro assegnando ad essi relativi impegni di spesa 1051 e 1052 – compatibili con i vincoli di finanza pubblica – avente scadenza pagamento 31/01/2018.

Quindi, visto che le Amministrazioni “parlano con Atti pubblici” devo immaginare che questa cooperativa oltre a “lavorare senza scopo di lucro” ma per il bene dei cassinesi, ad oggi ha in tasca dei soldi senza aver completato il costoso servizio.

Interessante.

I due impegni di spesa sono entrambi assunti a carico del Bilancio anno 2017 – ma l’assessore non è informato nemmeno di questo – e intestati ad un unico creditore ABCITTA’ COOPERATIVA SOCIALE R.L. ONLUS, fortunato operatore che periodicamente viene individuato con le medesime procedure semplificate di legge (la Cooperativa Sociale che lavora per voi, ha già lavorato per il nostro Comune – det n. 264 del 22 aprile 2017).

L'Amministrazione parla con Atti pubblici e dagli Uffici ci fanno sapere che "...quanto offerto risponde all’interesse pubblico che il Comune deve soddisfare (….) e il prezzo che si ritiene congruo in rapporto alla qualità delle prestazione".

Fortunelle queste coop Onlus, per decidere a chi e a cosa destinare 20.000 € del Bilancio Comunale, se ne prendono (ovviamente senza lucrare: e d'altronde le ONLUS sono associazione non lucrative) solamente 17.686 € per il servizio di "facilitazione sperimentale del Bilancio Partecipato".

Cioè, per decidere insieme ai Cittadini cosa fare con 20.000 € (di un bilancio di 13 milioni di euro) devo spenderne 17.686 €...? un professionista del “gioco delle tre carte come lui” come “Tommy il Fantasista” non avrà una sola risposta, ma 5/6 preconfezionate, pronte all’uso.

Allora diciamo che se avessero fatto un progetto incentivante per i dipendenti Comunali, quindi coinvolgendo l'Ente senza affidare a Onlus (che non lucrano, ci mancherebbe!!!) avremmo risparmiato tutti questi soldi. 

Visto che per allocare miseri 20.000 euro, in un paese come Cassina, non servono sceneggiate per fingere il coinvolgimento rispetto ad un Bilancio di 13 milioni di euro.

Meglio risparmiare qualche migliaio di euro (anche togliendo il sorriso stampato della Coop) e tappato le buche in paese, comprato cestini e sistemato qualche marciapiede.

Accendere mutui per più di 1 milione di euro senza dirvi nulla e chiamarvi a raccolta per decidere insieme come spendere 20.000 euro è un'autorevole CHIARELLATA

Abbiate pazienza. Manca un anno e poi è tutto finito.

ANDREA MAGGIO

















martedì 27 marzo 2018

A QUALCUNO SPETTA IL COMPITO DI RACCONTARVI LA VERITA' SUL BILANCIO PARTECIPATO


BILANCIO PARTECIPATO è fra le più grosse operazioni di Marketing, messe in piedi dall'apparato che lavora per riconquistare il consenso fra i Cittadini, associazioni, genitori.

Lo si capisce dall'intensità comunicativa con la quale viene promosso l'evento di questa sera.

Anche la scuola, come sempre quando riguardano operazioni di marketing amministrativo, interviene con la mail list.

Stasera, martedì 27 marzo, in aula consiliare sono convocati tutti i Cittadini a discutere, su come spendere 20.000 € del Bilancio Comunale.

Spetta ancora allo scrivente farvi sapere qualcosa che nessuno vi ha ancora detto.

Per decidere a chi e a cosa destinare 20.000 € del Bilancio Comunale - dobbiamo darne 17.686 € ad una Cooperativa Sociale (determina n 1034 del 28 dicembre 2017) per il servizio di "facilitazione sperimentale del Bilancio Partecipato".

P.s. - Prima ancora di sapere a cosa saranno destinati i 20.000 € di un bilancio di quasi 13 milioni di Euro, abbiamo una certezza: 17.686 € sono al sicuro nelle tasche della solita Cooperativa Sociale. 

