<<Con la residenza inferiore ai 15.000 abitanti, a Cassina l'elezione
del Sindaco è diretta e vince le elezioni la lista che prende un voto in più
delle altre coalizioni concorrenti.
Ogni
lista in più è un modo rischioso di disperdere i voti, un vantaggio per chi invece
sceglie l’unità alleandosi in coalizione.
E
per questo l'alleanza, la coalizione diventa importante, direi quasi
fondamentale in chiave elettorale, se non si vuole fare una semplice comparsa e
assicurare la vittoria degli avversari.
Abbiamo
già pagato amaramente la
"personalizzazione" della politica, le spaccature interne a due partiti di governo (Forza iItalia e Lega
Nord), i veti incrociati, nulla di tutto questo ha giovato e nulla
viene ricordato come divergenza di vedute politiche.
Comune è diventato asfissiante
e questo dovrebbe spingere tutti coloro i quali non si riconoscono in questa
Amministrazione, a sedersi intorno ad un tavolo e non lasciare cadere l'unica
possibilità per tornare competitivi fra 2 anni
Sulla
mia candidatura futura alla carica di Consigliere Comunale decideranno i
Cittadini, la mia presenza non è una prescrizione medica e non escludo che
possa scegliere di "fermarmi un giro".
il consenso popolare non si traduce obbligatoriamente
in consenso politico, in altre parole so perfettamente che la mia non può
essere una candidatura unitaria, quella che serve oggi>>. - ANDREA MAGGIO -
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Per arrivare a parlare della
situazione politica di Cassina, bisogna partire da lontano, nella
consapevolezza che le persone interessate ad alcuni passaggi, faranno lo sforzo di proseguire la lettura fino in
fondo.
Mentre in Parlamento hanno provato – con il prevedibile fallimento – ad approvare una legge elettorale
che, grazie ad un impianto proporzionale,
scongiurasse alleanze pre-elettorali, sono emersi dati importanti dal primo
turno delle comunali (tenutesi domenica in 1.005) e dai ballottaggi.
Aldilà dei risultati emersi nella notte di ieri, i quali non
intendo commentare in questo post, sono
emersi alcuni elementi interessanti.
Il primo turno – svoltosi 2 settimane fa – ha raccontato che le
coalizioni vanno ancora di moda,
mentre il Ballottaggio di ieri ha
restituito un elettorato di centrodestra – che
nonostante la poca affluenza alle urne – è ancora vivo e carico di speranza.
Diciamo che questa tendenza alla coalizione era più o meno
nota a tutti, le periodiche analisi (ultima
pre-elettorale) dell'Istituto Cattaneo di Bologna offrono spaccato
interessante sul quale riflettere.
Nel 78,9% dei casi dei 161 comuni con più di 15mila abitanti,
il centrosinistra si è presentato unito e l'impressionante la percentuale
non è stata molto dissimile (73,6%) per il centrodestra.
E questo nei Comuni dove la legge elettorale prevede il
doppio turno, figurarsi dove – essendo la residenza inferiore ai 15.000 abitanti
come il nostro - l'elezione del Sindaco
è diretta e basta prendere un voto in più delle altre coalizioni concorrenti
per vincere le elezioni.
Ogni lista in più è un modo rischioso di disperdere i voti,
un vantaggio per chi invece sceglie l’unità alleandosi in coalizione.
E per questo l'alleanza, la
coalizione diventa importante, direi quasi fondamentale in chiave
elettorale, se non si vuole fare una semplice comparsa e assicurare la vittoria
degli avversari.
Purtroppo, nel corso degli anni abbiamo assistito (o vissuto)
vittorie mutilate, da parte di coalizioni in grado di vincere elezioni
comunali, ma non governare un paese.
Vincere le elezioni è sempre possibile, ma per dare un governo serio
ad un paese corre l'obbligo di presentare coalizioni unite e coese sotto il profilo programmatico.
Quindi una coalizione alternativa all'attuale
maggioranza (che mal governa Cassina da
più di 3 anni) potrebbe candidarsi alla guida di questo paese solo con
il valore del "confronto inclusivo", avendo come obiettivo la valorizzazione delle migliori esperienze e realtà del
territorio – anche civiche – espressioni
del territorio e rappresentative di questo.
Il destino politico di Cassina dè Pecchi è argomento che
interessa tanti - addetti ai lavori ma
non solo – soprattutto in considerazione dell’andamento del nostro Comune e
la scarsa capacità politica di offrire valide
risposte alle istanze territoriali, da parte della coalizione governativa.
