Gentile Cittadino,
ricorderà bene le grosse polemiche per la privatizzazione dell'asilo Nido Comunale "Pesciolino Rosso" decisa dall'attuale Amministrazione.
Una scelta sulla quale - perlomeno in questa fase - non intendo ritornare, ma a seguito di quanto appreso dai media, occorre focalizzare meglio e porre attenzione su qualche aspetto inizialmente sottovalutato.
Anche in questo caso, all'accusa di essere polemici rivolto da chi ha fastidio per questa nostra attività di controllo, noi rispondiamo come sempre: con una proposta, che chiuderà il presente scritto.
Intanto, facciamo un passo indietro:
L'appalto di gestione asilo nido comunale è stato esternalizzato (dipendenti e struttura compresa) alla Coop Koinè, che ha affidato la fornitura dei pasti alla Camst - bolognese - che vede da qualche giorno 3 dei suoi referenti indagati.
Per un garantista come me, essere indagati non vuol dire essere condannati.
Ma aldilà delle restituzioni che scaturiranno dal dibattimento processuale per i 3 indagati, resta una certezza: 46 i bambini intossicati da tossina contenuta in alcuni degli alimenti ingeriti, nello stesso giorno e nella stessa mensa gestita da CAMST.
Ecco perché, oggi più che mai, appare assolutamente fuori luogo, la feroce polemica interna alla Commissione Mensa e la forte discussione che ne seguì in Consiglio Comunale
Fu letta e interpretata - forse volutamente - come un attacco politico, oggi è chiaro che fu eccessivo bollare come "polemica sterile e strumentale" alcune legittime richieste (ad esempio di maggiori controlli sui pasti) che meritavano di essere considerate.
I 46 bambini intossicati sono la prova, che i controlli servono e non sono mai abbastanza e sono convinto che debbano esser fatti da una Commissione Mensa, da valorizzare, periodicamente formata con corsi adeguati, strumento a tutela dei piccoli fruitori della mensa e dei loro genitori.
Perché è in gioco la salute dei bambini da un lato, il rispetto di un capitolato dall'altra, che quando disatteso, deve seguire una segnalazione agli Uffici Comunali e la conseguente applicazione di una penale.
Evitando di difendere ad oltranza la Coop affidataria del servizio, come se fosse la ditta di papà, perché NON ESSENDO PIU' UN SERVIZIO COMUNALE (di tutti) ancora maggiore e più scrupolosa dev'essere l'attenzione verso i pasti serviti da un privato, che ha obblighi e capitolati da rispettare.
Questo accade in quasi tutti i paesi.
A Cassina è un po' diverso, il solo tentativo di offrire il mio contributo per migliorare la funzione di una Commissione ed efficacia sui controlli, ha scatenato un pandemonio.
Soprattutto ha attivato la "Chiarelloteca" (entità indefinita polifunzionale formata dall'assessore Chiarella e i piccoli fans)
che attaccato il disco, provava a convincermi - in Consiglio Comunale e sui Social - che era assolutamente normale una Commissione comunale dal "format famiglia".
Forse in Russia è così, ma forse io resto uno di quei romantici che credono ancora alle Commissione non occupate da assessore, moglie e sorella.
Ma purtroppo comprendo che in Italia sono difficili da
comprendere - perché addavenì il Baffone Russo - passaggi che altrove sono scontati e difatti, parte della maggioranza - per onorato spirito di servizio e in ossequio alla temuta "Chiarelloteca" - ha dovuto vomitarmi addosso, il consueto disprezzo acido, riservato a chi la pensa diversamente.
Adesso, non mi interessa aver avuto ragion o aver a anticipato il problema - come talvolta può capitare a chi ha una quasi ventennale in P.A. - ma è arrivato il tempo per il Sindaco e questi assessori spaesati, di accantonare arroganza e provare ad ascoltare i "consigli dei consiglieri".
Servirebbe più umiltà, avrebbe detto Arrigo Sacchi, uno che qualche Trofeo lo ha messo in bacheca.
PROPOSTA:
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