Un domani se trovo il tempo, vi parlo anche della scelta "poco partecipata" del Contraente.
La Cooperativa Sociale scelta ha già lavorato per il Comune di Cassina d/P (det n. 264 del 22 aprile 2017) e le determine non riportano nemmeno quali fossero i concorrenti

Il Capoarea - ingaggiato dal Sindaco con incarico fiduciario - ci fa sapere che "...quanto offerto risponde all’interesse pubblico che il Comune deve soddisfare, come emerge da quanto sopra indicato, sia con riferimento alle caratteristiche e condizioni dell’affidamento sia con riferimento al prezzo che si ritiene congruo in rapporto alla qualità delle prestazione".

Per decidere insieme ai Cittadini cosa fare con 20.000 € (di un bilancio di 13 milioni di euro) devo spenderne 17.686 €?

Ma è questo il modo di utilizzare le risorse pubbliche?

LASCIO AD OGNUNO DI VOI, LE DOVUTE RIFLESSIONI


Andrea Maggio 





















sabato 24 marzo 2018

@MAGGIOrMENTE N 5 - UN CENTRO - purtroppo - EVAPORATO

(il presente post era già pronto da 10 giorni)
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Questa volta è davvero grave.

Il centro politico – luogo politico al quale ho sempre fatto riferimento – è praticamente evaporato.

Un tempo nobile espressione del ceto moderato dal quale è stato governato il Paese dal Dopoguerra alla Prima Repubblica, che con tutti i difetti e le imperfezioni appesantite dal sistema, in passato riuscì a dare all’Italia una classe politica di altro spessore rispetto all’attuale.

Insieme a Noi con l’Italia, Civica popolare della Lorenzin, Popolo della Famiglia hanno racimolato 800.000 voti, non esattamente ciò che si aspettavano in molti.

La classe dirigente - di partiti politici che a quest’area si richiamano - ha sostanzialmente fallito.

Noi con l’Italia invece di “…superare agevolmente la soglia del 3%” ha ottenuto 1,26%.

I progetti che nascono per saziare gli appetiti dei 6-7 leader non funzionano, durano una manciata di giorni, spariscono come sono comparsi.

Ma fin quando a sparire sono questi “contenitori senz’anima” – si ostinano a volerli chiamare Partito (da prefisso telefonico) – non credo siano in molti a disperarsi, piuttosto preoccupa l’ulteriore passo verso la scomparsa di un luogo politico “IL CENTRO”.

Un luogo che ha comunque avuto un seguito ventennale, sopravvivendo anche dopo “la discesa in campo” di Berlusconi. 

Una presenza quest’ultima davvero forte e incombente, che senz’altro aveva ridimensionato il ruolo degli eredi della Democrazia cristiana ma senza riuscire ad annichilirli seppur la logica bipolare ha (spesso) visto i "moderati" vagare, nell’attesa del Messia che potesse far resuscitare un soggetto politico forte di centro.

Soprattutto, vagare in attesa che cambiassero le condizioni politiche (ritorno al proporzionale) per costruire il Partito popolare Europeo, sezione Italia.

Divisi in schieramenti opposti, ma mai scomparsi e questo nonostante la tremenda  diaspora post-Tangentopoli.

Sono discretamente giovane, ma ho assistito in questi 20 anni, alla nascita di un numero imprecisato di soggetti politici, che puntualmente si richiamavano ai valori e tradizioni democratico-cristiane. 

Tendenzialmente ho sempre seguito “lo scudo crociato” come fosse una stella cometa (giovanissimo partecipai al Primo Congresso UDC) e puntualmente ho dovuto ingoiare “unioni, fusioni, federazioni, gemellaggi, apparentamenti ecc…”.

Ora ci siamo, con le elezioni politiche del 2018 credo che lo Scudo Crociato debba esser tolto di mano agli autori di questo fallimento (che peraltro sono talmente pochi da dover aderire al gruppo parlamentare di Forza Italia) piuttosto vada consegnato agli archivi della storia. 
La classe dirigente non era degna di rispolverare lo scudo crociato, un simbolo che non meritava l’umiliazione ricevuta con quell’1,26%.

Il minore richiamo elettorale – in una competizione che ha visto esordire tra i votanti i ragazzi nati nel 2000 – è probabile, ma i valori che trasmette quello scudo crociato sono tutto sommato ancora attuali.

