lunedì 18 giugno 2018

MAGGIORMENTE n 5 - INVESTIMENTI INDISPENSABILI


Gli argomenti da affrontare sono tanti, si sovrappongono.

I alcuni Cittadini mi chiedono di continuare a scrivere, altri mi chiedono di essere "più corto negli scritti", altri solamente di non scrivere tutti i giorni, altri ancora di fare "post cumulativi"

Mi rendo conto che non riesco a fare nulla che mi viene chiesto, me ne rammarico, ma il blog ha poco più di un anno di mio figlio Daniel, un fratellino di 11 anni. 

Il consiglio di fare "post cumulativi" è l'unico che davvero è alla mia portata, gli altri due (scrivere meno frequenti e meno lunghi è davvero difficile, non riesco)

Oggi ci prendiamo una pausa: i pannocchioni di maggioranza possono stare sereni.

Parliamo di importanti misure per i Comuni.

Al di là (ed è una locuzione avverbiale non sostantivo maschile) delle singole convinzioni politiche e le considerazioni sul Governo nazionale, credo che in democrazia si debbano accogliere positivamente novità politiche che - perlomeno negli annunci - manifestano la volontà di voler affrontare questioni delicate, alcune delle quali addirittura volutamente depennate dall'agenda politica dei governi passati.

Ma non basta, onestamente non basta e serve anche dare impulso alla politica degli investimenti locali.

Da Amministratore locale, quello che spero realmente, è che il Governo lega-M5S continui a dare - come fatto nel recente passato - ossigeno ai territori con utili misure per gli enti locali.

Non ho mai votato Renzi, mai preso in considerazione fra le opzioni votabili, ma sulla stagione renziana - se interrotta o definitivamente chiusa non saprei dire - si è detto e scritto molto, senza il coraggio di riconoscerne gli utili interventi sulle politiche del territorio.

Troppo spesso, per ragioni di calcolo meramente politico, da parte dei politicanti manca l'onesta intellettuale di riconoscere del positivo - anche se poco - dentro stagioni "impopolari se non addirittura bocciate dagli Italiani".

Il timore di essere "assoggettato" al fallimento della stagione renziana non mi riguarda proprio, sono un libero pensatore e nell'italica logica bi/tri polare mi sono sempre collocato da una parte diversa di Renzi, ma questo non mi impedisce di riconoscerne i grandi meriti rispetto alle politiche di Bilancio locali.

La credibilità di chi scrive - se così la possiamo chiamare - sta proprio nella capacità di riconoscere meriti, anche a chi ha attuato politiche governative non condivise.

Non servirà riassumere i numerosi passaggi che hanno portato alla formazione del nuovo Bilancio pubblico - servirebbero almeno 10 post e l'argomento è molto tecnico e poco interessante - ma basterà dire che tutto cominciò con la legge costituzionale 1/2012 ("Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale") fu una legge che modificò della Costituzione italiana approvata dal Parlamento italiano.

Una condizione contabile - quella del pareggio di Bilancio - entrate in vigore l'8 maggio 2012, ma le sue disposizioni ebbero effetto a partire dall'anno 2014. 

Ci furono 4 passaggi parlamentari - richiesti per le modifiche costituzionali - rapidi e senza discussione. 

In quei giorni - al grido "...ce lo chiede l'Europa" -  avrebbero potuto approvare tutto con l'opinione pubblica spaventata di un'Italia  a rischio di "...finire come la Grecia" (crisi del 2011).

Fu introdotto il pareggio di bilancio, che in economia è la condizione contabile di un ente economico e si verifica quando, nel corso di un anno, le uscite finanziarie sostenute eguagliano le entrate conseguite


Con questa condizione imposta, si evitano situazioni di deficit degli Enti e il conseguente ricorso all'indebitamento o alla monetizzazione.

Da un lato ha generato aspetti positivi o comunque limitato quelli negativi.

Dall'altro ha strozzato la parte investimento, soffocando sviluppo.

