giovedì 24 ottobre 2024

POZZO, IL MOMENTO DI DISEGNARE IL FUTURO.

Pozzo d'Adda è un paese che – in due decenni – ha visto raddoppiare il numero di residenti, registrando profonde trasformazioni demografiche.

 

Basti pensare che dai 3.534 residenti del 2002 si è passati alle 6.687 unità del 2023.

 

L'impennata di 3.000 residenti in poco più di 20 anni ha determinato conseguenze sulla gestione dei servizi comunali: è mutato il modello di paese senza che vi fosse una vera progettualità, un’idea generale di paese pianificata.

 

L’attuale Amministrazione – pagando lo scotto della grave inesperienzaha trascorso purtroppo il 60% della legislatura alla ricerca di equilibri interni alla struttura comunale e “sintonie con l’Ufficio Tecnico” che soltanto lo scorso 10 ottobre sembrano esser state raggiunte.

 

L’Ufficio Tecnico è stato interessato dallo Spoils System (tanto criticato dai grillini quando a governare non sono loro) e il 26.09.24 è stata disposta l’assunzione di un nuovo architetto presso il Comune di Pozzo d’Adda e, 24 ore dopo, il Sindaco (con decreto n. 21) si è premurato di assegnare allo stesso architetto un incarico di Elevata Qualificazione relativo alla Responsabilità e direzione del Settore Servizi Tecnici Territoriali, ovviamente in sostituzione del precedente responsabile.

Dopo due settimane esatte (il 10.10.24) la giunta comunale delibera la “consacrazione” del nuovo Responsabile del Settore Servizi Tecnici Territoriali, attribuendo le importantissime funzioni di Responsabile Unico di Procedimento/Progetto in relazione alle procedure in essere precedentemente assegnate al “fu” responsabile.

Fra queste procedure in essere il PGT, il fondamentale provvedimento urbanistico principe di una legislatura, il “disegno di paese” impresso su carta, quando lo guardi è un po’ come se vedessi il tuo paese come sarà tra dieci anni.

Ecco Pozzo del futuro, pensi, come poterlo adeguare alle reali necessità, favorendo il virtuosismo "pubblico-privato", come mai si è fatto in questo Comune per concretizzare prospettive.

 

Parliamo di un documento fondamentale per governare lo sviluppo del territorio nei giusti tempi, da approvare nei primi 14 mesi di legislatura per avere la parte restante di legislatura a disposizione per concretizzarne gli effetti urbanistici ed eventuali benefici per il territorio e per la comunità.

 

Aver avviato il lungo iter solo il 10.10.24 – ossia 3 anni dopo l’insediamento dell’Amministrazione Villa – è un ritardo impressionante.

 

Serve tempo per “costruire un documento trasparente, partecipato e condiviso” con i Cittadini e le realtà sociali, per cogliere le enormi potenzialità offerte dalla L.R. 12/05 con le modifiche intervenute.

 

I ritardi nell’avvio del provvedimento non dovranno sacrificare il confronto, per cogliere l'occasione e pianificare un paese assettato ai tempi, con tutti gli allegati (viabilistici ecc).

 

Molti residenti - come e insieme a me - aspettano di conoscere gli indirizzi politici che saranno proposti in modo da scongiurare altro consumo di suolo inutile e sfruttando le potenzialità per una valorizzazione delle zone depresse del territorio a vantaggio di una vera rigenerazione urbana.


Il provvedimento DEVE osservare alcuni passaggi obbligati, come partecipazione, trasparenza e condivisione, affrontati senza fretta per dar vita CON I CITTADINI un documento utile e non "arraffazzonato” per compiacere solo ai costruttori 

lunedì 21 ottobre 2024

POZZO, UNA PROPOSTA PER IL MERCATO

In un’ottica meramente propositiva, sono a rappresentare una proposta concreta per superare una criticità locale, che ritengo superabile grazie ad una decisione amministrativa “di buonsenso”.


Il mercato settimanale è un appuntamento fisso per i tanti cittadini che si recano a fare la spesa e acquistare prodotti freschi nelle 7 bancherelle presenti, il martedì mattina, lungo via don Minzoni fino intersezione con via Roma.


Un modello di vendita e di gestione che le nuove generazioni considerano desueto; personalmente ritengo che ancora oggi rappresentino luoghi di incontro e socialità, un patrimonio collettivo da salvare ma inserire in contesti idonei dove arrechino il minor disagio possibile.


Da sempre e in tutti i Comuni, la presenza di un mercato comporta limitazioni e istituzioni di divieti di sosta temporanei su alcune strade o piazze - appositamente segnalati da segnaletica verticale - al fine di garantire il corretto svolgimento dell’evento e la sicurezza dei pedoni.