Solo che per aver un soggetto del 6,9 % (2002) bisogna avere la necessaria energia per trasmetterli.

Non bisogna pensare solo alle poltrone dei capi con nepotismo annesso e connesso.


Basti pensare, che quand’ero capogruppo UDC in consiglio Comunale, a Cassina lo scudo crociato (allora UDC) ottenne quasi 700 voti.
Esattamente 10 volte i voti presi il 04 marzo scorso: 70 voti quasi tutti di altre realtà aggregatesi al progetto (per divenire NOI CON ITALIA)

Impietoso: 1,3% alla Camera, 1,2 al Senato.
La desertificazione dell’area centrista ha diverse ragioni, la qualità dei candidati, l'incapacità di tematizzare e attualizzare la proposta politica, ma soprattutto questo continuo “via e vai” che ha sdegnato, anche chi come me ha la crosta.

Ad esempio, io sono stato all’interno dell’UDC fino a quando (ho appreso dal TG) ho appreso che il mio nuovo partito si sarebbe chiamato NOI per L’ITALIA e i leader erano diventati – improvvisamente – ex ministri di Renzi (Lupi).

Non mi sogno competere con questi mostri sacri del consenso personale, ma con la mia faccia non consento a nessuno di giocare e ho preferito abbandonare la politica extracomunale

Il progetto era utile per conquistare la poltrona di pochi (ancora meno, per il mancato raggiungimento del quorum) candidati nell'uninominale.

Le aggregazioni fritto misto non servono a guadagnare voti rispetto la sommatoria dei singoli soggetti associati,  perché in politica 1+1 non fa 2, ma sempre meno.

Hanno devastato un bellissimo luogo politico – il centro – facendo perdere la necessaria credibilità, rendendolo un contesto utile a ritagliarsi le poltrone per i "capi". 

La misura del disastro la troviamo nel patrimonio disperso in Sicilia (perso il 7% perso in pochi mesi) e nelle scissioni, riaggregazioni e nuove denominazioni avvenute negli anni e nel corso della legislatura.

I risultati del 4 marzo raccontano una cosa: l'esistenza di una forza centrifuga alimentata da una pessima gestione politica della classe dirigente, che ha cancellato legittime aspirazioni, dei tanti "piccoli" come me, che pensava che un soggetto di centro (del 6/7%) potesse tornare decisivo.

Fin quando il centro resterà nelle mani di chi usa lo scudo-crociato unicamente  per conquistarsi la poltrona, sarà difficile avere prospettive positive.

Più ci penso e più vivo con orgoglio la scelta di iniziare una stagione da “Civico”, concentrarmi su Cassina dè Pecchi e il prossimo futuro politico-elettorale.

Andrea Maggio




venerdì 23 marzo 2018

@MAGGIOrMENTE N. 4 - LE SABBIE MOBILI ROMANE


Finita l’ iniziale fase in discesa, dove si intravedeva un accordo fra centrodestra e M5S - vincitori alle elezioni del 4 marzo - la trattativa sui nomi dei Presidenti delle due camere è naufragata miseramente.

A dire il vero era abbastanza prevedibile, visto che assegnare la Presidenza del Senato a Paolo Romani, condannato in via definitiva per una questione relativa al telefono di servizio ceduto alla figlia, è per i 5 Stelle qualcosa di improponibile.

Diciamo che quasi tutti gli altri politici hanno “fatto il callo” su reati bel più sgradevoli anzi - in Italia - avere una condanna definitiva - su alcuni reati - può arricchire il “curriculum”. 

Non conosco Paolo Romani, un politico di fedele osservanza berlusconiana, non sono in molti ad avere l’autorevolezza per sedere sul più alto scranno della Repubblica e per i 5 Stelle - fra questi pochi - non vi è Romani.

I petastellati hanno posto il veto: “non voteremo mai un condannato o chi è sottoposto a processo” ed è un principio che riduce ulteriormente il ventaglio delle ipotesi.

E in effetti, non dico di stravolgere le italiche consuetidini, non mi permetterei mai di rivoluzionare prassi consolidate, ma probabilmente un condannato in via definitiva come presidente del Senato potrebbe sfiorare anche la quasi inesistente sensibilità degli Italiani.

