lunedì 31 marzo 2025

RIFLESSIONI SULLA CAVA DI VAPRIO

Da mero osservatore, mi permetto di avanzare alcune osservazioni, che probabilmente avrebbe dovuto fare e non ha fatto qualche eletto, soprattutto fra coloro che non hanno vinto le elezioni e dovrebbe vigilare sull’operato di chi amministra, dare suggerimenti, stimolarlo nell'interesse del paese e - se necessario - aiutarlo.


E' indubbio che dopo 3 anni trascorsi fra inezie VARIE, la politica locale abbia perso molto tempo e – solo in questi ultimi mesi e sotto la spinta di alcuni residenti - vi è una improvvisa fiammata dell'interesse sociale rispetto alla "cosa pubblica" ("res" pubblica) che spero non si fermi.

Una Cittadinanza più attenta e curiosa su temi di rilevanza comunitaria ha sempre generato un rapporto sociale virtuoso: è questa la famosa responsabilizzazione della politica locale. 

Attivare le forme di controllo democratico (fino ad oggi pressoché inesistenti a Pozzo d’Adda, peggio ancora in consiglio comunale, più simile ad una riunione fra amici al bar) genera inevitabilmente uno stimolo genuino in chi è chiamato ad azioni di governo.

Stiamo vedendo - in questi giorni - come le “scosse vitali” alla politica locale producano innegabili benefici sotto il profilo della trasparenza su questioni importanti come il terreno contaminato presso il cantiere PNRR (nuova mensa): negligenze progettuali, la lunga assenza di una voce forte, la condizione delle strutture scolastiche.

Svegliare dal torpore i rappresentanti del popolo provoca moti di rabbia e nervosismo, ma altro non è che un richiamo alle responsabilità. 

D’altronde chi si è candidato ha accettato un ruolo, non è una prescrizione medica, nessuno è obbligato a fare il consigliere comunale da mero spettatore.

Servono minoranze consiliari attente e vigili e - solo così per loro natura e ruolo – potrebbero condizionare con forza il dibattito pubblico e non lasciarsi trasportare dal vento in attesa delle elezioni. 

Lo dico per esperienza personale.

Basti pensare che - in questi 3 anni di legislatura - non sono state proferite parole in proposito a criticità ambientali generate da devastanti ricadute sul nostro territorio.

Dal Sindaco (che sappiamo ingegnarsi ogni giorno con “armi di distrazione di massa”) e dalla minoranza: due frutti dello stesso albero. 

Per questo motivo, il post del primo Cittadino apparso nelle scorse ore è parso una provocazione, gli unici temi sovracomunali pensati da questa giunta sono stati la Marcia della Pace ("...davanti ad un caffè abbiamo parlato di cose importanti e concrete", ha riferito molto soddisfatto il Sindaco, nel corso dell'assemblea pubblica).

Mi fanno notare, che come già accaduto a seguito del post sui maggiori costi dei cantieri PNRR ( POZZO, MAGGIORI COSTI...) del 20 dicembre 2024 o sulla vergognosa condizione degli spogliatoi della palestra (POZZO, SPOGLIATOI DELL'INDECENZA), anche il post sul territorio (POZZO, UN APPELLO IN DIFESA DEL TERRITORIO) ha generato i suoi effetti.

Scrivevo della discarica di Inzago e delle "...violenze subite negli ultimi decenni, con previsioni urbanistiche devastanti concretizzatesi sempre a ridosso dei confini comunali, una volta il Biogas (Masate), altra volta la cava (Vaprio), altra volta i centri logistici (Vaprio)".

Scrivevo: "Nel migliore dei casi, i rappresentanti del popolo pozzese - maggioranza e opposizione - sono stati distratti (come sempre), nel peggiore hanno girato la testa dall'altra parte" e nel “…mio umile ruolo di Cittadino (un semi-appassionato osservatore piuttosto disilluso) spero che il Consiglio comunale possa esprimere una - seppur tardiva - posizione chiara e di contrasto all'intervento annunciato (...) perchè in altri Comuni vi sono sistematici interventi in materia ambientale, sovracomunale, per una difesa del territorio sincera".

