Come previsto - nei giorni scorsi sono state espletate le operazioni di apertura delle buste per l’assegnazione degli spazi comunali a destinazione commerciale di piazza Europa - è il risultato è stato quello di veder assegnati i locali ad Unes
il Gruppo Unes, che da più di vent’anni gestisce il punto vendita, ha ottenuto il nuovo contratto a un terzo di quanto concordato circa 11 anni fa.
Solo per aver assegnato uno stabile ad un terzo del contratto stipulato 12 anni fa e per il fallimento della gestione del Demanio e Patrimonio, l'assessore alla partita dovrebbe rassegnare le dimissioni.
In data 24/01/2011 con contratto di repertorio n. 1/2011 fu concessa in locazione alla società Unes l’unità immobiliare sita in piazza Europa e poi con la determinazione n. 54 del 07/02/2017 il predetto contratto fu rinnovato per un periodo di sei anni e precisamente fino al 23/01/2023.
Il canone stipulato (ed era l'assessore) è attualmente 299.980,08 euro/annui e passerà a 102.000 euro/annui a causa di una condizione indecente di una struttura su cui l'amministrazione non ha nemmeno speso i 10.000 euro ricevuti dall'assicurazione.
Una vergogna.
Comunque, nell’attesa del perfezionamento dei controlli di routine della documentazione presentata e dei seguenti adempimenti contrattuali, questo è importante, Unes ha assicurato che garantirà la continuità del servizio.
Però una riflessione la voglio fare:
Questo disastro è l'amaro frutto di quanto negli anni ho continuato ad annunciare: la mancata manutenzione allo stabile comunale avrebbe generato un depauperamento del valore e la comunità ne avrebbe fatto le spese.
Invece di pagare consulenze e spendere soldi pubblico per interventi non necessari (o non prioritarie) e utili a fare selfie, avremmo dovuto fare manutenzione alla struttura comunale
L’ultimo intervento importante di fatto nel 2012 ed ero io assessore (coperture, dipinta tutta la struttura, chiusura parti comuni )
Dovere di un Pubblico Amministratore è “…gestire il patrimonio pubblico con la diligenza di un buon padre di famiglia”.
<<Quando un politico chiede voti a quelli che diventeranno i propri elettori promette, innanzitutto, di amministrare la cosa pubblica come un buon padre di famiglia. Un buon padre di famiglia, per i suoi figli, per la sua famiglia pretende il meglio. Per far si che il meglio sia il prodotto finale sfrutta al meglio le potenzialità economiche (e non solo) che ha a disposizione.
Quando un politico promette di amministrare la cosa pubblica come un buon padre di famiglia promettere di amministrare al meglio l’immenso denaro pubblico a disposizione, promette di non sperperare inutilmente nemmeno un centesimo di questo patrimonio.
Un buon padre di famiglia non può permettersi di non sapere la fine dei propri soldi. Un buon padre di famiglia controlla ogni centesimo di spesa del proprio bilancio familiare per far si che si possa produrre il meglio con il meno. Un buon padre di famiglia non direbbe mai “non sapevo”, non scarica mai responsabilità ad altri, non posticipa mai scelte importanti, non usa mai soldi necessari ad una spesa dirottandoli su altro senza dire cosa.
Quando un amministratore pubblico sostiene di non sapere, non risponde, sta zitti, cerca selfie per dirottare attenzioni, quando prova a distrarre: ammette la propria inadeguatezza ad amministrare la cosa pubblica.
In Italia, come Cassina - purtroppo - la nostra partitocrazia regale molti esponenti all’oscuro delle sorti della propria amministrazione.
Eletti perché PARACULOIDI di partito senza arte né parte
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