martedì 29 gennaio 2019

IL VOTO CATTOLICO (Liberamente n. 18)

Non so bene perchè questa sera abbia scelto di scrivere di questo argomento, forse non così importante per molti che vivono con distacco la politica, ma credo che la diaspora del voto cattolico rappresenti "LA" questione intorno alla quale la politica italiana deve avviare riflessioni profonde.

Specie in un Paese nel quale, per 50 anni, la Democrazia cristiana ha dominato la scena a livello parlamentare, regionale e locale.

Tutta la Martesana (Cernusco, Gorgonzola, Vignate ecc) ha rappresentato - per lunghi decenni - un feudo bianco e il tema è meritorio di approfondimento, 
sforzandoci di interpretare alcuni punti specifici e analizzarne altri.

A dire il vero, anche a Cassina d/P la DC ebbe il suo periodo d'oro, ero piccolissimo quando il 
Sindaco Rebuzzini ebbe la maggioranza bulgara (16 consiglieri).

Anche a livello locale, sulla falsa riga di un andamento nazionale, 
occorre comprendere la sempre più ridotta rilevanza, dei cattolici sulla scena pubblica. 

Sono passati 25 anni dallo scioglimento della Democrazia cristiana e fino a quando non è maturata in me una certa diffidenza in ciò che restava dei partiti moderni (troppo frequentemente incapaci di rinnovare la classe dirigente) ho sempre militato in soggetti politici, che allo scudo crociato si richiamavano.

Un fatto di coerenza, anche se militare 
"...in partiti democristiani, anche quando sarebbe stato molto più semplice scegliere grossi assembramenti politici privi di radici..." sarebbe stata l'operazione politica che (forse) avrebbe offerto maggiori possibilità di carriera politica. 

Come molti di voi sanno (almeno chi segue costantemente il Blog) ho fatto alcune scelte politiche - coerenti ma sacrificanti - opzioni con le quali ho dovuto forzosamente ricalibrare le ambizioni e definire orgogliosamente il perimetro delle mie attività politiche.

Dedicandomi esclusivamente a livello comunale.

I
l voto cattolico è sempre stato diffuso e pluralistico, come il mio potenziale elettorato che si estende in modo trasversale dal giovane, alla vecchietta pensionata, all'imprenditore affermato finendo col disoccupato.

A differenza della stragrande maggioranza dei politicanti, che restano in piedi per svariate legislature, n
on ho mai avuto associazioni culturali, giovanili, sportive, sociali, cooperative, comitati che abbiano mai sostenuto la mia candidatura o elezione.

Eppure il voto genuino e pluralistico dei Cittadini, mi ha offerto l'occasione di stabilire diversi record a preferenza unica.

Il passaggio alla Seconda repubblica, con l'inserimento del sistema maggioritario (i Comuni sotto i 15.000 abitanti), ha dato luogo alla "balcanizzazione" del voto cattolico.

Scomparso il simbolo crociato - inevitabile senza il sistema proporzionale - sono cambiati gli scenari e i riferimenti certi da cui l'elettorato era sincerato.

La politica locale tutta sa bene quanto sia stata "
atipica la mia democristinità" - quasi 2.0 - l'esser vicino ai valori DC, incarnarli nell'attività consiliare, senza mai strutturare rapporti strumentali di collaborazione viscida o pelosa.

Ho sempre manifestato 
il mio modo di fare politica solo attraverso l'irrinunciabile battaglia "valoriale" senza per questo accodarmi in sacrestia, per farmi bello alla presenza del Prete di turno.

Per dirla in breve: pur stabilendo record di preferenza unica alle urne (che 5 anni dopo ho nuovamente superato) non ho mai piegato le mie azioni ad iniziative che non condividevo realmente.

Il voto cattolico Cassinese - nel corso degli anni - è sopravvissuto elettoralmente, ma non politicamente, subendo in questa legislatura l'offesa più grande e dolorosa.  

Nessuno del PD locale o delle realtà politiche di stampo civico - che pur hanno intercettato parte del voto cattolico - è riuscito ad incidere sul dibattito pubblico e (sopratuttto) sulle scelte del governo locale.

"...la laicità è il giusto riconoscimento dell’indipendenza dei poteri dello Stato rispetto al Magistero della chiesa" ma la spinta del Coordinamento della Sinistra (Sindaco Mandelli, ass. Chiarella, ass. Vecchi e capogruppo Cassina Domani Costantini) favorita dal silenzio del PD adagiato su posizioni radicali hanno dato vita ad un "laicismo" locale, che per il nostro Comune ha rappresentato una novità.

Pur intercettando un voto cattolico, che ha consentito di raggiungere il 41.5% dei votanti (2014), il PD locale è - come nel resto di Italia - la sommatoria di due realtà politico culturali assai differenti, dove a Cassina l'una ha di fatto mangiato l'altra.

Il PD nasce nel 2007 (fusione a freddo di Democratici di Sinistra e i centristi della Margherita, (di cui alcuni cattolici ex DC).

Ma a Cassina dè Pecchi, 
il PD è notoriamente costruito sulle solide basi del Partito Comunista (PCI), stessi Dirigenti di allora, con sti stessi riferimenti culturali, all'interno della stessa sezione di via Roma, stesse parole, stesse feste, uguale.


Il PD cassinese è la naturale prosecuzione del PCI, poi diventato Partito democratico della Sinistra (PDS) poi tramutato in Democratici della Sinistra (DS) infine fusi con una quota minoritaria di ex DC assolutamente addomesticati e tacitati.


L'ass. Doriana Marangoni del PD ("...la Chiesa è un Ente Privato e deve pagare" poi smentita dalla nota di chiarimento della Conferenza S/C) il capogruppo PD Andrea Parma sono i rappresentanti consiliari, la presidente del Circolo della Speranza ex Presidente ANPI Mastrandrea Grazia e infine il giovane Luca Brandi (anch'esso molto a sinistra). 

Va beh, poi c'è il vicesindaco Novelli...ma dorme talmente sereno, che preferisco non svegliarlo.

Il PD cassinese - che insieme alla componente Mandelliana compone il quadro a sinistra - sottolinea un problema: l'assenza di rappresentatività dei valori cattolici.

Un partito che guarda a sinistra, con valori diversi rispetto alla maggioranza di quel 41,5 per cento degli elettori del 2014.

Con il quale Mandelli vinse le elezioni.
Spero mai più.


Andrea Maggio 

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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