Fatto sta che Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono visti, la situazione in queste ore resta bloccata. I tre leader del centrodestra confermano infatti la candidatura di Romani e il Movimento 5 stelle, nell’intento di “spaccare il fronte” - per bocca di Di Maio - ha convocato un vertice fra leader di altro partiti (anche di sinistra) e per il centrodestra ha chiesto la presenza di Salvini.

Di Maio ha individuato nel leghista il leader del centrodestra, lasciando a casa Berlusconi.

Uno che - facile immaginare - non deve averla presa benissimo.

Salvini probabilmente si presenterà all’incontro convocato da Di Maio, ma non è nelle condizioni di “rompere” con l’ex Cavaliere: più che per le minacciate ripercussioni, che Berlusconi paventa per i governi regionali liguri e Lombardi sorretti da coalizioni di cdx, per Salvini è importante diventare (o restare?) leader di un 37% e non solo di un partito.

L’impressione è che Salvini stia cuocendo nel pentolone di Silvio, che da non candidabile per via della Severino, da escluso alle riunioni e con i sondaggi danno in picchiata Forza Italia (dal 13% all’11%) continua ad imporre il nome di Romani a tutto il cdx, col chiaro obiettivo di legittimare la sua leadership, agli occhi del mondo politico.

Far capire agli addetti ai lavori che lui è ancora quello di sempre, come del resto il pantano italiano nel quale siamo precipitati.

Questi sì che sono statisti che hanno cominciato a lavorare per il nostro benessere.

Andrea Maggio

mercoledì 21 marzo 2018

QUALCHE CHIARIMENTO (ANCHE PER L'ASSESSORE).


Ha fatto molto discutere il mio post (http://andreamaggio.blogspot.it/2018/03/cattolici-di-professione-fanno-pagare.html) sul nuovo Regolamento comunale, che non ha esentato la Parrocchia dal pagamento degli straordinari degli agenti di Polizia Locale, impegnati nei cortei funebri.

La discussione si è mantenuta su un piano di “serietà accettabile” almeno fino a quando non è intervenuto il commento dell’assessore Marangoni, a disintegrare tutto.

Uno degli assessori che - sicuramente – si proporrà nuovamente alle prossime amministrative, che attendono Cassina fra 15 mesi, e addirittura qualche “addetto ai lavori” la spinge come candidato Sindaco.

<<...del futur non v'è certezza...>> intanto –  come assessore – la ricorderemo tutti per non aver accettato la disponibilità della Minoranza ad individuare congiuntamente soluzioni utili al morente mercato di via Milano (“perché noi vogliamo il mercato globale..” e intanto sono 6 bancherelle) e per aver privatizzato l’asilo nido “Pesciolino Rosso”.

La Marangoni, intervenuta su FB per colmare il silenzio del ViceSindaco Novelli (si dice sia diventato Muto il giorno dopo la vittoria alle elezioni), prova ad offrire il proprio contributo al dibattito pubblico sulla questione cortei funebri e processioni "da scortare a pagamento" citando il Decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (in Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 95 del 24 aprile 2017).



Al di là di quello che l’assessore scrive (per imparare c'è sempre tempo) il decreto legge è non è “legge di Stato” bensì un atto normativo avente forza di legge e infatti ha sempre carattere provvisorio ed è adottato dal Governo in casi straordinari di necessità e urgenza.

(allora facciamo così, io mi impegno a continuare a leggere i regolamenti e non una riga ogni 10  come sostiene l'assessore - cosa che peraltro faccio da quasi 20 anni - ma l'assessore mi deve promettere, che senza perdere ulteriore tempo, si iscrive insieme a qualche suo collega, ad un bel "Corso di cultura Amministrativa di Base". Perchè andare in giunta non è la stessa cosa di andare alla festa della settimana)

La forma diventa sostanza, perché la Marangoni è una brava ragazza, ma non può pensare che tutti i Cittadini credano – come ha fatto lei – alla “panzana” che gli hanno propinato in Comune, in difesa delle scelte di giunta.

Il Decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (in Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 95 del 24 aprile 2017) è coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017, n. 96 – ed ecco che forse a questo si riferisce l’assessore – recante: «Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.».