 

Anche questa volta arriva la risposta "politica", provando a correre ai ripari per attestare interesse politico e vitalità.

 

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ma in P.A. anche il ritardo di un attimo può valere un decennio.

Ma vediamo la questione nello specifico e i perché di ciò che scrivo.

Il Sindaco - sempre dalla pagina politica del gruppo consiliare "Uno di NOI" (continuando a fare confusione fra comunicazione di parte e comunicazione istituzionale) – fa sapere che il 20.03.2025 sono stati inoltrati in Città Metropolitana – settore ambiente – alcune osservazioni rispetto ai Progetti di espansione dell'area di prelievo della Cava di Vaprio.

Il nostro Comune ha reputato carente dello studio dell'impatto ambientale e l’insostenibile incremento del traffico di mezzi pesanti con impatto in termini di inquinamento, anche acustico, non sostenibile: “…si rimane ora in attesa della richiesta di ulteriore ed eventuali integrazioni e della conferenza dei servizi. Conferenza nella quale il Comune continuerà a sostenere la posizione di difesa e tutela del territorio del Comune di Pozzo d'Adda”.

Queste le parole, veniamo ai fatti.

Lo scorso Piano Cave della Città Metropolitana di Milano per i settori sabbia, ghiaia e argilla ha avuto termine di validità al 30 giugno 2019.

I piani cave localizzano le aree in cui è prevista l’attività di cava e ne individuano le principali caratteristiche: le quantità massime estraibili, la tipologia di estrazione (in falda o a secco), la profondità massima raggiungibile, la destinazione finale delle aree al termine del recupero ambientale, l’eventuale presenza di vincoli e altre eventuali prescrizioni.

Un documento importantissimo, che prima della sua approvazione, ha coinvolto molteplici stakeholders, associazioni, Parco Agricolo Sud Milano, aziende del territorio e Comuni interessati.

Questo post del Sindaco arriva come un fulmine a ciel sereno, perché il documento – adottato prima dalla Città Metropolitana e poi approvato dalla Regione Lombardia – regola un’attività delicatissima in merito agli equilibri ambientali del territorio. 

Non è facile trovare il giusto equilibrio tra esigenze sociali, economiche e ambientali evitando danni irreversibili al territorio.

Ricordo la direttrice dell’aria tutela e valorizzazione ambientale di CMM quando illustrava i documenti nell’ambito di un processo di costruzione del piano “…più condiviso e partecipato da amministrazioni comunali e dalle realtà locali” sviluppato attraverso un monitoraggio dell’esigenza di territori molto approfondito vi è stata una fase di conferenze, fasi di confronto per il quale si attendeva il contributo di tutti.

 

Quella fu l’occasione per considerare l’aggiornamento dei numeri relativi ai volumi del Piano Cave, che passavano dai volumi autorizzati al 30/11/2017 dei 23 milioni ad un documento che raddoppiava le previsioni (43 milioni di metri cubi) con la Cava di Vaprio – che confina con il territorio di Pozzo d’Adda – coinvolta da questo incremento.

 

 

Ma il Comune di Pozzo non era presente alla Prima Conferenza di Valutazione e il primo Forum pubblico, nel corso della quale è stato illustrato il Rapporto Ambientale Preliminare - Documento di scoping e le Linee Guida per la costruzione del nuovo Piano Cave di Città metropolitana.

Parteciparono i rappresentanti di ANCE, Assimpredil, Anepla, Confagricoltura Milano Lombardia, Coldiretti, SIGEA, WWF Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, Regione Lombardia, Comuni di Sesto San Giovanni, Cuggiono, Paderno Dugnano, Bollate, Casorezzo, Basiglio, Bareggio, Vanzago, Gaggiano, Comitato No 3 pista Vanzaghello, 

 

Arrivarono le osservazioni da Società Eredi di Bellasio Eugenio, Gruppo Salute - Comitato Pero Ovest - Comitato Infindelafera, Comune di Parabiago, Comune di Casorezzo, SNAM Rete Gas, Comune di San Vittore Olona, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, Parco del Roccolo, ARPA Lombardia e Comune di Bareggio.