Ho parlato molto di questa situazione, alcuni che oggi vivono l'Amministrazione da vicino  - nell'ignoranza di quei giorni in cui ero assessore - pensavano "Maggio parla di Patto di Stabilità e cerca scuse".

Ma furono diverse le occasioni - che con l'ex valido Sindaco di Cernusco (oggi senatore PD) venne manifestata la contrarietà a dei vincoli di spesa "acefali". 

Oggi la vera partita di gioca sulle regole di attuazione.

Le due intervenute sentenze (la 247/2017 e la 101/2018) della Corte costituzionale riaprono la discussione sulle regole del pareggio di bilancio, colpendone gli effetti sul blocco dell’avanzo di amministrazione.

In modo strutturale.

Ossia quei soldi pubblici, nelle casse comunali, la cui spesa era resa impossibile dalle regole del Patto di stabilità interno.

Gli ultimi Governi nazionali hanno sempre studiato manovre che consentissero - grazie a decreti legge diversi - di spendere questi soldi giacenti in cassa.

In questi ultimi 4/5 anni, le Amministrazioni hanno speso buona parte di quei fondi con alchimie contabili compensative.

Alcune amministrazioni lo hanno fatto bene e realizzando opere utili (cernusco una scuola) altre meno.

Non serve dire cosa sia successo a Cassina, è sotto gli occhi di tutti.

Ecco, in questo momento, serve un Governo che faccia tutto ciò che è necessario per continuare con il percorso avviato, imponendo alle amministrazioni locali solo il rispetto del pareggio complessivo fra entrate e spese finali secondo il decreto legislativo 118 del 2011.

Al loro arrivo, le due pronunce della Consulta hanno sollevato dubbi sulle coperture necessarie a questo adeguamento, ma -da Amministratore locale -  penso che le ricadute siano sopportabili. 

Almeno per i Comuni.

Che devono poter proseguire il percorso virtuoso dell'investimento, l'impegno strategico per la cittadinanza in quella parte in conto capitale.

Per farlo si deve continuare a sbloccare soldi giacenti nelle casse comunali, che provengono dal sacrificio di passate legislature, impossibilitate a spendere parte dei soldi.

Come è stato fatto negli ultimi anni, è giusto che le Amministrazioni continuino a spendere l'enorme capitale "bloccato" dal Patto, completare investimenti sul territorio (progettati e finanziari) bloccati da "sistemi tagliola" (Patto di stabilità interno) progettati dalle passate Amministrazioni.

Com'è successo per l'adeguamento antincendio delle strutture scolastiche, frutto dell'accordo con il provveditorato delle OO.PP.

O l'illuminazione della pista ciclabile lungo il Naviglio. 

Opere progettate, deliberate dal Consiglio Comunale e finanziate nel piano triennale, ma bloccate dal Patto. 

Per questo spero vivamente che Lega e M5S non lascino a qualche burocrate "Eurosevero" la definizione di norme di attuazione che - dicevo inizialmente - avrebbero la forza di depotenziare alcuni “dogmi” del pareggio di bilancio.

Il cui istituto - sostengo da sempre - non deve intaccare la parte di crescita dei Comuni.

Lasciate perdere Cassina dè Pecchi, dimenticatevi per un attimo questi "pannocchioni" senza idee e privi di una concezione pianificatoria del paese.

Pensiamo a Comuni come Cernusco, che  con l'utilizzo dei fondi giacenti e precedentemente vincolati ha costruito una scuola nuova. 

Non mi fate dire altro.


A quel punto, una volta concessa nuovamente - come in questi ultimi anni in epoca renziana - la capacità di spesa di questi soldi depositati in cassa, non resterà che scegliere un'Amministrazione capace di finanziare interventi utili al paese e non di scialacquatori come l'attuale giunta Cassinese, redigendo un PGT per una pianificazione che non si limiti alle ciclabili e comunque le inserisca in un quadro strategico.

Andrea Maggio

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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