Voglio dire, quanti Cittadini possono credere che un Governo (in questo caso per mano del Ministro della Giustizia) possa decidere di emanare un testo, individuando “urgenti Disposizioni in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali” utili a salvare le casse pubbliche, facendo pagare alla Parrocchia gli straordinari degli agenti di Polizia Locale impegnati nelle operazioni viabilistiche nei cortei funebri o nelle processioni...?

Premesso che non stimo l’atteggiamento di chi – forse per imbarazzo – cita leggi (che poi non sono leggi ma decreti) per giustificare scelte politiche, che non condivido ma ritengo legittime, ed evita di venire a discutere in Consiglio Comunale unico “luogo politico” legittimato a deliberare Regolamenti comunali, approvandole dentro le solite 4 mure di giunta.

Fra un'offesa e l'altra - e sono uno a cui fischiano molto le orecchie - si arrogano il diritto di approvare documenti di competenza consiliare, svuotando il Consiglio Comunale del suo ruolo.

Ma la violazione delle regole è ormai prassi consolidata, una banda di disperati, che anche in questo caso ha preferito la procedura oscurantista. 


L’articolo 22, comma 3-bis, del d.l. n. 50/2017, convertito nella legge 96/2017 pone “…interamente a carico del privato promotore o organizzatore di un evento, le spese relative all’impiego di personale della Polizia locale e stradale ai fini della sicurezza” ma secondo Voi – e chiedo a voi Cittadini – il corteo funebre è un “evento privato” al cui “promotore” vanno addebitate le spese?

Dubito che la Marangoni - che non è affatto stupida - possa credere davvero a ciò che sostiene, più facile che si tratti del più classico raggirare delle responsabilità (politico-culturali) su alcune scelte.

Vi svelo un piccolo segreto: in genere gli Amministratori scadenti quando non vogliono assumersi la responsabilità di una decisione, ma non sono disposti a rinunciarvi, spesso dicono che è "un atto dovuto", "un adempimento di legge" o "siamo stati obbligati da una sentenza che ha abrogato il comma x della legge y, coordinata con il disegno di legge poi sostituito dalla bla bla bla".

Ad ogni modo il provvedimento governativo trova la sua ragione di esistere e campo di applicazione in contesti mossi da "privati" anche con scopo di lucro - non la Chiesa - e il decreto legge è STATO PENSATO PER FAR PAGARE A TUTTE QUELLE SOCIETA', ASSOCIAZIONI, CANTANTI, I NUMEROSI AGENTI DI POLIZIA LOCALE IMPIEGATI PER QUELLE MANIFESTAZIONI 

Stiamo parlando delle Società Sportive - organizzatrici di eventi di una certa importanza allo Stadio Meazza - che richiedono l'impiego di numerosi agenti. Mica dei due vigili che fanno attraversare la statale a chi segue il feretro.

Il Comune di Milano - come tutti i Comuni - non dovrà più pagare gli agenti di Polizia Locali impegnati ad organizzare la viabilità degli avventori, diretti o in uscita dallo stadio.

Pensate ai concerti, migliaia di veicoli, molti agenti in servizio. Ecco, si chiede agli organizzatori di farsi carico delle spese per i servizi aggiuntivi.

Ma davvero l'assessore pensa che quando nel testo del dispositivo si parla di "privato", il legislatore pensasse alla Chiesa e i cortei funebri?

Mi viene da ridere.

Considerare la Chiesa un ente concorrenziale, addirittura nell’esercizio di funzioni delicate e dolorose come l’accompagnamento funebre è da “malati di Statalismo di stampo comunista”.

E' una politica anticlericale, che si pensava superata, la Mandellocrazia e il PD degli Zombie Muti (concentrati a non perdere la poltrona) ha risvegliato il mostro rosso.

La Marangoni dice che è la legge dello Stato, intanto questa interpretazione subdola la troviamo in pochi Comuni, quasi tutti rigidamente rossi. 