 

Sono antipatico ai politicanti locali, perché con me "le chiacchiere stanno a zero".


E Pozzo d’Adda non era presente nemmeno alla Seconda Conferenza di Valutazione ed il secondo Forum pubblico, nel corso della quale furono illustrati i principali contenuti e documenti del Piano, del Rapporto Ambientale e dello Studio di incidenza, fornendo tutte le informazioni per la presentazione di pareri, osservazioni e proposte.

 

Hanno partecipato i rappresentanti di A2A SpA, Assimpredil ANCE, Anepla, ARPA Lombardia, Assolombarda, Città metropolitana di Milano, Consulta Cave, Arethusa srl, Comitati Bene Comune Cernusco – Salviamo il paesaggio, Valdarenne di Vanzago, Ecologico Mantegazza, No Terza Pista di Vanzaghello, Associazione 5 agosto 1991, Comuni di Cerro Maggiore, Zibido San Giacomo, San Donato Milanese, Baiglio, Pantigliate, Mediglia, Pozzuolo Martesana, Truccazzano, Monvil Beton srl, EIM srle per conto di Solter srl, Cosmocal SpA, Eredi di Bellasio Eugenio snc, Sintexcal spa, Ecoasfalti SpA, Seratoni Cave srl.

Il processo di approvazione del Piano Cave è stato lungo, articolato, complesso e partecipativo, POZZO POTEVA FARSI SENTIRE E NON L'HA FATTO e le prime 91 osservazioni presentate in CMM furono valutate – il 20 febbraio 2019 – da gruppo di lavoro (“interno”) nominato a gennaio 2019.

Il sindaco metropolitano – attraverso proprio decreto – prese atto della documentazione come parte integrante della proposta di piano Cave e già in quella proposta vi erano elementi istruttori quali determinazione del fabbisogno di materiali inerti.

Con Deliberazione del Consiglio regionale n. XI/2501 del 28 giugno 2022 è arrivata l’approvazione definitiva ("Nuovo Piano cave della Città metropolitana di Milano”) tre anni di discussioni e istanze dei Sindaci (anche di nuova elezione che per ovvie ragioni si erano persi  l’intenso lavoro di tutti gli attori del territorio (Città metropolitana di Milano, Comuni, gestori parchi e operatori privati).

Non si ricordano osservazioni di Pozzo – né in fase di adozione né in fase di approvazione – mentre ricordo gli interventi dei vari Sindaci (quello di Vanzago anticipava il ricorso, vinto).

Grazie all’intervento di qualche Sindaco (più di tutti credo il primo Cittadino di Vanzago) la Regione inserì un’ulteriore attenzione alla viabilità del territorio approvando un emendamento che, di fatto, avrebbe dovuto diminuire nel concreto gli effetti negativi dell’attività estrattiva, ossia una viabilità alternativa che escluda il passaggio dei mezzi pesanti dall’attraversamento dei centri abitati, andando così a ridurre l’impatto ambientale, viabilistico e i disagi per i cittadini.

Il nostro Comune – ahimè – ha sempre latitato e non è un caso che le opere strategiche sovracomunali con potenziali criticità ambientali (biomas, cave, discariche) che sorgono sul territorio dei Comuni limitrofi, insistano tutte sui confini con Pozzo d’Adda.

Il nostro Comune non ha interpretato – quand’era il momento - il disagio potenziale generato dal Piano cave Città Metropolitana e gli impatti diretti sul territorio, c’era il tempo di intervenire – come altri Comuni hanno fatto – mobilitando la comunità per una pianificazione che avrà durata decennale.

Pozzo ha taciuto sulla proposta adottata dalla Città metropolitana di Milano il 14 marzo 2019 ma soprattutto non si trova traccia nella Relazione istruttoria, elaborata dagli uffici regionali, che ha recepito le indicazioni e valutazioni del Comitato tecnico consultivo regionale per le attività estrattive di cava del 22 dicembre 2020 e apportate delle modifiche alla proposta di Città Metropolitana di Milano.