Alle 7 bancherelle se n'é aggiunta una, davanti a una villetta con 2 bellissimi cani, che per ovvi motivi correlati alla propria attività ha necessità di avviare il generatore dalle ore 06:30 del giorno di mercato.


Lascio immaginare il disagio vissuto dai residenti e – con tutto il rispetto che si deve a chi lavora – il generatore non è una presenza sopportabile a quell’ora (con finestre chiuse).


Ma il tema non va ridotto a disagio dei singoli, ma affrontato in termini generali come superamento di un disagio diffuso in quanto locazione sconveniente.


L’occupazione di ogni singola bancherella (sono 7/8) occupa più di metà carreggiata della via don Minzoni, riducendone il calibro disponibile perché i residenti della via possano affrontare le manovre in entrata e uscita dal proprio accesso carrale, subendo di fatto e in alcuni orari, un serio pregiudizio alla godibilità del diritto alla mobilità, alcuni numeri civici sono bloccati in casa con le proprie autovetture.


Ripeto, il mercato è importante e merita ubicazioni più confacenti al ruolo, bisogna evitare conflittualità (anche sociali) dovute alla presenza di bancherelle, soprattutto quando si hanno valide alternative in un’area parcheggio adiacente.


Ed effettivamente, il piazzale Donatori del Sangue vanta dimensioni adeguate ad accogliere tutte le bancherelle.


Pertanto ritengo importante  che l’Amministrazione  valuti la possibilità di spostare l'ubicazione dell'intero mercato, visto il numero ristretto di bancarelle interessate, in una zona più adeguata, poco distante dall'attuale, e sicuramente meno impattante dal punto di vista viabilistico.



venerdì 11 ottobre 2024

POZZO, ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI LAVORI PRESSO LA MENSA SCOLASTICA

Dopo aver due post dedicati ad alcuni temi sensibili di carattere locale (ANDREA MAGGIO : GIUNTI AL 60% DI LEGIGLATURA: DELUSIONE PALPABILE IN PAESE) e in particolare relativi alla condizione vergognosa degli spogliatoi (ANDREA MAGGIO : POZZO, SPOGLIATOI DELL'INDECENZA) oggi oggi voglio affrontare la delicata questione dei lavori che stanno riguardando la mensa della ICS "Le ali della Libertà". 


A fine febbraio 2024, il Comune ha ricevuto una nota a mezzo PEC nella quale l’impresa esecutrice comunicava di aver ricevuto gli esiti di un'indagine ambientale con le caratteristiche del terreno che sarebbero andati a scavare.


A detta dell’impresa (e non so se sia stata protocollata documentazione a riguardo o solo "autocertificata") le analisi riporterebbero la presenza, fuori limite di legge, di un metallo pesante: il rame.


Quindi queste analisi “di parte” hanno evidenziato una contaminazione e non serve uno scienziato per comprendere che le contaminazioni non sono “naturali e spontanee” ma si presentano per ragioni “umane”,  conseguenza di attività pregresse, alterazioni delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali, del suolo e del sottosuolo.


In alcuni casi (nei più gravi) rappresentano rischi per la salute umana, ma non è questo il caso e andiamo con ordine.


La questione non deve destare preoccupazione fra i genitori, ma come sempre - le ragioni ambientali e che incidono su luoghi delicati come quelli frequentato da bambini - meritano di essere attenzionate maggiormente.


A seguito della nota dell’impresa, il Comune ha contattato ARPA, che non appena informata dei fatti ha formalmente invitato a effettuare le controanalisi sul terreno dello scavo (procedendo per strati) per poi, in un secondo tempo, analizzare il terreno di risulta (quindi quello prelevato dalla buca) depositato nella parte retrostante.


Le analisi stratificate incaricate dal Comune attraverso uno studio appositamente pagato - di cui non ho trovato traccia all’albo pretorio - hanno rilevato che nella parte relativa allo scavo non si evidenzia presenza di contaminazioni.


I risultati sono stati inviati ad ARPA, che in considerazione del “pasticcio” ha imposto che le future e imminenti analisi (da effettuarsi sui cumuli depositati) sono da effettuarsi in contraddittorio.


Ossia alla presenza di Arpa, del Comune e dell'Impresa. 


Le analisi del terreno “scavato” e ammassato in cumuli - effettuate in apposito laboratorio - hanno fatto dichiarare al geologo incaricato che “ci potrebbe essere la necessità di smaltire la prima fila dei cumuli “.


Quindi NON tutti i cumuli, curioso.


Questo vuol dire - tecnicamente - che seppur non siano state effettuate le analisi sui cumuli di terra “di risulta” (depositata) prenderebbe corpo curiosamente l’ipotesi che NON tutti i cumuli possano avere le medesime qualità.