Se proprio vogliamo dirla tutta, è più facile che l’intervento del legislatore – attraverso il provvedimento – fosse rivolto ad eventi tipo feste di Fragole – bella iniziativa - durante la quale "...vi è unico operatore che vanta esclusiva di vendita di fragole di Cassina, va beh non tutte però, ma costano poco, beh non proprio poco 10€ al Kg , però la scatola riporta 1 kg, ma sono 700 gr perché le scatole sono vecchie, va beh paga gli stand, anzi no li pagano i Cittadini, allora paga la tassa di occupazione, no quella no non la paga, però ci sono i camperisti che vengono da lontano a comprare le fragole all’unico venditore ed entrano gratis al teatro, cioè no gratis, paga il Comune con stanziamento di Giunta, quindi il Cittadino..."


Ok, le “disposizioni urgenti” servono sempre a salvare il Bilancio. Di qualcun altro, però.

Ne parleremo.

Un saluto

Andrea Maggio

martedì 20 marzo 2018

"CATTOLICI DI PROFESSIONE" FANNO PAGARE ALLA CHIESA



Il 27/09/2017 con delibera n. 140 il Sindaco insieme alla sua disastrosa Giunta (composta dagli assessori NOVELLI MARCELLO, MARANGONI DORIANA, MASTRANDREA GRAZIA, VECCHI LAURA, CHIARELLA TOMMASO e MEDEI SANDRO)  hanno deciso di far pagare alla Parrocchia di Cassina dè Pecchi, gli straordinari degli Agenti di Polizia Locale, per il servizio di viabilità offerto dal Comune in occasione dei cortei funebri o altre manifestazioni religiose.

La decisione è inclusa nel “REGOLAMENTO IN MATERIA DI CONVENZIONI CON SOGGETTI PUBBLICI O PRIVATI E DI CONTRIBUTI DELL'UTENZA PER LA FORNITURA, A TITOLO ONEROSO, DI CONSULENZE O SERVIZI AGGIUNTIVI RISPETTO A QUELLI ORDINARI”.

Nell'allegato 1 alla delibera n. 140 sono riportate “….le prestazioni, non rientranti tra i servizi pubblici essenziali o non espletate a garanzia di diritti fondamentali, per le quali richiedere un contributo a carico dell’utente e l’ammontare dei contributi richiesti in relazione ai servizi da fornire”.


In pratica, senza prevedere esenzioni per i cortei funebri e altri cortei a carattere religioso, la parrocchia dovrà pagare ogni  “…un servizio aggiuntivo rispetto a quelli ordinari, non rientranti tra i servizi pubblici essenziali o non espletati a garanzia di diritti fondamentali…” così come individuati in base ai criteri stabiliti dal Regolamento stesso.

Quindi, in coerenza con l’impostazione politico-culturale del Sindaco Mandelli – orgogliosamente ateo – e il Coordinamento della Sinistra di cui è espressione, è stato approvato un Regolamento, che considera la Chiesa come una qualsiasi associazione privata ai fini di lucro.

Non prevedere esenzione alla stipula di convenzione per
cortei funebri o  processioni religiose, assoggettandoli al pagamento dei servizi di viabilità da parte della Polizia Locale, è davvero eccessivo.

Perché se da Mandelli, Chiarella, Vecchi e il giovane Costantini è impossibile attendersi qualcosa di diverso (sono pseudo comunisti dal percorso politico cristallino) a preoccupare sono i tanti “parrocchiani di professione” della maggioranza che amano la prima fila in Chiesa.

Sono gli stessi che hanno votato contro l’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, contro il presepe e altri provvedimenti in contrasto con i valori, che i cattolici in politica sono chiamati a rappresentare.

Con i fatti, con il voto a provvedimenti, non a chiacchiere.

E l’imbarazzo dei “diversamente cattolici” per un Regolamento che svilisce le considerazioni sulla funzione sociale della Chiesa e dell’importante ruolo che ricopre in società è dimostrato dal fatto – che ancora una volta e in palese violazione di statuti e regolamentiil regolamento non è stato discusso ed eventualmente approvato in Consiglio Comunale ma solo in giunta.

Dentro le 4 pareti del mistero, dove passano ore ad insultare il malcapitato di turno (dicono che io sia molto gettonato) hanno dato vita ad un regolamento che determina l’importo del contributo “…comunque finalizzata ad assicurare la copertura dei costi sostenuti dal Comune per l’erogazione dell’attività richiesta e per l’incentivazione al personale coinvolto”


I “diversamente cattolici” che in genere in campagna elettorale lo sono più di tutti hanno previsto che il Regolamento evitasse esenzioni per la Chiesa di Cassina per il pagamento dei “…Servizi di vigilanza aggiuntiva in occasione di attività/eventi organizzati”.