Poteva andare “molto peggio”, credetemi.

Quante richieste scritte sono state inoltraTE al sindaco per conoscere i motivi, i criteri e gli intendimenti rispetto all'importante questione?

Quante volte in consiglio sono state chiede informazioni sulle decisioni e se sono stati adottati (o non adottati) determinati provvedimenti ? ve lo dico io: ZERO

Quante proposte di delibera – in questi anni – sono state discusse in consiglio comunale sul tema, quante sono state le richieste di aprire un dibattito politico – amministrativo su questo tema, per far fronte comune fra politica e società?


Si arrabbiano, ma questi sono i fatti e ripeto: LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO.

 

Il Sindaco di Vaprio era già intervenuto (Vaprio, ampliamento della cava: "Uno sfregio grande tre volte il Duomo di Milano")

 

Il processo istruttorio del nuovo Piano cave ha definito 26 nuovi ambiti estrattivi con 27 cave, in pratica il lavoro di “…minimizzazione del consumo di suolo e razionalizzazione dell'attività di escavazione, con riduzione del numero di insediamenti presenti sul territorio, dalle 37 cave ubicate all'interno di 31 ATE del Piano cave 2006, alle attuali 25 cave (in 25 ATE)” era da leggersi come una riduzione del numero delle potenziali cave estrattive ma potenziale e ampliamento di quelle esistenti.

 

Una strana coerenza con il PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale vigente della Città metropolitana di Milano - che richiama fra i principali obbiettivi “limitare e razionalizzare l’apertura di nuove cave, anche ai fini del contenimento del consumo di suolo”.

E ripeto, con queste premesse e a fronte di Comuni distratti come il nostro con una classe politica disattenta e disinteressata poteva andare “molto peggio”.

Gran parte dei giacimenti e degli ATE individuati nel Piano cave precedente (2006) ricadono nel Parco Agricolo Sud Milano il cui Piano Territoriale di Coordinamento ha espressamente previsto all'art. 45 c. 1 che "nel territorio del Parco è vietata l'apertura di nuove cave ed è consentito il solo ampliamento delle attività esistenti…".

In considerazione degli elementi descritti, la Città metropolitana di Milano ha ritenuto non necessario individuare nuovi Giacimenti per Piano cave successivo e – ripeto per la terza volta – poteva andare “molto peggio”.

Nessuno a Pozzo disse nulla nemmeno quando venne risposto che “….l’individuazione di nuove aree estrattive, seppur generalmente individuate su superfici di non elevato pregio naturalistico, genera consumo di suolo e potrebbe portare a creare ulteriore frammentazione in un territorio già di per sé fortemente urbanizzato” quindi si è preferito per l’ampliamento degli ambiti estrattivi esistenti perché .”..seppur consumando nuovo suolo, consentirebbe di mantenere una certa continuità con la realtà estrattiva attuale”.

Ma l’attività estrattiva genera una serie di impatti che possono avere una ricaduta pressoché immediata sul contesto circostante, in particolare in termini di inquinamento acustico, qualità dell’aria, incremento del traffico veicolare, tutte variabili che incidono sulla salute umana e sulla qualità della vita.

Quali indirizzi sono stati assunti da Regione per l’adozione di misure volte al contenimento degli impatti sul territorio circostante legati all’attività estrattiva?

Quali valutazioni sono state effettuate, nello specifico della Cava di Vaprio d’Adda posta a ridosso del confine con Pozzo, per preservare ambiti più sensibili da situazioni di eccessiva pressione viabilistica?

Chiudo, con qualche riflessione sulle uniche osservazioni (delle n. 91 osservazioni totali) giunte in CMM e Regione, che riguardavano la Cava di Vaprio d'Adda.