Molto curioso. 


Come se qualcuno sapesse qualcosa in più, della stragrande maggioranza del paese, che ancora oggi si pone domande senza risposta.


Il Sindaco - con la consueta leggerezza - dichiara “…nello scavo siamo abbastanza tranquilli e la vicenda si è rivelata meno preoccupante di quanto fosse stato rappresentato  inizialmente”.


Caso chiuso? No, direi proprio di no, signor Sindaco.


Il fatto che il geologo - che non è un mago indovino - abbia avanzato questa curiosa eventualità (“…ci potrebbe essere la necessità di smaltire la prima fila dei cumuli”) non è da sottovalutare, perché lo ha fatto sulla base di una supposizione che desta perplessità.  


E non basta dire con la solita allegria, se così fosse “procederemo con lo smaltimento”.

Perché dico questo?  

Perché allora se una parte di terreno prelevata risulta contaminata e un’altra no, viene da pensare che vi sia stato - negli anni passati - qualche riempimento di fosse create comn il precedente cantiere (Scuola) con terra presa chissà dove senza i necessari controlli.


Credo che un Sindaco - che fino a qualche anno fa era in minoranza a fare il grillino “duro e puro” - dovrebbe concentrarsi maggiormente sul perché sia avvenuta la contaminazione e soprattutto perché questo intima consapevolezza che sia limitata ad alcuni strati del terreno.


Il Sindaco ha il dovere di capire - a nome, per delega e per conto di tutta la comunità - cosa accade 10 anni fa, se tutto andò nei modi corretti.

Comprendere cose complesse costa fatica, ma è un dovere nei confronti di chi lo ha votato perché amava fare il “capopopolo”.


Si faccia aiutare dalla memoria storica del professionista che ha voluto nominare a capo della macchina pubblica (attuale Segretario comunale) non appena diventato Sindaco: ai tempi in cui venivano colmare le buche con terra di dubbia provenienza era uno degli assessori che tanto criticava, magari gli torna in mente qualche elemento utile per costruire una pagina di Storia locale ancora poco chiara.


E tutte le persone (cittadini o vetero, ex e neo amministratori comunali) infastidite da questi ragionamenti e dalla genuina voglia di sapere che alberga in molti, sbagliano.


Col rischio peraltro di apparire taciti difensori di qualcosa che non ha funzionato (eufemismo)


Da un lato, dobbiamo sapere che se parte dei cumuli (terra di risulta scavata dalla buca) risulta contaminata vuol dire che in passato sono stati effettuati riempimenti irregolari di cui non vi è alcuna certezza sul perimetro ed estensione.


Dall’altro, se non vi fosse contaminazione (nessuna presenza di rame) nemmeno nei cumuli, avremmo il paradosso di una sospensione lavori unilaterale sulla base di un’analisi smentita da un’altra analisi avvenuta in contraddittorio.

E qualcuno dovrà rispondere di una sospensione dei lavori immotivata, con innegabili danni alla comunità.


Quindi, in un mondo serio, non è zuppa è pan bagnato, come si usava dire in passato.


Per questo, il Sindaco ha il dovere di rispondere, nell’interesse di una comunità, non è facendo l'equilibrista muto che si esercita una funzione di LEGALE RAPPRESENTANTE PRO TEMPORE DI UN COMUNE. 

Queste sono alcune delle cose che avrei chiesto in consiglio, giusto perché le sedute a tarallucci e vino oltre ad essere noiose hanno l'utilità di una mensile rimpatriata al bar.

Che non è male, ma è inutile ai fini dell'approfondimento e la comprensione di quella Storia che dicevo inizialmente.


Due parole sui ritardi.


Il sindaco li attribuisce a:

- sostituzione del RUP: è la prima volta che sento che la sostituzione del RUP possa determinare un rallentamento lavori, figurarsi uno stop come nel caso in questione. Ma lavoro nei lavori pubblici solo da 25 anni quindi posso sbagliarmi #vabbeh

- “Sono cambiati o formulari per fare le comunicazioni” anche questa scusa mi è nuova, non sono le comunicazioni PNRR ad impattare con l’esecuzione delle opere.  

- Il maltempo: come scusa funziona sempre, un po' scontata, in parte accoglibile

- Modifica progetto: il Sindaco ha fatto sapere che in fase di esecuzione, l'opera sarà spostata di qualche metro rispetto al progetto e questo - a suo dire - deve aver comportato alcuni ritardi della ripresa dei lavori, "una serie di adempimenti burocratici, ma non ci sono ragioni ambientali”.


La questione è importante, occorre tenere monitorato tutto il procedimento.

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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