Addirittura nell’ALL 1 alla delibera n. 140 del 27/09/2017 “CONTRIBUTI A CARICO DELL’UTENZA PER CONSULENZE E/O SERVIZI AGGIUNGITIVI RISPETTO A QUELLI ORDINA
prevedendo costo contrattuale per straordinario diurno/notturno/feriale/festivo per agenti di Polizia Locale del Comune.

La funzione sociale della Chiesa non è un fatto “privato”.

Andrea Maggio

lunedì 19 marzo 2018

METTIAMOCI UN PUNTO. E PARLIAMO DI POLITICA

Quanto è successo a Cassina d’è Pecchi ha fatto il giro d’Italia, un incidente social balzato agli onori della cronache – addirittura nazionali – che ha visto rivelate le intime e sincere considerazioni del primo cittadino Massimo Mandelli sul parroco Don Massimo.

La diretta video su Facebook attivata (per errore?) dall’assessore Chiarella ha visto uno scambio di opinioni imbarazzanti su Don Massimo diventare di dominio pubblico.

Della questione – squallida come tutta la gestione di quest’Amministrazione targata PD e Sinistra Mandelliana – ho già scritto (http://andreamaggio.blogspot.it/2018/03/le-parole-del-sindaco-le-parole della.htmlhttp://andreamaggio.blogspot.it/2018/03/la-fine-della-mandellocrazia.html) e a dire il vero, avevo già pronti alcuni simpatici post dal tenore leggero, volti ad alleggerire il clima in paese.

Come ho già cercato di fare con l’ultimo post (http://andreamaggio.blogspot.it/2018/03/il-cerchiobottismo.html) – nel quale commentavo ironicamente le dichiarazioni “cerchiobottiste” di qualche assessore – o nel precedente (foto con il Tapiro d’oro per il Sindaco) allo stesso modo avrei voluto commentare la dichiarazione dell’ex assessore Medei (il quale sostiene che “il Sindaco sia vittima del solito responsabile, Chiarella”, come se l’esternazioni del primo Cittadino fossero responsabilità del pasticcione che le ha pubblicate in un video).

Avrei molto da dire sulla questione, ma ritengo che in queste ore la contrapposizione sociale – fra chi esprime solidarietà al parroco e chi prova “pena” per il Sindaco – abbia raggiunto livelli intollerabili e da Amministratore pubblico abbia il dovere di RIPORTARE LA DISCUSSIONE A LIVELLO POLITICO, arginando le conseguenze sul tessuto sociale che il Sindaco Mandelli ha sfaldato.
Peraltro, mi arrivano notizie sull’utilizzo di vecchi argomenti – triti e ritriti – utilizzati come mannaia, per colpire e screditare una brava persona come Don Massimo.

La trovo una cosa squallida.

Fermiamo insieme questa situazione perché sta diventando qualcosa di eccessivo.

L’ho già detto e scritto, sono convinto che Mandelli abbia sbagliato a non chiedere scusa al parroco e vorrei poter essere sicuro che insieme ai sodali del PD (con patacche e poltronari civici vari alla Medei) sarà punito fra 15 mesi quando torneremo al voto, ovunque si mascherino e dietro qualsiasi nome intendano celare la loro coalizione.

DETTO QUESTO, ANDIAMO AVANTI, da Amministratori pubblici – seguendo l’esempio e le parole di Don Massimo (“sono tranquillo, sereno, non nutro desiderio di querelare chissà chi”) – abbiamo il dovere di porre freno all’escalation rabbiosa di queste ore, ad una situazione negativa che difficilmente porterà a qualcosa di positivo.

Per questo, molto più utile è comprendere in quale contesto il Sindaco abbia fatto quelle considerazioni così negative e quale fosse – con ogni probabilità – l’argomento affrontato, per capire che non si tratta di una “antipatia personale”.

Ma di un concetto politico-culturale, che adesso vi diro.

