lunedì 26 giugno 2017

LIBERAMENTE N. 6 - NON PERDERE LA SPERANZA DI RIUNIFICARE


 

<<Con la residenza inferiore ai 15.000 abitanti, a Cassina l'elezione del Sindaco è diretta e vince le elezioni la lista che prende un voto in più delle altre coalizioni concorrenti.

 

Ogni lista in più è un modo rischioso di disperdere i voti, un vantaggio per chi invece sceglie l’unità alleandosi in coalizione.

 

E per questo l'alleanza, la coalizione  diventa importante, direi quasi fondamentale in chiave elettorale, se non si vuole fare una semplice comparsa e assicurare la vittoria degli avversari.

 

Abbiamo già pagato amaramente la "personalizzazione" della politica,  le spaccature interne a due partiti di governo (Forza iItalia e Lega Nord), i veti incrociati, nulla di tutto questo ha giovato e nulla viene ricordato come  divergenza di vedute politiche.

 

Comune è diventato asfissiante e questo dovrebbe spingere tutti coloro i quali non si riconoscono in questa Amministrazione, a sedersi intorno ad un tavolo e non lasciare cadere l'unica possibilità per tornare competitivi fra 2 anni

 

Sulla mia candidatura futura alla carica di Consigliere Comunale decideranno i Cittadini, la mia presenza non è una prescrizione medica e non escludo che possa scegliere di  "fermarmi un giro".

 

il consenso popolare non si traduce obbligatoriamente in consenso politico, in altre parole so perfettamente che la mia non può essere una candidatura unitaria, quella che serve oggi>>.    - ANDREA MAGGIO -

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Per arrivare a parlare della situazione politica di Cassina, bisogna partire da lontano, nella consapevolezza che le persone interessate ad alcuni passaggi, faranno lo sforzo di proseguire la lettura fino in fondo.

 

Mentre in Parlamento hanno provato – con il prevedibile fallimento – ad approvare una legge elettorale che, grazie ad un impianto proporzionale, scongiurasse alleanze pre-elettorali, sono emersi dati importanti dal primo turno delle comunali (tenutesi domenica in 1.005) e dai ballottaggi.

 

Aldilà dei risultati emersi nella notte di ieri, i quali non intendo commentare in questo post, sono emersi alcuni elementi interessanti.

 

Il primo turno – svoltosi 2 settimane fa – ha raccontato che le coalizioni vanno ancora di moda, mentre il Ballottaggio di ieri ha restituito un elettorato di centrodestra – che nonostante la poca affluenza alle urne – è ancora vivo e carico di speranza.

 

Diciamo che questa tendenza alla coalizione era più o meno nota a tutti, le periodiche analisi (ultima pre-elettorale) dell'Istituto Cattaneo di Bologna offrono spaccato interessante sul quale riflettere.

 

Nel 78,9% dei casi dei 161 comuni con più di 15mila abitanti, il centrosinistra si è presentato unito e l'impressionante la percentuale non è stata molto dissimile (73,6%) per il centrodestra.

 

E questo nei Comuni dove la legge elettorale prevede il doppio turno, figurarsi dove – essendo la residenza inferiore ai 15.000 abitanti come il nostro - l'elezione del Sindaco è diretta e basta prendere un voto in più delle altre coalizioni concorrenti per vincere le elezioni.

 

Ogni lista in più è un modo rischioso di disperdere i voti, un vantaggio per chi invece sceglie l’unità alleandosi in coalizione.

 

E per questo l'alleanza, la coalizione  diventa importante, direi quasi fondamentale in chiave elettorale, se non si vuole fare una semplice comparsa e assicurare la vittoria degli avversari.

 

Purtroppo, nel corso degli anni abbiamo assistito (o vissuto) vittorie mutilate, da parte di coalizioni in grado di vincere elezioni comunali, ma non governare un paese. 

 

Vincere le elezioni è sempre possibile, ma per dare un governo serio ad un paese corre l'obbligo di presentare coalizioni unite e coese sotto il profilo programmatico.

 

Quindi una coalizione alternativa all'attuale maggioranza (che mal governa Cassina da più di 3 anni) potrebbe candidarsi alla guida di questo paese solo con il valore del "confronto inclusivo", avendo come obiettivo la valorizzazione delle migliori esperienze e realtà del territorio – anche civiche – espressioni del territorio e rappresentative di questo.

 

Il destino politico di Cassina dè Pecchi è argomento che interessa tanti - addetti ai lavori ma non solo – soprattutto in considerazione dell’andamento del nostro Comune e la scarsa capacità politica di offrire valide risposte alle istanze territoriali, da parte della coalizione governativa.

