Questo perché
– nonostante la personale e crescente disaffezione verso i partiti – credo che
il “corpo elettorale” debba trovare la forza di recarsi alle urne ed esercitare
un diritto e farlo nel modo più consapevole possibile.
In
qualità di amministratore pubblico, intendo fornire il mio contributo a
vantaggio dell’esercizio del diritto, che ritengo essere un dovere civico da
non eludere.
Nonostante
tutto e la severa opinione maturata nei confronti di una campagna elettorale, mai
come questa volta, ricca di proclami e promesse insostenibili in campo economico.
Alcune proposte sono praticabili ma altre comportano conti
eccessivamente salati.
Abolizione del canone Rai al salario minimo, dal reddito di
cittadinanza alle pensioni, cancellazione di Jobs Act,
legge Fornero, bollo auto, tasse universitarie.
Una lista corposa e commuovente, che nessuno è in grado di spiegare come finanziare.
Restiamo tutti in attesa
di conoscere, cosa ci aspetterà nei prossimi mesi e cosa saranno in grado di inventarsi i partiti, per evitare di approvare una legge elettorale che consegni un vincitore al paese e un rapido ritorno al voto.
La nuova legge
elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis (legge elettorale farraginosa
e incomprensibile, versione riveduta e corretta della prima bozza e approvata in via
definitiva al Senato il 26
ottobre 2017 con il voto favorevole del PD, Forza Italia, Lega Nord,
Alternativa Popolare, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie) che prevede l'assegnazione
dei seggi del Parlamento sia con metodo proporzionale sia con metodo
maggioritario è un'autentica schifezza.
E’ la prima
volta – da quando ho raggiunto la maggiore età – che ho forti dubbi sul partito da votare, peraltro l’accentuarsi dei difetti congeniti hanno reso quasi tutti i partiti uno “strumentum
a cazzum propri” dei segretari di partito.
Resta la
stima personale per alcuni candidati, presenti in tutti i partiti, che ho avuto
l’occasione di conoscere personalmente e – spero – che il 4 marzo possano
ottenere il risultato sperato, così da impegnarsi dal giorno successivo, per l’interesse
generale.
Si vota
- un giorno solo – dalle 7 alle 23 (a differenza dell'ultima tornata elettorale
del 2013: si votò in due giorni, domenica 24 e lunedì 25 febbraio) e l’ultima
votazione “politica” fu nel 2013.
Già
nel 2013 vi furono non poche sorprese e – rispetto alle previsioni dei sondaggi
elettorali – le elezioni politiche
furono caratterizzate dall'impressionante ascesa del Movimento 5 Stelle di Beppe
Grillo, che divenne il primo partito alla Camera dei Deputati con il 25,55% dei
consensi.
Come
oggi, anche allora, si materializzato lo spettro dell'ingovernabilità,
peraltro in un momento assai delicato di una terribile crisi economica
italiana.
Ad ogni modo, confidando (si fa per dire…)
nella responsabilità dei partiti, andremo a votare e l’orario è lo stesso per
elezioni politiche e per le regionali.
Cambia invece quello dello spoglio:
quello del Parlamento comincia subito dopo la chiusura dei seggi, dunque, alle
23.
"Prima si procede all’accertamento
del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del
Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della
Camera dei deputati" questa è la direttiva.
Per
conoscere i governatori bisognerà aspettare invece il giorno dopo: lo scrutinio
delle schede regionali comincerà lunedì 5 marzo alle 14, leggo dal Sito del
Viminale, "dopo che siano state ultimate le operazioni di spoglio relative
al Senato e alla Camera dei deputati".
Le schede
saranno 3: Regione, Camera e Senato.
Troveremo
sulla scheda alcuni simboli, alcuni già noti altri compariranno per la
prima volta sulla scheda, le principali coalizioni: il centrosinistra si schiera
con Pd, Insieme, +Europa con Bonino, Civica Popolare Lorenzin e Svp-Patt.
Il centrodestra con FI, Lega,
FdI e Noi con l'Italia-Udc (quest’ultimo è stato il mio ex partito, abbandonato
un secondo dopo aver appreso della candidatura della figlia del Segretario
regionale, ovviamente in posizione eleggibile)
Correranno
da soli tutti gli altri: da M5s a Leu, dal
Partito Sardo d'Azione alla Liga veneta, da Epi a Casapound.
Ps- Quest’anno troveremo
una novità importante: il tagliando anti-frode
Si tratta di un bollino
con un codice alfanumerico che verrà applicato su una appendice di ciascuna
scheda.
Al momento della
consegna delle schede agli elettori, i presidenti devono far prendere nota del
codice sulle liste elettorali.
Quando gli elettori
escono dalle cabine NON DEVONO ASSOLUTAMENTE INSERIRE LE SCHEDE NELLE URNE ma
le devono consegnare al presidente del seggio il quale deve prima controllare
che il codice corrisponda a quello annotato, poi deve staccare l'appendice
contenente il codice, quindi imbussolare le schede nelle urne.
NON BISOGNA PER NESSUN
MOTIVO STACCARE L'APPENDICE CON IL CODICE, PENA L'ANNULLAMENTO DELLA SCHEDA E
DEL VOTO.
Di tutto questo non si
parla e - come al solito - pannocchie e farfalle per tutti.
Andrea Maggio
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