Ufficiale:
il Sindaco di Cassina dè Pecchi è fra i Sindaci a rispondere all’appello della
Prefettura sull’accoglienza dei richiedenti asilo.
A
dire il vero non è una novità, perlomeno non lo è per chi segue il Blog!
Circa
4 mesi e mezzo fa, il 27 novembre, attraverso un post (http://andreamaggio.blogspot.it/2016/11/prefetto-tavolo-per-profughi.html)
anticipavo la notizia.
Oggi
è ufficiale, è nato un coordinamento fra i Comuni della Martesana e il sindaco
di Pioltello, Ivonne Cosciotti, presiederà il tavolo.
Non
rappresenta una novità nemmeno il fatto, che il Sindaco abbia aderito alla
bozza di protocollo senza il passaggio in Consiglio Comunale, dovuto “….per
ogni atto che impegna il Comune di Cassina, con altri soggetti”.
Per
il Sindaco, per tutta la Giunta più scadente del trentennio, il Consiglio
Comunale non è un’opportunità ma un fastidio, una perdita di tempo salvo poi piagnucolare
– come tutti i vetero Comunisti – sulla libertà e democrazia, i diritti dei
nostri nonni (e bla bla bla) quando si prospettano violazioni a parti invertite.
Detto
questo, io sono cattolico e ho compreso che la prefettura ha urgente necessità di individuare luoghi e spazi dove
collocare i richiedenti asilo.
Sembra che la nuova linea intrapresa dal Prefetto preveda che eventuali accoglienze si realizzino in spazi “abitabili, liberi e gestibili”.
Sembra che la nuova linea intrapresa dal Prefetto preveda che eventuali accoglienze si realizzino in spazi “abitabili, liberi e gestibili”.
Bisognerà
capire cosa abbia in mente il Sindaco, se solo si degnasse di informare i Cittadini
e avviare la discussione in Consiglio Comunale.
Chi
ha una cultura governativa, non può speculare stupidamente sulla questione così
delicata, ma parliamone.
E’
giusto che insieme si valutino possibilità e prospettive e – soprattutto – se
Cassina è oggi nelle condizioni di ospitare profughi, quanti e per quanto.
Nel 2014, non lo eravamo.
Ricordo
che nel 2014, a a
seguito delle sollecitazioni e preoccupazioni montate fra i Cittadini, il
Vicesindaco Marcello Novelli fece sapere che "L'Italia ha un problema: sulle nostre coste
stanno arrivando migliaia di profughi dai paesi in guerra. E' una cosa normale:
se ti distruggono la casa, se rischi di morire, se la tua famiglia e' in
pericolo, scappi. Non stracciamoci le vesti, lo faremmo anche noi. I paesi
dell'Africa e del Medio Oriente sono pieni di profughi, i piu' audaci e
coraggiosi prendono una barca e superano il Mediterraneo per arrivare in quel
posto meraviglioso che e' l'Europa" ovviamente – passati 3 anni
– il clima è differente e l’emergenza è diventata una questione strutturale, i
Governi nazionali (rigidamente targati PD e mai eletti) non hanno affrontato la
questione per tempo e oggi – come spesso accade – i Comuni sono chiamati a
collaborare.
Il
vicesindaco Novelli, che vanta perlomeno un piglio più istituzionale del
Sindaco continuava il suo ragionamento: "Fino ad
oggi sono stati sistemati nei cosiddetti centri di accoglienza del Sud Italia,
ma questi sono pieni e gli italiani del Sud chiedono solidarietà agli italiani
del Nord (come noi italiani chiediamo aiuto agli altri europei). L'Italia
chiede a tutte le istituzioni d'Italia di fasi carico di questo problema,
convinta che se il problema sarà condiviso sarà un po' meno pesante da
sopportare. E' stato chiesto aiuto anche ai comuni della Provincia
di Milano, lo ha fatto il Prefetto, rappresentante della Repubblica
Italiana".
In
quei giorni, lo avevamo capito bene, la scenata di solidarietà fu un atto
dovuto per mostrarsi di sinistra agli occhi degli elettori compiaciuti.
Ma
i numeri erano limitati e la disponibilità ad accogliere i profughi era appunto
un gesto teatrale, reso ridicolo anche agli occhi del Prefetto, non solo per l’assenza
di disponibilità alloggiativa del nostro Comune, ma per la contropartita
economica chiesta dal Sindaco per accoglierli.
Il
Prefetto non ha nemmeno risposto e dev’essere stato il primo a capire che tipo
di legislatura avrebbe avuto Cassina dè
Pecchi, con l’attuale Sindaco.
Sindaco
e Amministrazione Comunale sono due cose differenti.
Anzi,
quando coincidono è l'inizio dell'autoritarismo.
La
posizione che esprime un Sindaco diventa "la posizione
dell'Amministrazione" se è legittimata da un organo istituzionale (dove
il Sindaco ha sicuramente la maggioranza) ma attraversa una discussione e un
confronto democratico.
Un
indirizzo politico – come la firma di un Protocollo – viene approvato
da Consiglio Comunale attraverso delibera.
A
Cassina invece abbiamo un Sindaco, che si alza la mattina e “come la pensa, la
fa” e – visti i risultati penosi dell’Amministrazione – mi chiedo come possa
continuare a non confrontarsi.
Spero
si degni di informarci sulle “accoglienze da realizzare in spazi abitabili,
liberi e gestibili”, quali sono questi spazi individuati e per quanto tempo.
Cordiali
Saluti
Andrea
Maggio
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