mercoledì 16 settembre 2020

220 INFERMIERI DI FAMIGLIA


Con la Delibera n. XI/3377 del 14 luglio 2020 la Regione Lombardia apre le porte agli Infermieri di Famiglia e di Comunità. Ne assumerà ben 220 lungo tutto il territorio regionale

Una “nuova” figura professionale, che si occuperà, in equipe con il Medico di Famiglia, dei Pazienti a domicilio seguendolo a 360°.

E’ una rivoluzione storica in Lombardia.

La figura dell’infermiere di famiglia è stata inserita nel Patto per la salute ed è prevista dalla legge 77/2020, quella che ha convertito il decreto Rilancio emanato dal governo. 

Le Regioni hanno messo a punto un documento che equipara questa nuova professionalità su tutto il territorio nazionale e il documejnto chiarisce bene cosa è, cosa non è, e quali sono le potenzialità e le peculiarità anche formative, organizzative e collaborative di questa figura.

In molte realtà locali la figura esisteva ma che ora viene codificata, organizzata, normata e formata in tutte le Regioni.

Si tratta di un professionista della salute che riconosce e cerca di mobilitare risorse all’interno delle comunità, comprese le competenze, le conoscenze e il tempo di individui, gruppi e organizzazioni della comunità per la promozione della salute e del benessere in un determinato contesto territoriale. 

Cerca di aumentare il controllo delle persone sulla loro salute. È quindi un professionista di riferimento per tutta la popolazione, con particolare attenzione alle fragilità. Per questo la sua presenza è fondamentale, soprattutto durante l’emergenza coronavirus.

Casi particolari. In particolari condizioni epidemiologiche, quale quella da coronavirus appunto, l’intervento dell’infermiere di famiglia può essere orientato alla gestione di un target di popolazione specifica, ad esempio per il tracciamento e monitoraggio dei casi di Covid-19, in collaborazione con medici di medicina generale e Igiene pubblica e nelle campagne vaccinali.

Il nuovo infermiere lavora quindi in modo proattivo: non aspetta solo le prescrizioni, ma intercetta autonomamente i suoi assistiti di cui conosce le problematiche di salute. L’obiettivo del suo inserimento normativo è proprio quello di potenziare e sviluppare la rete sociosanitaria con un’azione che si sviluppa dentro le comunità e con le comunità.

L’infermiere fa quindi una valutazione dei bisogni di salute; prevenzioneprimaria, secondaria e terziaria; conosce i fattori di rischio prevalenti nel territorio di riferimento, la relazione d’aiuto e l’educazione terapeutica; stende piani assistenziali infermieristici, individua quesiti di ricerca infermieristica.

Ma orienta anche ai servizi, fa una valutazione, indicazione e prescrizione dei presidi necessari. Monitora l’aderenza terapeutica, l’empowerment e valuta i sistemi di tele monitoraggio. È lui che attiva consulenze infermieristiche, si occupa della formazione dei caregiver e delle persone di riferimento. Soprattutto collabora a strategie assistenziali di continuità ospedale-territorio, definisce e contribuisce a protocolli, procedure, percorsi e progetta e attua gruppi di auto mutuo aiuto.

220 le assunzioni di infermieri di famiglia previste in Lombardia

30 EURO il compenso orario inclusivo degli oneri riflessi

35 il monte ore massimo settimanale


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