Poche parole rispetto
al tema "Bando Periferie", che sta tenendo banco in queste ore, a
seguito dell'approvazione in Senato di un provvedimento che prevede lo
"stop" di alcuni degli investimenti finanziati dal bando stesso.
Come raccontavo - circa 2 anni fa - nel post (https://andreamaggio.blogspot.com/2016/09/mm2-abbattimento-barriere.html)
la CITTA' METROPOLITANA di MILANO partecipò al bando della presidenza
del Consiglio (http://www.governo.it/sites/governo.it/files/Bando_periferie_urbane.pdf)
relativo allaa riqualificazione e la messa in sicurezza delle
periferie, il progetto WELFARE METROPOLITANO E RIGENERAZIONE
URBANA.
Un
bando, avviato dal Governo Renzi, che consente di realizzare un mosaico di
interventi, fra i quali il rinnovo delle Stazioni della metropolitana CON
L'ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE rendendole accessibili anche alle
persone diversamente abili.
Sono
finanziamenti che Città Metropolitana ha ottenuto grazie al Piano strategico
per una "Milano metropoli attrattiva e aperta al mondo" che le
Politiche Europee hanno posto in primo piano e che - nello specifico interesse
di Cassina dè Pecchi e i suoi residenti - avrà benefici sul nostro territorio.
Europa,
Stato, Città Metropolitana: l'attenzione verso le periferie - tema ricorderete
molto sentito e dibattuto nella passata campagna elettorale delle
Amministrative del Comune di Milano - potrà concretizzarsi il prossimo
anno.
Dal
vortice di telefonate odierno, avvenuto fra "addetti ai lavori" della
gestione del Bando in questione, è emerso che ad essere "congelati" a
seguito dell'approvazione dell'emendamento, sono i finanziamenti della
seconda "trance".
Le prime 24 convenzioni - firmate il 6 marzo 2017 - fra le quali è
inclusa quella della CITTA' METROPOLITANA di MILANO con la quale si procederà
alla sistemazione e messa a norma delle Stazioni MM di cui è proprietario il
Comune di Milano (il Sindaco dei due Enti è lo stesso, Beppe Sala) non sono
coinvolte dagli effetti di questo emendamento.
Che prima di essere esecutivo dovrà superare - a settembre - la
prova del voto alla Camera.
Le Convenzioni - 96 - sotto scritte a fine 2017 sono state
bloccate, almeno fino al 2020.
La previsione è il dirottamento di 140 milioni nel 2018, 320 nel
2019, 350 nel 2020 e 220 nel 2021 nel Fondo cassa, per “per favorire gli
investimenti delle città metropolitane, delle Province e dei
Comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di
amministrazione degli esercizi precedenti”.
I comuni si stanno tutti mobilitando contro il governo per il
congelamento dei fondi del bando per le periferie previsto nel decreto Milleproroghe, ma
quanto la politica possa essere "perversa" lo racconta il voto
favorevole del PD.
Qualcosa di molto curioso, che merita grande attenzione, proprio
perché il Senato è tradizionalmente un luogo di esperienza, difficile credere
che si possa esser trattato di una "svista".
Mentre al Senato i democratici erano uniti (con Renzi) alla
maggioranza nel dare il via libera alla sospensione dei finanziamenti, in giro
per l'Italia era già cominciato il "tam-tam" democratico, con diffide
paventate alla presidenza del Consiglio.
Probabilmente
per dare attuazione alla sentenza
della Corte costituzionale n. 74 del 2018“, l'assegnazione di fondi
ai singoli comuni non può avvenire solo richiesta del Comune ma
servirebbe un’intesa con gli enti territoriali (quindi le Regioni).
Ad
ogni modo e qualunque sia la verità, oggi ho avuto da "addetti ai
lavori" l'informale certezza che "...ad oggi l'intervento della
CITTA' METROPOLITANA di MILANO sulle stazione della tratta MM2 di proprietà del
COMUNE di MILANO è salvo".
Ma
la questione è importante e non accontentandoci delle "certezza
informali", il ns gruppo Consiliare UNITI PER CASSINA ha trovato
l'interesse di tutti i gruppi - maggioranza e minoranza - rispetto alla
proposta di redigere congiuntamente un documento condiviso, da inoltrare alla
Presidenza del Consiglio, se non dovessero arrivare chiarimenti ufficiali.
E QUESTO è MOLTO BELLO, perchè su questo, tutta Cassina - insieme a Città Metropolitana di Milano - deve mantenere alta l'attenzione, facendo capire che - anche quando la manina furbetta interviene ad agosto - noi siamo attenti.
E QUESTO è MOLTO BELLO, perchè su questo, tutta Cassina - insieme a Città Metropolitana di Milano - deve mantenere alta l'attenzione, facendo capire che - anche quando la manina furbetta interviene ad agosto - noi siamo attenti.
PS - QUESTA IMMAGINE PUBBLICATA DAL PD SEZIONE CASSINA Dè PECCHI
SI TRATTA DI UNA FAKE NEWS che non commento perchè è probabilmente in linea con i propri rappresentanti locali e consiliari
MA E' L'ASSENZA DI VERGOGNA NEL PUBBLICARE UNA BUGIA, UNA PALLA DI QUESTE PROPORZIONI CHE PREOCCUPA.
SENZA INFORMARSI
SENZA CONTROLLARE
SENZA SAPERE CHE L'EMENDAMENTO NON FERMA I PROGETTI GIUNTI A LIVELLO ESECUTIVO.
SENZA SAPERE CHE I SENATORI PD HANNO VOTATO A FAVORE DEL FONDO SOSTITUTIVO INSIEME ALLA MAGGIORANZA
Andrea Maggio
d essere bloccata nello specifico è la seconda tranche del Piano periferie istituito dai governi Renzi e Gentiloni che prevedeva in totale 2,1 miliardi di finanziamenti dallo Stato e, come ricostruito dal Sole 24 ore, “con effetti potenziali calcolati in 3,9 miliardi di cofinanziamenti”.per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018“, nella quale si dice che serve un’intesa con gli enti territoriali (quindi le Regioni) nell’assegnazione dei fondi e che non si può intervenire solo su richiesta del Comune. Una posizione che però viene contestata dal deputato dem Roberto Morassut: “Quella sentenza non c’entra nulla col bando delle periferie. Essa si riferisce al ruolo delle regioni in relazione ad un ricorso del Veneto e a quelle parti dell’articolo 1 comma 140 della legge che toccano le competenze regionali. Ebbene non è il caso del bandi delle periferie dove la competenza decisionale è comunale”. Castelli non concorda e anzi ha garantito che non salteranno tutti i progetti: “Abbiamo garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Va comunque sottolineato che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente governo per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione. Con tale strumento, inoltre, si è tolto ai sindaci il diritto di scegliere come usare le risorse come affermato dalla Corte Costituzionale. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti gli 8.000 Comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali con avanzi di amministrazione di poterli utilizzare immediatamente per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e rispetto di principi costituzionali”. E ha concluso: “Siamo convinti che i progetti non siano tutti uguali: è necessario distinguere tra i Comuni che hanno dato avvio a progetti già esecutivi e su cui si è già investito per il rilancio delle periferie e chi invece utilizza questo fondo al solo scopo di creare progetti di facciata”. Quindi ha concluso: “Gli attacchi ricevuti si trasformano comunque in un boomerang perché l’emendamento 13.2 che ha istituito il nuovo Fondo è stato votato all’unanimità da tutte le forze politiche, anche dallo stesso Partito democratico e dal senatore Matteo Renzi”.
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