Le prossime elezioni in paese
saranno vinte da chi offrirà maggiori garanzia di tenuta, rispetto al dibattito
politico, non chi – come l'Amministrazione
Mandelli – evita di discutere su argomenti vari, talvolta per non palesare
le divisioni fra PD e Sinistra, altre volte per eludere il confronto, sintomo che qualcosa (soprattutto nella
democrazia interna alle forze politiche e di partito) non funziona.
Il ragionamento politico
dev'esserci, deve rientrare in confini riconoscibili ma non può mancare in
contesti democratici.
E non bisogna avere paura, quando
il procedimento decisionale è chiaro e senza ambiguità.
Serve un'attività politica credibile, con un programma
semplice e chiaro che unisca e non
divida.
Che sia sintesi di tutte le anime in campo, mi piacerebbe che anche nel centrodestra
si imparasse a discutere di contenuti,
programmi e non di persone.
Abbiamo già pagato amaramente la "personalizzazione" della
politica, le spaccature interne a due
partiti di governo (Forza iItalia e Lega Nord), i veti incrociati, nulla di tutto questo ha giovato e nulla
viene ricordato come divergenza di vedute politiche.
Si trattò di un complesso intreccio di questioni
personali e tatticismo esasperato, una battaglia interna all’ex Maggioranza che
lasciò sul campo feriti da ambo le parti, le parole non furono certo misurate
con il contagocce e ognuno degli attori ebbe una dose di responsabilità ma
erroneamente si illuse d’esser custode della verità
In quei ultimi mesi della
scorsa Amministrazione, la “narrazione politica” mi collocò fra i “falchi”, ma
a dire il vero Colombe
non ne ricordo.
Se alla fine divenni falco fu per spirito di sopravvivenza, visto
che alla realtà dei fatti, fui io a cercare punti di contatto, sognare un dialogo
e un accordo in extremis con i dissidenti, che avevano oramai palesato
avversità all’Amministrazione.
Probabilmente, l’intervento fu tardivo ormai si era già
entrati in un vortice di personalismi e diffidenza, che il futuro sarebbe stato compromesso.
Chi aveva cambiato opinione sull’Amministrazione D’Amico
passò all’opposizione e il Sindaco senza più la maggioranza consiliare diede le
dimissioni prematuramente.
Da quel momento fu chiaro a tutti quanto semplice sarebbe
stata la vittoria di un centrosinistra (unito) contro una compagine frammentata.
Una parte considerevole dell'elettorato
di centrodestra – rimasto frastornato
dalle profonde fratture e dalle dimensioni del fenomeno assunto in campagna
elettorale – non andò a votare, altri furono esclusi dalla rappresentatività
in Consiglio Comunale (la lista non ottenne il quorum).
Molti altri – in considerazione della prevedibile sconfitta
del centrodestra – saranno per altri 2 anni con una rappresentanza Consiliare
– numericamente – inadeguata alle aspettative.
Oggi più che mai il futuro di Cassina appare incerto, non conosco quale sia il clima attuale fra
le forze politiche e le differenti anime ostili all'attuale amministrazione,
ma certamente in Comune è diventato asfissiante e questo dovrebbe spingere
tutti coloro i quali non si riconoscono in questa Amministrazione, a sedersi
intorno ad un tavolo e non lasciare cadere l'unica possibilità per tornare
competitivi fra 2 anni.
So bene quante siano le dinamiche politiche in corso, ma
credo davvero che oggi servirebbe il reale contributo di tutti, per formulare una proposta politica credibile.
Lo dobbiamo ad un elettorato che ci chiede di lavorare per
stare insieme e provare ad ottenere quel voto in più, indispensabile per sottrarre il paese ad un gruppo di potere forte e
ben radicato.
Ma il vento è cambiato nuovamente e sono rimasti in pochi –
purtroppo ai vertici di associazioni e cooperative - a credere e promuovere la
"Disinformazia Mandelliana" (una sorta di Mandellocrazia che regge su
una generica disinformazione) e nella "ludocrazia Cassinese" usata
dalla maggioranza consiliare, come "arma di distrazione di
massa".
La Società cassinese ha compreso che non
saranno eventi/feste/manifestazioni gioiose, i soli temi ad influenzare il
proprio giudizio sulla Mandellocrazia.
L'immagine restituita al paese è surreale, mentre il degrado
attanaglia Cassina in giorno sempre più.
La Politica non può essere mera testimonianza ma sostanziale vicinanza
e ascolto dei problemi dei Cittadini e sono disposto a mettere a
disposizione i frutti di un'attività che prosegue ininterrottamente da molti anni e che si concretizza ogni
giorno.