Il Comune di Vaprio d’Adda ha ribadito con nota del 19 aprile 2019, in atti regionali al n. 13699 del 23/4/2019 (“il Comune di Vaprio D’Adda esprime la propria contrarietà, rispetto al Piano Cave adottato dalla Città Metropolitana di Milano, all’espansione della cava denominata ATEg18 ubicata nel proprio territorio”)  in quanto già l’escavazione autorizzata nel 2006 “…è ormai completata e solo meno di un terzo della superfice è stata riempita e riportata a livello del terreno come da prescrizione” sosteneva il Comune di Vaprio …e il piano cave ha previsto per l’area di interesse una riduzione da 2.500.000 mc a 1.500.000 mc di materiale di scavo riducendo quindi di 1.000.000 mc la possibilità di scavo” arrivando alla conclusione che “…non ci sono più i presupposti per ulteriori ampliamenti in quanto l’area precedentemente autorizzata nel 2006 ha esaurito i quantitativi autorizzati (2.500.000 mc)”.

Peraltro le aree di ampliamento essendo all’interno del costituendo PLIS della Martesana che ha fra gli obbiettivi quello di tutelare le aree agricole che si trovano nell’ambito del “collegamento verde” con la Città di Milano.

E ho sempre detto che i PLIS – senza governance – non sarebbero stati lo strumento per opporsi alle grosse trasformazioni, ma solo un’alchimia burocratica per “punire” i piccoli proprietari, con iniziative politiche o vendette a carattere comunale.

Lo dissi a Cassina, lo ripeto oggi.

E infatti alle Osservazioni di Vaprio, la CMM ha “…preso atto della valutazione espressa in merito al volume di Piano assegnato all'Ateg18, giudicato eccessivo; si evidenzia che lo stesso è stato assegnato a seguito delle valutazioni emerse in sede di Valutazione Ambientale Strategica e lo stesso è frutto di elaborazioni che tengono conto delle esigenze produttive delle ditte, verificate sulle attività pregresse, in rapporto al fabbisogno complessivo stimato. Inoltre, a seguito delle osservazioni pervenute, si è ritenuto necessario rivalutare l'estensione e la profondità del giacimento utile, confermando il volume complessivo di 1.500.000 mc. (…) si provvede alla riduzione della profondità massima di scavo indicata nella Scheda di Piano, portandola da 20 metri a 13 metri anche in considerazione di quanto documentato dall'operatore in merito all'individuazione del giacimento utile fino ad una profondità massima di 13 metri dal piano campagna”.

In merito alle considerazioni espresse nell’osservazione sull'ampliamento a Sud dell'ambito estrattivo “..si fa presente che il Piano Cave è uno strumento pianificatorio sovraordinato rispetto alla programmazione locale e che ha vigenza temporanea; inoltre, il PLIS Alto Martesana è stato inserito tra i soggetti con cui la Società operatrice dovrà concordare il progetto. Nella definizione dell'ambito estrattivo ATEg18, così come proposto a seguito dell'esame delle osservazioni, è stato previsto il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e degli enti competenti tra cui la Soprintendenza che ha richiesto di adeguare le geometrie dell'ambito estrattivo al contesto paesaggistico circostante”. 

Anche la Regione interviene nelle contro-deduzioni rilevando che “…il nuovo piano cave va ad individuare un’area contigua al vecchio Ateg18 (praticamente già esaurito) con l’intento di sfruttare l’area che nella pianificazione 2006/2016 era stata individuata come giacimento”.

La Regione ammette che il nuovo Piano – con la differente perimetrazione della cava - ha attribuito all’ATEg18 mc 1.500.000 incrementando di fatto i volumi di 1.185.717 mc.

 

Inoltre, la Regione - nella definizione dell'ambito estrattivo ATEg18, così come proposto a seguito dell'esame delle osservazioni – ha prescritto un coinvolgimento delle amministrazioni comunali e degli enti competenti, tra cui la Sopraintendenza che ha richiesto “…di adeguare le geometrie dell'ambito estrattivo al contesto paesaggistico circostante”.

Ad ogni modo, la Regione – preso atto della proposta di CMM e delle controdeduzioni – ha ritenuto di non accogliere le osservazioni del comune di Vaprio D’Adda.

