mercoledì 25 ottobre 2017

PAESISTICA: UN COLPO AI BUROSAURI

Il post di oggi sarà forse inaspettato, perché probabilmente "fuori tema", ma nel veder concretizzarsi un mio piccolo sogno, ecco che devo scrivere due parole sul colpo alla burocrazia da parte del Governo.
 
Molte volte ho criticato l'interpretazione totale data all'autorizzazione paesistica, che pur è utile in determinati contesti che necessitano una regolamentazione.
 
Ovviamente - e che sia chiaro - alla questione dedico questo post, nella certezza che nessuna delle mie critiche abbia influito sulle decisioni governative e Ministeriali. Ovviamente.

 
 
Ma vivo ogni semplificazione edilizia - paradossalmente ostacolata dalle stesse leggi che la propugnano- come una vittoria.
 
La "Legge non ammette ignoranza" ma a dire il vero è sempre più complesso dietro ai continui cambiamenti che hanno portato dalla licenza alla concessione edilizia e al permesso di costruire, dall’autorizzazione, alla Dia.

 
Poi abbiamo assistito alla Scia, dalla relazione asseverata, alla Cil alla Cila, per non parlare delle procedure ambientali, paesaggistiche e culturali che, anch’esse in continua evoluzione, si incrociano con le regole dello sportello unico. 
 
Questa è una delle occasioni nelle quali sarebbe impossibile dire che "Si stava meglio quando si stava peggio".

 
Dedico un post ad una questione, che per molti non significherà molto perché non si sentono colpiti direttamente, ma quando si riesce ad aver chiarezza rispetto all'emissione di un dispositivo si riduce la discrezionalità della Pubblica Amministrazione e tutte le conseguenti distorsioni.
 
Il chiarimento del Ministro è importante perché la "discrezionalità negli atti non discrezionali" è diventata dannosa per la credibilità del comparto pubblico, rafforzando l'idea che sia la politica a volersi conservare - attraverso la burocrazia - quel margine decisionale senza metterci la faccia.
 
Ridurre la discrezionalità della Pubblica Amministrazione è necessario, per non assistere più ad assessori come Chiarella (che riferisce in Consiglio Comunale di aver chiesto alla Città Metropolitana di Milano di annullare la sanzione comminata, per aver realizzato lavori senza l'autorizzazione) come se la contestazione amministrativa e la conseguente sanzione non fosse prevista dal Codice della Strada.
Vi racconterò, ma credetemi, stasera non ho proprio voglia di parlare di Chiarella, è un simpatico azzeccagarbugli seduto in giunta grazie all'amicizia con il Sindaco e - soprattutto - alla codardia politica del PD e quei poltronari, che fanno i gladiatori sui giornali per poi precipitarsi a "cuccia" non appena il Sindaco li guarda minaccioso (come lui sa fare).
 
 
Tornando all'autorizzazione paesaggistica, finalmente il Ministero dei beni culturali ha fornito inoltre, chiarimenti per mettere in pratica il regolamento dell’autorizzazione paesaggistica semplificata (Dpr 31/2017)
 
Questo intervento serve per semplificare e ridurre il peso burocratico sui cittadini, alleggerendo al tempo stesso il carico di lavoro per le amministrazioni.

 

Sono stati finalmente individuati gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura ad autorizzazione semplificata: fra questi quelli finalizzati all'isolamento termico teso a migliorare l’efficienza energetica e interventi di consolidamento statico per l’adeguamento ai fini antisismici che non modifichino la volumetria e l’altezza dell’edificio.
 
Esclusi anche gli interventi per il superamento di barriere architettoniche come ascensori esterni o altri manufatti funzionali e l'installazione di pannelli solari o fotovoltaici su coperture piane non visibili dagli spazi pubblici esterni; sostituzione o adeguamento di cancelli o recinzioni; interventi nel sottosuolo come la realizzazione di volumi completamente interrati che non comportino opere di rilievo fisico; opere temporanee che occupino suolo per non più di 120 giorni nell’anno; montaggio di tende a protezione di attività commerciali o in spazi ad uso privato. Una volta approvato, il decreto avrà efficacia immediata in tutte le Regioni a statuto ordinario.
 

Le altre vivono di vita e fortuna loro, ovviamente.
 
Ad ogni modo non è preclusa la possibilità di divieti e di limiti sostanziali posti alla realizzabilità degli interventi in precise aree territoriali e stabiliti in sede di realizzazioni dei vincoli o del piano paesaggistico, ovvero dagli strumenti urbanistici locali che prevedano anche zone a tutela integrale.
 
Buona notte.

A tutti, tranne all'Amministrazione Comunale che dorme da 3 anni.
 
Andrea Maggio

 



 

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