Dopo aver due post dedicati ad alcuni temi sensibili di carattere locale (ANDREA MAGGIO : GIUNTI AL 60% DI LEGIGLATURA: DELUSIONE PALPABILE IN PAESE) e in particolare relativi alla condizione vergognosa degli spogliatoi (ANDREA MAGGIO : POZZO, SPOGLIATOI DELL'INDECENZA) oggi oggi voglio affrontare la delicata questione dei lavori che stanno riguardando la mensa della ICS "Le ali della Libertà".
A fine febbraio 2024, il Comune ha ricevuto una nota a mezzo PEC nella quale l’impresa esecutrice comunicava di aver ricevuto gli esiti di un'indagine ambientale con le caratteristiche del terreno che sarebbero andati a scavare.
A detta dell’impresa (e non so se sia stata protocollata documentazione a riguardo o solo "autocertificata") le analisi riporterebbero la presenza, fuori limite di legge, di un metallo pesante: il rame.
Quindi queste analisi “di parte” hanno evidenziato una contaminazione e non serve uno scienziato per comprendere che le contaminazioni non sono “naturali e spontanee” ma si presentano per ragioni “umane”, conseguenza di attività pregresse, alterazioni delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali, del suolo e del sottosuolo.
In alcuni casi (nei più gravi) rappresentano rischi per la salute umana, ma non è questo il caso e andiamo con ordine.
La questione non deve destare preoccupazione fra i genitori, ma come sempre - le ragioni ambientali e che incidono su luoghi delicati come quelli frequentato da bambini - meritano di essere attenzionate maggiormente.
A seguito della nota dell’impresa, il Comune ha contattato ARPA, che non appena informata dei fatti ha formalmente invitato a effettuare le controanalisi sul terreno dello scavo (procedendo per strati) per poi, in un secondo tempo, analizzare il terreno di risulta (quindi quello prelevato dalla buca) depositato nella parte retrostante.
Le analisi stratificate incaricate dal Comune attraverso uno studio appositamente pagato - di cui non ho trovato traccia all’albo pretorio - hanno rilevato che nella parte relativa allo scavo non si evidenzia presenza di contaminazioni.
I risultati sono stati inviati ad ARPA, che in considerazione del “pasticcio” ha imposto che le future e imminenti analisi (da effettuarsi sui cumuli depositati) sono da effettuarsi in contraddittorio.
Ossia alla presenza di Arpa, del Comune e dell'Impresa.
Le analisi del terreno “scavato” e ammassato in cumuli - effettuate in apposito laboratorio - hanno fatto dichiarare al geologo incaricato che “ci potrebbe essere la necessità di smaltire la prima fila dei cumuli “.
Quindi NON tutti i cumuli, curioso.
Questo vuol dire - tecnicamente - che seppur non siano state effettuate le analisi sui cumuli di terra “di risulta” (depositata) prenderebbe corpo curiosamente l’ipotesi che NON tutti i cumuli possano avere le medesime qualità.
Molto curioso.
Come se qualcuno sapesse qualcosa in più, della stragrande maggioranza del paese, che ancora oggi si pone domande senza risposta.
Il Sindaco - con la consueta leggerezza - dichiara “…nello scavo siamo abbastanza tranquilli e la vicenda si è rivelata meno preoccupante di quanto fosse stato rappresentato inizialmente”.
Caso chiuso? No, direi proprio di no, signor Sindaco.
Il fatto che il geologo - che non è un mago indovino - abbia avanzato questa curiosa eventualità (“…ci potrebbe essere la necessità di smaltire la prima fila dei cumuli”) non è da sottovalutare, perché lo ha fatto sulla base di una supposizione che desta perplessità.
E non basta dire con la solita allegria, se così fosse “procederemo con lo smaltimento”.
Perché dico questo?
Perché allora se una parte di terreno prelevata risulta contaminata e un’altra no, viene da pensare che vi sia stato - negli anni passati - qualche riempimento di fosse create comn il precedente cantiere (Scuola) con terra presa chissà dove senza i necessari controlli.
Credo che un Sindaco - che fino a qualche anno fa era in minoranza a fare il grillino “duro e puro” - dovrebbe concentrarsi maggiormente sul perché sia avvenuta la contaminazione e soprattutto perché questo intima consapevolezza che sia limitata ad alcuni strati del terreno.
Il Sindaco ha il dovere di capire - a nome, per delega e per conto di tutta la comunità - cosa accade 10 anni fa, se tutto andò nei modi corretti.
Comprendere cose complesse costa fatica, ma è un dovere nei confronti di chi lo ha votato perché amava fare il “capopopolo”.
Si faccia aiutare dalla memoria storica del professionista che ha voluto nominare a capo della macchina pubblica (attuale Segretario comunale) non appena diventato Sindaco: ai tempi in cui venivano colmare le buche con terra di dubbia provenienza era uno degli assessori che tanto criticava, magari gli torna in mente qualche elemento utile per costruire una pagina di Storia locale ancora poco chiara.
E tutte le persone (cittadini o vetero, ex e neo amministratori comunali) infastidite da questi ragionamenti e dalla genuina voglia di sapere che alberga in molti, sbagliano.
Col rischio peraltro di apparire taciti difensori di qualcosa che non ha funzionato (eufemismo)
Da un lato, dobbiamo sapere che se parte dei cumuli (terra di risulta scavata dalla buca) risulta contaminata vuol dire che in passato sono stati effettuati riempimenti irregolari di cui non vi è alcuna certezza sul perimetro ed estensione.
Dall’altro, se non vi fosse contaminazione (nessuna presenza di rame) nemmeno nei cumuli, avremmo il paradosso di una sospensione lavori unilaterale sulla base di un’analisi smentita da un’altra analisi avvenuta in contraddittorio.
E qualcuno dovrà rispondere di una sospensione dei lavori immotivata, con innegabili danni alla comunità.
Quindi, in un mondo serio, non è zuppa è pan bagnato, come si usava dire in passato.
Per questo, il Sindaco ha il dovere di rispondere, nell’interesse di una comunità, non è facendo l'equilibrista muto che si esercita una funzione di LEGALE RAPPRESENTANTE PRO TEMPORE DI UN COMUNE.
Queste sono alcune delle cose che avrei chiesto in consiglio, giusto perché le sedute a tarallucci e vino oltre ad essere noiose hanno l'utilità di una mensile rimpatriata al bar.
Che non è male, ma è inutile ai fini dell'approfondimento e la comprensione di quella Storia che dicevo inizialmente.
Due parole sui ritardi.
Il sindaco li attribuisce a:
- sostituzione del RUP: è la prima volta che sento che la sostituzione del RUP possa determinare un rallentamento lavori, figurarsi uno stop come nel caso in questione. Ma lavoro nei lavori pubblici solo da 25 anni quindi posso sbagliarmi #vabbeh
- “Sono cambiati o formulari per fare le comunicazioni” anche questa scusa mi è nuova, non sono le comunicazioni PNRR ad impattare con l’esecuzione delle opere.
- Il maltempo: come scusa funziona sempre, un po' scontata, in parte accoglibile
- Modifica progetto: il Sindaco ha fatto sapere che in fase di esecuzione, l'opera sarà spostata di qualche metro rispetto al progetto e questo - a suo dire - deve aver comportato alcuni ritardi della ripresa dei lavori, "una serie di adempimenti burocratici, ma non ci sono ragioni ambientali”.
La questione è importante, occorre tenere monitorato tutto il procedimento.