Nell’estate del 2021, l’amministrazione comunale di Vaprio ha annunciato un documento da inoltrare in commissione Ambiente di Regione Lombardia con cui esprimere nuovamente “…contrarietà al progetto di Città Metropolitana, in fase di studio al Pirellone, in cui si prevedono nove escavazioni pari a un milione e mezzo di metri cubi che vanno ad aggiungersi ai due milioni e mezzo estratti nel corso degli ultimi anni”.

 La posizione del comune Pozzo d’Adda emerge solo adesso a marzo del 2025.


venerdì 28 marzo 2025

POZZO, ARRIVA ATS (grazie ai genitori)

 Da mero cittadino-osservatore, mi permetto di avanzare alcune considerazioni che – probabilmente – avrebbe dovuto fare e non ha fatto qualche eletto, soprattutto fra coloro che non hanno vinto le elezioni e avrebbero dovuto vigilare sull’operato di chi amministra, dare suggerimenti, stimolarlo nell'interesse del paese senza per questo strutturare una critica. Anche positiva.

Sono stato il primo a congratularmi con l’Amministrazione quando intercetto i finanziamenti PNRR e non temo di esser il primo a sottolineare carenze o mancanze.

Lo posso fare anche con la minoranza, sfrutto la libertà residuale ancora preservata ai semplici Cittadini e la capacità di elaborare pareri, non sempre condivisi da tutti, ma pur sempre opinioni da confutare.

Un principio costituzionale, che garantisce la libertà di opinione e di espressione. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, principi che costituiscono la base di una società democratica e pluralista, in cui ogni individuo ha il diritto di esprimere le proprie opinioni e idee senza restrizioni.


Quindi accettare le “regole del gioco” perché sancite dai padri fondatori del BelPaese è il minimo comun denominatore che tiene insieme una comunità.


Per queste garanzie, i profili fake non dovrebbero esistere e le considerazioni – anche quando severe – devono diventare argomento di discussione di merito, non respinte con offese varie


Arrivo al post:


E' indubbio che dopo 3 anni trascorsi fra inezie varie, la politica locale ha perso molto tempo e – solo in questi ultimi mesi e sotto la spinta di alcuni residenti (che ringrazio) vi è una improvvisa fiammata dell'interesse sociale rispetto alla "cosa pubblica" ("res" pubblica) che spero non si fermi, anzi.


E’ dimostrato, che una Cittadinanza più attenta e curiosa su temi di rilevanza comunitaria ha sempre generato un rapporto sociale virtuoso e prodotto la famosa responsabilizzazione della politica locale. 


Attivare le forme di controllo democratico (fino ad oggi pressoché inesistenti a Pozzo d’Adda, peggio ancora in consiglio comunale, sempre più simile ad una riunione fra amici al bar) genera uno stimolo genuino, in chi è chiamato ad azioni di governo e – inevitabilmente – in chi siede in minoranza.


Stiamo vedendo - in questi giorni - come le “scosse vitali” alla politica locale stiano producendo lenti ma innegabili benefici circa la vitalità dei rappresentanti del popolo.


Molto c’è da fare, siamo lontani anni luce da quella “scatola di vetro dove tutti potranno guardarvi” che proponeva il grillino oggi Sindaco.


E’ mancata la trasparenza su questioni importanti come il terreno contaminato presso il cantiere PNRR (nuova mensa) nessuno ha riferito delle negligenze progettuali, la lunga assenza di una voce forte che costruisse una narrazione e una minoranza che cogliesse quel sottile filo rosso che unisce tutte le sventure di Pozzo (strutture scolastiche in primis).

Svegliare dal torpore i rappresentanti del popolo provoca moti di rabbia e nervoso, ma altro non è che un richiamo alle responsabilità. 

Chi si è candidato – lo sa bene – ha accettato un ruolo non per prescrizione medica, ma su base volontaria senza alcun obbligato a fare il consigliere comunale da mero spettatore.

Servono Minoranze consiliari attente e vigili e - solo così per loro natura e ruolo – potrebbero condizionare con forza il dibattito pubblico e non lasciarsi trasportare dal vento in attesa delle elezioni. 

Lo dico per esperienza personale.