Sulla mia candidatura
futura decideranno i Cittadini, la mia presenza non è una prescrizione medica e non
escludo che possa sceglierne di "fermarmi un giro", d'altronde lavoro ogni giorno per favorire
l’emersione di una nuova classe dirigente locale in grado di offrire un valido contributo
al bene del Comune.
Si può fare politica anche
esternamente al Consiglio, sul mio futuro insistono una serie di variabili, una delle quali –
ripeto – è rappresentata dal determinante parere dei Cittadini.
Il futuro di
questo paese è nelle mani degli elettori e non dei politici, ma i politici
hanno la responsabilità di sedersi ad un tavolo e parlare, discutere e fare
sintesi
E’ stato dimostrato che il consenso popolare non si traduce
obbligatoriamente in consenso politico, in altre parole so perfettamente che la
mia non può essere una candidatura unitaria, quella che serve oggi.
Su queste basi, a
settembre proverò
a convocare un Tavolo,
proverò a verificare l'esistenza delle condizioni per costruire una piattaforma
ed eventualmente cominciare un ragionamento sull'alternativa all’attuale
Amministrazione da offrire agli elettori.
Spero
di trovare la disponibilità a sedersi al tavolo da parte di tutti, da Giarda a Pagani, ma non escluderei nessuno di quelli che non si riconosce nell'attuale Amminstrazione, perché vincere le elezioni contro l'attuale gruppo di
potere (che aldilà dei nomi governa cassina da 18 degli ultimi 22 anni) non
sarà facile e qualsiasi frattura – micro o maxi che sia – condannerà
Cassina dè Pecchi ad altri 5 anni di questo scempio.
E restano al Governo del paese non
per il beneficio sociale portato al paese, ma per una gestione
politico-elettorale del potere attraverso importanti
cooperative, associazioni, occupazione militare di organismi e comitati
utilizzati come "mitigazione del
dissenso" e serbatoio di voti al momento giusto.
Un'oligarchia imperscrutabile,
costantemente innervosita dalla critica sociale.
Per vincere occorre un
lavoro immane di "ricostruzione"
attraverso la piattaforma e mettere in cantiere la speranza, lavorando molti
mesi - fianco a fianco - per mettere in piedi l'ambizioso progetto di presentare al paese programmi
chiari.
Almeno tentiamoci, concentrandoci sulle inevitabili conseguenze locali delle
novità politiche a livello nazionale.
Ho
già anticipato da tempo, dalle pagine del mio blog, che altre saranno le partenze dal PD verso soggetti più a
sinistra.
Mandelli non è più un candidato forte per
una riedizione della coalizione di centrosinistra, non è più una "carta spendibile e vincente".
Il
PD - al netto dei prossimi e imminenti addii - ha probabilmente già
individuato il candidato sindaco su cui investire nell’ultima parte della
legislatura: l’attuale Vice-Sindaco
Ad ogni modo, sarà interessante capire
quali saranno i rapporti di forza fra PD e questo rinnovato "coordinamento della Sinistra" (che
dialogherà stretto con i fuoriusciti a sinistra del PD) e che sosterranno alle
primarie un candidato Sindaco diverso da Novelli.
Il MCCS rappresentato
in Consiglio Comunale da Vimercati è un soggetto politico che continua a
confermare – dopo alcune legislature – più di 1000 voti di lista.
Numeri importanti, ma che in
una corsa solitaria e in una logica maggioritaria (Comuni sotto i 15.000
abitanti) come avvenuta sin qui, sono relegati a sedere in Minoranza e per questo
servirà che in futuro il MCCS voglia decidere “cosa fare
da grande”: ossia decidere per quale coalizione lavorare.
Infine c’è Medei, va beh, che da quando andava
sui giornali a dichiarare “non voglio candidarmi” è diventato assessore e oggi sogna
la candidatura alla carica di Sindaco: al momento è un primo Cittadino in cerca
di coalizione, qualcuno lo aiuterà.
Penso che alla fine – come già avevo
previsto 4 anni fa – accontenterà con la promessa di un assessorato: scalpita,
come tutti quelli che all’insegna del nuovismo, ma poi una poltrona dovrebbe rilassarlo.
All’interno del PD lavorano per Novelli
e – dopo la bruciante sconfitta alle primarie di 3 anni fa – questo partito
vuole e otterrà il candidato Sindaco: dovrà essere un “tesserato PD” e solo
Novelli può aprire altri scenari.
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