 

Le prossime elezioni in paese saranno vinte da chi offrirà maggiori garanzia di tenuta, rispetto al dibattito politico, non chi – come l'Amministrazione Mandelli – evita di discutere su argomenti vari, talvolta per non palesare le divisioni fra PD e Sinistra, altre volte per eludere il confronto, sintomo che qualcosa (soprattutto nella democrazia interna alle forze politiche e di partito) non funziona. 

 

Il ragionamento politico dev'esserci, deve rientrare in confini riconoscibili ma non può mancare in contesti democratici.

 

E non bisogna avere paura, quando il procedimento decisionale è chiaro e senza ambiguità.

 

Serve un'attività politica credibile, con un programma semplice e chiaro che unisca e non divida. 

 

Che sia sintesi di tutte le anime in campo, mi piacerebbe che anche nel centrodestra si imparasse a discutere di contenuti, programmi e non di persone. 

 

Abbiamo già pagato amaramente la "personalizzazione" della politica,  le spaccature interne a due partiti di governo (Forza iItalia e Lega Nord), i veti incrociati, nulla di tutto questo ha giovato e nulla viene ricordato come  divergenza di vedute politiche.

 

Si trattò di un complesso intreccio di questioni personali e tatticismo esasperato, una battaglia interna all’ex Maggioranza che lasciò sul campo feriti da ambo le parti, le parole non furono certo misurate con il contagocce e ognuno degli attori ebbe una dose di responsabilità ma erroneamente si illuse d’esser custode della verità

 

In quei ultimi mesi della scorsa Amministrazione, la “narrazione politica” mi collocò fra i “falchi”, ma a dire il vero Colombe non ne ricordo.

 

Se alla fine divenni falco fu per spirito di sopravvivenza, visto che alla realtà dei fatti, fui io a cercare punti di contatto, sognare un dialogo e un accordo in extremis con i dissidenti, che avevano oramai palesato avversità all’Amministrazione.

 

Probabilmente, l’intervento fu tardivo ormai si era già entrati in un vortice di personalismi e diffidenza, che il futuro sarebbe stato compromesso.

 

Chi aveva cambiato opinione sull’Amministrazione D’Amico passò all’opposizione e il Sindaco senza più la maggioranza consiliare diede le dimissioni prematuramente.

 

Da quel momento fu chiaro a tutti quanto semplice sarebbe stata la vittoria di un centrosinistra (unito) contro una compagine frammentata.

 

Una parte considerevole dell'elettorato di centrodestrarimasto frastornato dalle profonde fratture e dalle dimensioni del fenomeno assunto in campagna elettorale – non andò a votare, altri furono esclusi dalla rappresentatività in Consiglio Comunale (la lista non ottenne il quorum).

 

 Molti altri – in considerazione della prevedibile sconfitta del centrodestra – saranno per altri 2 anni con una rappresentanza Consiliare – numericamente – inadeguata alle aspettative.

 

Oggi più che mai il futuro di Cassina appare incerto, non conosco quale sia il clima attuale fra le forze politiche e le differenti anime ostili all'attuale amministrazione, ma certamente in Comune è diventato asfissiante e questo dovrebbe spingere tutti coloro i quali non si riconoscono in questa Amministrazione, a sedersi intorno ad un tavolo e non lasciare cadere l'unica possibilità per tornare competitivi fra 2 anni.

 

So bene quante siano le dinamiche politiche in corso, ma credo davvero che oggi servirebbe il reale contributo di tutti, per formulare una proposta politica credibile.

 

Lo dobbiamo ad un elettorato che ci chiede di lavorare per stare insieme e provare ad ottenere quel voto in più, indispensabile per sottrarre il paese ad un gruppo di potere forte e ben radicato.

 

Ma il vento è cambiato nuovamente e sono rimasti in pochi – purtroppo ai vertici di associazioni e cooperative - a credere e promuovere la "Disinformazia Mandelliana" (una sorta di Mandellocrazia che regge su una generica disinformazione) e nella "ludocrazia Cassinese" usata dalla maggioranza consiliare, come "arma di distrazione di massa". 

 

La Società cassinese ha compreso che non saranno eventi/feste/manifestazioni gioiose, i soli temi ad influenzare il proprio giudizio sulla Mandellocrazia.

 

L'immagine restituita al paese è surreale, mentre il degrado attanaglia Cassina in giorno sempre più. 

