(il presente post era già pronto da 10 giorni)
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Questa volta è davvero grave.
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Questa volta è davvero grave.
Il centro politico – luogo politico al quale ho sempre fatto riferimento – è praticamente evaporato.
Un tempo nobile espressione del ceto moderato dal quale è stato governato il Paese dal Dopoguerra alla Prima Repubblica, che con tutti i difetti e le imperfezioni appesantite dal sistema, in passato riuscì a dare all’Italia una classe politica di altro spessore rispetto all’attuale.
Insieme a Noi con l’Italia, Civica popolare della Lorenzin, Popolo della Famiglia hanno racimolato 800.000 voti, non esattamente ciò che si aspettavano in molti.
La classe dirigente - di partiti politici che a quest’area si richiamano - ha sostanzialmente fallito.
Noi con l’Italia invece di “…superare agevolmente la soglia del 3%” ha ottenuto 1,26%.
Noi con l’Italia invece di “…superare agevolmente la soglia del 3%” ha ottenuto 1,26%.
I progetti che nascono per saziare gli appetiti dei 6-7 leader non funzionano, durano una manciata di giorni, spariscono come sono comparsi.
Ma fin quando a sparire sono questi “contenitori senz’anima” – si ostinano a volerli chiamare Partito (da prefisso telefonico) – non credo siano in molti a disperarsi, piuttosto preoccupa l’ulteriore passo verso la scomparsa di un luogo politico “IL CENTRO”.
Un luogo che ha comunque avuto un seguito ventennale, sopravvivendo anche dopo “la discesa in campo” di Berlusconi.
Ma fin quando a sparire sono questi “contenitori senz’anima” – si ostinano a volerli chiamare Partito (da prefisso telefonico) – non credo siano in molti a disperarsi, piuttosto preoccupa l’ulteriore passo verso la scomparsa di un luogo politico “IL CENTRO”.
Un luogo che ha comunque avuto un seguito ventennale, sopravvivendo anche dopo “la discesa in campo” di Berlusconi.
Una presenza quest’ultima davvero forte e incombente, che senz’altro aveva ridimensionato il ruolo degli eredi della Democrazia cristiana ma senza riuscire ad annichilirli seppur la logica bipolare ha (spesso) visto i "moderati" vagare, nell’attesa del Messia che potesse far resuscitare un soggetto politico forte di centro.
Soprattutto, vagare in attesa che cambiassero le condizioni politiche (ritorno al proporzionale) per costruire il Partito popolare Europeo, sezione Italia.
Soprattutto, vagare in attesa che cambiassero le condizioni politiche (ritorno al proporzionale) per costruire il Partito popolare Europeo, sezione Italia.
Divisi in schieramenti opposti, ma mai scomparsi e questo nonostante la tremenda diaspora post-Tangentopoli.
Sono discretamente giovane, ma ho assistito in questi 20 anni, alla nascita di un numero imprecisato di soggetti politici, che puntualmente si richiamavano ai valori e tradizioni democratico-cristiane.
Tendenzialmente ho sempre seguito “lo scudo crociato” come fosse una stella cometa (giovanissimo partecipai al Primo Congresso UDC) e puntualmente ho dovuto ingoiare “unioni, fusioni, federazioni, gemellaggi, apparentamenti ecc…”.
Ora ci siamo, con le elezioni politiche del 2018 credo che lo Scudo Crociato debba esser tolto di mano agli autori di questo fallimento (che peraltro sono talmente pochi da dover aderire al gruppo parlamentare di Forza Italia) piuttosto vada consegnato agli archivi della storia.
La classe dirigente non era degna di rispolverare lo scudo crociato, un simbolo che non meritava l’umiliazione ricevuta con quell’1,26%.
Il minore richiamo elettorale – in una competizione che ha visto esordire tra i votanti i ragazzi nati nel 2000 – è probabile, ma i valori che trasmette quello scudo crociato sono tutto sommato ancora attuali.