 

Ad ogni modo, oggi volevo pubblicare un altro post (molto più lungo, su altro argomento importante) ma prima devo raccontare un passaggio dell'assemblea pubblica tenutasi 2 settimane fa, convocata dal Sindaco per "spiegare cosa abbiamo fatto e cosa ancora resta da fare".

 

A dire il vero, serviranno altri post per un'analisi completa di quest’assemblea, che ha fornito numerosi spunti di riflessione che meritano di essere commentati (alcuni scivoloni impressionanti del Sindaco, diverse inesattezze) ma oggi mi limito a commentare un passaggio.

 

Il momento è stato esilarante, un attimo dopo aver affermato orgoglioso “…abbiamo finalmente sistemato le infiltrazioni dell’acqua. Fra fine dicembre e gennaio 2025 c’è stato intervento risolutivo…” il Sindaco è stato smentito dai pochi presenti “…la classe di mia figlia è stata spostata perché piove dentro…”.

Alcuni momenti di sconcerto, il Sindaco imbarazzato vede crollare le sue certezze in pochi secondi “…la scuola non ci ha comunicato nulla e per fare intervenire il Comune è necessario che ci scrivano una pec” risponde con voce incerta il primo Cittadino.

L’accusa alla Responsabile dell’Istituto e i suoi collaboratori scolastici lascia basiti i presenti e anticipa il “grande classico della gestione Villa: il rimpallo delle responsabilità”

In questi anni, il Sindaco ha mostrato grandi qualità di smistatore di responsabilità, una sorta di Platini della Pubblica Amministrazione, un po’ meno fantasista del n. 10 francese, più burocrate dei burosauri che negli anni ’80 incestavano le PPAA

Un atteggiamento che disgusta chiunque sia a conoscenza della sua visita pastorale presso l’istituto scolastico (il venerdì precedente è andato a mangiare a scuola) impossibile che si fosse dimenticato del pranzo e caffè scroccato da vero grillino.

Se il sopralluogo del Sindaco – che è il legale rappresentante dell’Ente proprietario della struttura scolastica (a cui sono in carico gli interventi manutentivi) – avesse avuto una cornice differente, non di mera passerella per stringere mani a qualche “fedelissima” ma di vero interesse per le condizioni della struttura non sarebbe caduto dalle nuvole.


“È già due giorni che la classe è stata spostata” ribadisce altro genitore e il Sindaco – con lo sguardo rivolto alla prima fila del fans club – come a cercare qualcuno – tenta la carta “aiuto del Tecnico”.


Ed ecco comparire a sorpresa, come fuoriuscita da una lampada di Aladino, il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale (proprio cosi, il dipendente pubblico presente ad un’assemblea convocata da un gruppo politico consiliare e già questo meriterebbe un post di 20 pagine ma “so ragazzi” e passo oltre”) che torna a sostenere la tesi risultata poi smentita che “in Comune non vi sono pec inviate da parte della scuola”.


Ad ogni modo, senza aspettare inutili lungagini politiche, i genitori si sono mossi in piena autonomia e hanno organizzato l’invio simultaneo di un testo condiviso agli Uffici dell’ATS (ex ASL) per chiedere un sopralluogo per verificare le condizioni della struttura scolastica.

MOLTO BENE

Nel percepire l’importanza di quanto segnalato, i tecnici ATS hanno chiesto chiarimenti e – questo mi è stato riferito da una decina di genitori – sono usciti (il 21.03) per riscontrare i contenuti della trentina di email ricevute.

Siamo in attesa che gli uffici di ATS inoltrino – al Comune e all’Istituto comprensivo – il rapporto di sopralluogo del sopralluogo, considerazioni maturate e necessarie prescrizioni.

PER LEGGERLE INSIEME, SENZA OSCURANTISMI DELLA CIALTRONERIA NOSTRANA.


Mentre la politica locale parla (“ci siamo visti e ne abbiamo parlato”) i genitori ottengono un bel risultato.

Il mio personale ringraziamento, perché hanno ottenuto più di quanto non sia stato fatto in 3 anni dai loro rappresentanti. 

E dico loro, perché al momento ho grosse difficoltà a riconoscermi e sentirmi rappresentato.


_AM_

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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