 

La Politica non può essere mera testimonianza ma sostanziale vicinanza e ascolto dei problemi dei Cittadini e sono disposto a mettere a disposizione i frutti di un'attività che prosegue ininterrottamente da molti anni e che si concretizza ogni giorno.

 

Sulla mia candidatura futura decideranno i Cittadini, la mia presenza non è una prescrizione medica e non escludo che possa sceglierne di  "fermarmi un giro", d'altronde lavoro ogni giorno per favorire l’emersione di una nuova classe dirigente locale in grado di offrire un valido contributo al bene del Comune.

 

Si può fare politica anche esternamente al Consiglio, sul mio futuro insistono una serie di variabili, una delle quali – ripeto – è rappresentata dal determinante parere dei Cittadini.

 

Il futuro di questo paese è nelle mani degli elettori e non dei politici, ma i politici hanno la responsabilità di sedersi ad un tavolo e parlare, discutere e fare sintesi

 

E’ stato dimostrato che il consenso popolare non si traduce obbligatoriamente in consenso politico, in altre parole so perfettamente che la mia non può essere una candidatura unitaria, quella che serve oggi.

 

Su queste basi, a settembre proverò a convocare un Tavolo, proverò a verificare l'esistenza delle condizioni per costruire una piattaforma ed eventualmente cominciare un ragionamento sull'alternativa all’attuale Amministrazione da offrire agli elettori.


Spero di trovare la disponibilità a sedersi al tavolo da parte di tutti, da Giarda a Pagani, ma non escluderei nessuno di quelli che non si riconosce nell'attuale Amminstrazione, perché vincere le elezioni contro l'attuale gruppo di potere (che aldilà dei nomi governa cassina da 18 degli ultimi 22 anni) non sarà facile e qualsiasi frattura – micro o maxi che sia – condannerà Cassina dè Pecchi ad altri 5 anni di questo scempio.

 

E restano al Governo del paese non per il beneficio sociale portato al paese, ma per una gestione politico-elettorale del potere attraverso importanti cooperative, associazioni, occupazione militare di organismi e comitati utilizzati come "mitigazione del dissenso" e serbatoio di voti al momento giusto.

 

Un'oligarchia imperscrutabile, costantemente innervosita dalla critica sociale.

 

Per vincere occorre un lavoro immane di "ricostruzione" attraverso la piattaforma e mettere in cantiere la speranza, lavorando molti mesi - fianco a fianco - per mettere in piedi l'ambizioso progetto di presentare al paese programmi chiari.

 

Almeno tentiamoci, concentrandoci sulle inevitabili conseguenze locali delle novità politiche a livello nazionale.

 

Ho già anticipato da tempo, dalle pagine del mio blog, che altre saranno le partenze dal PD verso soggetti più a sinistra.

 

Mandelli non è più un candidato forte per una riedizione della coalizione di centrosinistra, non è più una "carta spendibile e vincente".

 

Il PD - al netto dei prossimi e imminenti addii - ha probabilmente già individuato il candidato sindaco su cui investire nell’ultima parte della legislatura: l’attuale Vice-Sindaco

 

Ad ogni modo, sarà interessante capire quali saranno i rapporti di forza fra PD e questo rinnovato "coordinamento della Sinistra" (che dialogherà stretto con i fuoriusciti a sinistra del PD) e che sosterranno alle primarie un candidato Sindaco diverso da Novelli.

 

Il MCCS rappresentato in Consiglio Comunale da Vimercati è un soggetto politico che continua a confermare – dopo alcune legislature – più di 1000 voti di lista.

 

Numeri importanti, ma che in una corsa solitaria e in una logica maggioritaria (Comuni sotto i 15.000 abitanti) come avvenuta sin qui, sono relegati a sedere in Minoranza e per questo servirà che in futuro il MCCS voglia decidere “cosa fare da grande”: ossia decidere per quale coalizione lavorare.

 

Infine c’è Medei, va beh, che da quando andava sui giornali a dichiarare “non voglio candidarmi” è diventato assessore e oggi sogna la candidatura alla carica di Sindaco: al momento è un primo Cittadino in cerca di coalizione, qualcuno lo aiuterà.

Penso che alla fine – come già avevo previsto 4 anni fa – accontenterà con la promessa di un assessorato: scalpita, come tutti quelli che all’insegna del nuovismo, ma poi una poltrona dovrebbe rilassarlo.

 

All’interno del PD lavorano per Novelli e – dopo la bruciante sconfitta alle primarie di 3 anni fa – questo partito vuole e otterrà il candidato Sindaco: dovrà essere un “tesserato PD” e solo Novelli può aprire altri scenari.

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