Terminata la fase in cui la Giunta – durante la quale l’organo collegiale si esprime con voto sui punti inseriti all’OdG – generalmente, Sindaco e i suoi assessori trascorrono del tempo in sala, parlando a ruota libera di “fatti, cose o persone” del territorio.

Per esperienza ventennale, dico che questo è un bel momento (utilissimo) durante il quale – a latere di una seduta di Giunta” – si ragiona congiuntamente su proposte future, si delineano strategie politico-amministrative di gruppo e – soprattutto – quando i punti all’OdG sono pochi e di veloce trattazione, i membri di giunta si confrontano sulle conseguenze di punti approvati e delle reazioni riscontrate sul territorio.

Proprio per ricondurre il dibattito pubblico ad una dimensione positiva, come scrivevo poc’anzi, va detto che il forte contrasto non è di carattere personale, non si tratta di un’antipatia fra il Sindaco e il Prete, ma di una differente interpretazione della FUNZIONE SOCIALE DELLA CHIESA ALL’INTERNO DELLA COMUNITA’

Don Masismo – dal suo noto video – ha detto chiaramente “siamo diametralmente opposti” e ritengo non si riferisse ad una collocazione politica, ma culturale.

Il 27/09/2017 con delibera n. 140 – senza passare per il Consiglio Comunale – il Sindaco insieme agli assessori PD e Medei (quindi non solo Mandelli&Chiarella) hanno approvato un “REGOLAMENTO IN MATERIA DI CONVENZIONI CON SOGGETTI PUBBLICI O PRIVATI E DI CONTRIBUTI DELL'UTENZA PER LA FORNITURA, A TITOLO ONEROSO, DI CONSULENZE O SERVIZI AGGIUNTIVI RISPETTO A QUELLI ORDINARI” che individua nell'allegato 1 “….le prestazioni, non rientranti tra i servizi pubblici essenziali o non espletate a garanzia di diritti fondamentali, per le quali richiedere un contributo a carico dell’utente e l’ammontare dei contributi richiesti in relazione ai servizi da fornire”.

Per attività di consulenza ovvero “…un servizio aggiuntivo rispetto a quelli ordinari, non rientranti tra i servizi pubblici essenziali o non espletati a garanzia di diritti fondamentali…” così come individuati in base ai criteri stabiliti dal Regolamento stesso.

Si sono guardati bene dal passare in Consiglio Comunale (solo in Giunta) per approvare un regolamento che - mettendo in imbarazzo tutti i cattolici di maggioranza (pd e movimento civico di Medei) – non preveda esenzione per la Chiesa per la stipula di convenzione e assoggettandola al pagamento, di servizi di viabilità da parte della Polizia Locale per cortei funebri o le processioni religiose.

Il regolamento determina l’importo del contributo “…comunque finalizzata ad assicurare la copertura dei costi sostenuti dal Comune per l’erogazione dell’attività richiesta e per l’incentivazione al personale coinvolto”

Il Regolamento di cui parlerò a breveè in perfetta coerenza politico-culturale con il Sindaco Mandelli e il Coordinamento della Sinistra di cui è espressione, chi ha votato questo Sindaco oggi non può stupirsi dell’atteggiamento del primo cittadino nei confronti della Chiesa, considerato alla stregua di una qualsiasi associazione privata.

Quindi, mi sarei aspettato che nell’allegato 1 alla delibera n. 140 del 27/09/2017 “CONTRIBUTI A CARICO DELL’UTENZA PER CONSULENZE E/O SERVIZI AGGIUNGITIVI RISPETTO A QUELLI ORDINARI” fosse riportata l’esenzione per i cortei funebri e processione di carattere religioso: invece la Giunta di Atei e “diversamente cattolici in maggioranza” (sempre concordi, contro crocifissi e Presepi in Comune) hanno previsto che la Chiesa di Cassina pagasse “…i Servizi di vigilanza aggiuntiva in occasione di attività/eventi organizzati” prevedendo costo contrattuale per straordinario diurno/notturno/feriale/festivo per agenti di Polizia Locale del Comune.

Come se la viabilità, la protezione dell’utenza stradale e dell’utenza debole nei cortei funebri, come se la funzione sociale della Chiesa fosse un fatto “privato”.

Sull’argomento, ci torneremo

Andrea Maggio
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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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