Oggi intervengo su uno di quegli argomenti, che nessuno vuole affrontare, ma che qualcuno dovrà pur fare.
Lo farò io, a nome e per conto dei numerosi residenti di
Cassina, che mi hanno scritto circa la presenza di un “senza tetto” che si aggira
in piazza DeGasperi.
Non tutti i residenti che mi hanno “whatsappato” o contattato
con messenger hanno utilizzato il medesimo tono, alcuni inteneriti dalla presenza,
altri preoccupati, altri infastiditi, altri stupiti del curioso silenzio
sociale e di chi governa il Comune.
Parlare di clochard non è mai semplice, come quando si discute di calcio,
di politica o di religione, i toni si possono alzare, i fraintendimenti sono frequenti
E siccome è sin troppo semplice passare per
cattivo, dirò subito che non sono (per storia e natura) un “buonista”, sono un
Pubblico Amministratore (al momento in panchina, speriamo di tornare in campo a
giugno, grazie al voto dei cassinesi) e devo dare risposte amministrative.
E’ chiaro che un senzatetto non è di certo un
uomo fortunato, non tutti sono uguali, per alcuni spesso, si tratta di scelte
di vita, tant’è che molti di loro si rifiutano di andare nelle strutture di
accoglienza per clochard,
Ma è anche vero, che il loro modo di vivere,
a volte, fa a pugni con la pubblica decenza e puó limitare la libertà di chi se li ritrova sotto
casa.
Per i “buoni a tutti i costi” bisogna dire che ci sono anche tanti clochard rispettosi del
prossimo e dei posti in cui dimorano.
Ho parlato con tanti residenti di via Matteotti e P.zza De
Gasperi e ho conosciuto una signora, che tutte le sere, oltre a portagli le
coperte pulite ha – per settimane – cucinato qualcosa di caldo.
Questo “senza tetto” vive e dorme in centro paese, utilizzando il
locale bancomat vetrato – prima affittati da una banca sotto il Comune, ora in
disuso – probabilmente scelto dal clochard come dimora temporanea per
proteggersi dal freddo invernale e notturno.
Purtroppo, ho personalmente riscontrato che la frequentazione
costante ha reso con le settimane, l’ambiente è diventato sporco dal quale
provengono odori forti e talmente sgraditi, che risulta impossibile credere che
nessuno – nel palazzo del potere locale – abbia avvertito passandoci.
Sindaco e assessori compresi, che per entrare in Comune vi
passano davanti.
Per le strade delle grandi città, non è difficile incontrare i
cosiddetti "clochard",
dicono esser aumentati esponenzialmente negli ultimi anni e – una sentenza n. 37787/2017 – ha
addirittura stabilito che non è reato dormire per strada, occupando i
marciapiedi o luoghi improvvisati.
Detto questo, Vi è una condizione igienico sanitaria grande come
una casa, una situazione a rischio per il soggetto stesso e non solo e questo è
sufficiente a giustificare un’ordinanza sindacale che impedisca il
stazionamento notturno in piazza.
Se da un lato non è accettabile che in centro vi sia chi vie,
mangia, dorme e fa pipì nella piazza centrale del paese (proprio oggi una
situazione spiacevole alla presenza di alcuni anziani) non bisogna dimenticare
che tema della fragilità è serio e reale.
Spero che il Comune abbia provato a proporre
alternative, comunità di transito, case famiglia dedicate appunto a persone in
condizioni di povertà estrema, per inserimenti brevi per chi non regge il
collocamento in comunità se non per periodi limitati.
Spero che la Politica locale abbia il coraggio – come
giusto che sia – per non girare la testa dall’altra parte così come fatto
volutamente fino ad oggi
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