Solo che per aver un soggetto del 6,9 % (2002) bisogna avere la necessaria energia per trasmetterli.
Non bisogna pensare solo alle poltrone dei capi con nepotismo annesso e connesso.
Il minore richiamo elettorale – in una competizione che ha visto esordire tra i votanti i ragazzi nati nel 2000 – è probabile, ma i valori che trasmette quello scudo crociato sono tutto sommato ancora attuali.
Solo che per aver un soggetto del 6,9 % (2002) bisogna avere la necessaria energia per trasmetterli.
Non bisogna pensare solo alle poltrone dei capi con nepotismo annesso e connesso.
Basti pensare, che quand’ero capogruppo UDC in consiglio Comunale, a Cassina lo scudo crociato (allora UDC) ottenne quasi 700 voti.
Esattamente 10 volte i voti presi il 04 marzo scorso: 70 voti quasi tutti di altre realtà aggregatesi al progetto (per divenire NOI CON ITALIA)
Impietoso: 1,3% alla Camera, 1,2 al Senato.
La desertificazione dell’area centrista ha diverse ragioni, la qualità dei candidati, l'incapacità di tematizzare e attualizzare la proposta politica, ma soprattutto questo continuo “via e vai” che ha sdegnato, anche chi come me ha la crosta.
Ad esempio, io sono stato all’interno dell’UDC fino a quando (ho appreso dal TG) ho appreso che il mio nuovo partito si sarebbe chiamato NOI per L’ITALIA e i leader erano diventati – improvvisamente – ex ministri di Renzi (Lupi).
Non mi sogno competere con questi mostri sacri del consenso personale, ma con la mia faccia non consento a nessuno di giocare e ho preferito abbandonare la politica extracomunale
Il progetto era utile per conquistare la poltrona di pochi (ancora meno, per il mancato raggiungimento del quorum) candidati nell'uninominale.
Le aggregazioni fritto misto non servono a guadagnare voti rispetto la sommatoria dei singoli soggetti associati, perché in politica 1+1 non fa 2, ma sempre meno.
Non mi sogno competere con questi mostri sacri del consenso personale, ma con la mia faccia non consento a nessuno di giocare e ho preferito abbandonare la politica extracomunale
Il progetto era utile per conquistare la poltrona di pochi (ancora meno, per il mancato raggiungimento del quorum) candidati nell'uninominale.
Le aggregazioni fritto misto non servono a guadagnare voti rispetto la sommatoria dei singoli soggetti associati, perché in politica 1+1 non fa 2, ma sempre meno.
Hanno devastato un bellissimo luogo politico – il centro – facendo perdere la necessaria credibilità, rendendolo un contesto utile a ritagliarsi le poltrone per i "capi".
La misura del disastro la troviamo nel patrimonio disperso in Sicilia (perso il 7% perso in pochi mesi) e nelle scissioni, riaggregazioni e nuove denominazioni avvenute negli anni e nel corso della legislatura.
La misura del disastro la troviamo nel patrimonio disperso in Sicilia (perso il 7% perso in pochi mesi) e nelle scissioni, riaggregazioni e nuove denominazioni avvenute negli anni e nel corso della legislatura.
I risultati del 4 marzo raccontano una cosa: l'esistenza di una forza centrifuga alimentata da una pessima gestione politica della classe dirigente, che ha cancellato legittime aspirazioni, dei tanti "piccoli" come me, che pensava che un soggetto di centro (del 6/7%) potesse tornare decisivo.
Fin quando il centro resterà nelle mani di chi usa lo scudo-crociato unicamente per conquistarsi la poltrona, sarà difficile avere prospettive positive.
Più ci penso e più vivo con orgoglio la scelta di iniziare una stagione da “Civico”, concentrarmi su Cassina dè Pecchi e il prossimo futuro politico-elettorale.
Andrea Maggio
Andrea Maggio
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