Pochi
giorni fa sulle pagine del Corriere della Sera, leggevo della – seppur
composta – dura protesta di un Sindaco di un Comune della Provincia di Messina,
che insieme ai suoi cittadini ha palesato la preoccupazione per l'ondata
migratoria, che sta interessando il proprio territorio.
Il
Sindaco (Partito Democratico) - invece di "ricevere" i 7-8 migranti
previsti dall'accordo Anci-Viminale (2,5 immigrati ogni mille abitanti) – dovrà
accoglierne nel proprio territorio 50.
Il recente sondaggio Swg ha segnalato – negli ultimi
12 mesi – importanti cambiamenti d’opinione (10%) in relazione al binomio
accoglienza/respingimento: dal 43/57 per cento si è passati al 33/67 per cento.
Cominciano
a scricchiolare le convinzioni dei trombettieri (“tanto vogliono andare nel
nord Europa”, “è un fenomeno epocale, che non possiamo fermare”, “grazie a loro
che abbiamo le pensioni”).
La
verità è che la politica dell’attuale governo, pressappochista e priva di uno
straccio di strategia per il futuro – sta generando ostilità, soffiando
pericolosamente sul fuoco di un conflitto sociale.
La filosofia
dell'accoglienza a prescindere perseguita in quest’ultimo anno di crescenti
sbarchi ha fallito e la Manifestazione “Insieme senza Muri” (Milano, il 20
maggio 2017 ) alla quale ha
partecipato anche il nostro Sindaco con tanto di fascia tricolore, è stato un
momento di follia collettivo.
Liberati
dall'ubriacatura e dalla propaganda politico-ideologica, ecco finalmente restituire
ad ognuno la cognizione di una realtà meno entusiastica (con la quale occorre
fare purtroppo i conti) e rispetto al flusso crescente di sbarchi, cominciano
ad emergere le prime insofferenze, anche da parte dei rappresentanti
istituzionali (Sindaci in primis) di quei partiti, che hanno promosso e difeso
questa politica scellerata.
Lo
Sprar - ossia il Sistema di Protezione e Accoglienza Rifugiati - è stato
presentato (e sponsorizzato da una sinistra terzomondista) come la panacea di
tutti i mali, ma al contrario – essendo la stragrande maggioranza tutto tranne
rifugiati – ha cominciato a mostrare evidenti difetti.
I
Sindaci responsabili non vanno in piazza ad urlare “venite, venite” – visto che
manifestare per qualcosa che già avviene tutti i giorni in modo costante è nel
migliore dei casi la provocazione –ma pongono questioni reali come gli ulteriori
affaticamenti delle già logorate capacità amministrative e finanziarie dei
municipi interessati.
Per
non scomodare le coscienze, Roma ha preferito NON gestire il tema immigrazione,
non affrontare il problema con tutte le conseguenze del caso ed è stato molto
più facile, tacciare di razzismo chiunque avesse qualcosa da dire in proposito,
“semplificare” i legittimi timori dei cittadini e delegittimare chi punta a modificare
la politica dell'accoglienza, pur senza alterare i valori che ci contraddistinguono.
Hanno
lasciato che fossero i pennivendoli di Stato, giornaloni nazionali interessati,
a disinnescare le perplessità dei Cittadini e le conseguenze di questa politica
scriteriata che – ogni giorno di più – rischia di avere importanti
ripercussioni, che ricadranno sulle spalle dei cittadini.
L’irresponsabilità
dei vicini Europei sta facendo enormi danni, lo “stare insieme in Europa” ha
bisogno di un cambio di marcia, un rinnovato patto di responsabilità ed equità,
se non vuole morire asfissiata dagli interessi nazionali.
Sempre
che non sia già morta e nessuno ci vuole informare.
Lo
“stare insieme” non può ridursi al "mettere a disposizione navi" e
nemmeno all'offerta di una maggiore flessibilità nei conti o limitarsi a “chiudere un occhio
davanti al debito nazionale”.
Ci
siamo coperti d'onore per i salvataggi in mare, ma se l'Europa è incapace di
gestire questa vicenda, lasciandoci soli in trincea con un ruolo di salvagente,
la casa comune Europea crollerà sulla spinta dei popoli e le macerie cadranno
su tutti.
Per
questo motivo penso che la Manifestazione “Insieme senza Muri” – alla quale ha
partecipato il nostro Sindaco in rappresentanza della Comunità cassinese – sia
stata un errore, perché quelle 100.000 persone hanno lanciato – fuori e dentro
l’Europa – messaggi fuorvianti e senza prospettiva alcuna.
L’accoglienza
“senza se e senza ma” e il sogno di un Paese aperto a tutti è un azzardo, che
stride con le possibilità ricettive di uno Stato e offre l’immagine di un
fenomeno governato, sottocontrollo, che non crea problemi.
Con
quella manifestazione è stato detto “l’Europa può stare tranquilla, perché ci
pensa l’Italia”.
E
in effetti, è da anni, l’Italia sta in solitaria dimostrando il suo impegno nel
contenere l’emergenza migranti, ma è arrivato il momento che l’Europa faccia l’Europa
nella redistribuzione dei migranti.
L’accoglienza
non può avvenire tutta sulle spalle di un solo Paese.
Oggi
sembra, che sull'onda di timori oggettivi maturati anche fra realtà governate
dal PD, alcuni ripensanti sulla politica nazionale delle operazioni "al
largo delle coste della Libia" sono possibili.
Il
Ministro Minniti da l’impressione di aver compreso la dimensione del problema,
ma una parte politica ha colpevolmente coltivato troppo a lungo una visione
Irenica della difficoltà e nessuno è esente da errori, livello nazionale come a
livello locale.
I Sindaci
– fra i quali il nostro neo comunista – avrebbero dovuto lanciare messaggi
differenti da quelli dell’accoglienza “senza se e senza ma”.
Schermato
dal noto Don Colmegna e la solita schiera di Cooperative, la sera del Consiglio
Comunale "aperto" (ossia aperto ad intervento dei Cittadini) un
Sindaco imbarazzato ha continuato a borbottare “non possiamo girare la testa
dall’altra parte, siamo felici di accoglierli”.
La
serata è stata devastante per il nostro Sindaco, impietosa l'assenza di argomentazioni
vere e totale mancanza di risposte esaustive alle diverse domande poste dalla
Cittadinanza.
Eppure,
le prime conferme da parte della Giunta (sulla volontà ad accogliere i profughi)
sono avvenute quasi 3 anni (http://andreamaggio.blogspot.it/2014/08/gentile-cittadino-ieri-pomeriggio-il.html)
E’
quantomeno imbarazzante – dopo 1000 giorni – per un Sindaco non avere risposte
da offrire ai Cittadini e alle legittime perplessità.
Si
è limitato a dedicare la serata alle 6/7 frasi su principi umanitari, non
avrebbe dovuto caratterizzare gesti e azioni da convinzioni ideologiche ma
aprire un ragionamento, piuttosto sostenendo la centralità dei temi posti
dall'Italia.
Un
filo di civiltà resiste anche in tempi così intensamente distruttivi, può
trasformarsi in una forma di fraternità, l’amore per la nostra terra.
L’Italia
è ha sempre scelto il versante buono della scena del mondo e sono orgoglioso
perché è il quadrante in cui mi voglio riconoscere.
Un
luogo ove tutti dobbiamo cercare e scambiare gli stessi valori, nella
consapevolezza – senza ipocrisie – che l'unica soluzione vera è in Africa.
Andrea Maggio
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