Nel 2016 scrissi questo post (https://andreamaggio.blogspot.com/2016/02/interrogazione-giorno-del-ricordo.html) presentando interrogazione, nel 2017(https://andreamaggio.blogspot.com/2017/02/10-febbraio-io-non-dimentico.html) nel 2017 scrissi ancora in Comune, sollecitando l’Amministrazione a compiere il proprio dovere.
Infine nel 2018 (https://andreamaggio.blogspot.com/2018/02/10-febbraio-il-giorno-del-ricordo-per.html) tornai sulla questione, con una Mozione che non raggiunse nemmeno il numero di firme per essere protocollata.
Recentemente anche il Consigliere Varisco (anche lui, facente parte del gruppo consiliare "Uniti per Cassina") ha portato nuovamente l'argomento in Consiglio Comunale.
Lo scorso 10 febbraio ho avuto la fortuna di assistere ad una rappresentazione teatrale - titolo "Non se ne parla nemmeno" - la quale ha trattato l'importante questione ossia il dramma degli esuli istriani e delle sofferenze e tragedie vissute da vittime e parenti degli infoibati.
Una bellissima ed emozionante iniziativa, da considerarsi del tutto APOLITICA e rivolta solo al ricordo delle vittime che pagarono con la vita il solo fatto di essere italiani, al di là delle loro idee.
Ringrazio il committente Marino Fabris, concittadino mosso da autentica sete di verità, il regista Alessandro Bellinato, la compagnia tratrale che ha visto alcune conoscenze (Vimercati, Marino, Cretella) che hanno offerto alta qualità nel diversi ruoli.
Sono felice che l'iniziativa abbia riscosso grande interesse dei cassinesi, il teatro pieno ha ospitato un'iniziativa che ha rappresentato un momento di cultura in rispetto di una pagina di storia troppe volte omessa.
Mai scritta.
Assassini - in questo caso comunisti partigiani titini - uccisero italiani, gettandoli nelle foibe.
Unica nota negativa della serata - purtroppo - un Sindaco nervoso, scomposto, scoordinato e disarmonico con la sala, che è salito sul palco a fine spettacolo per impietrire i presenti con un discorso fuori luogo.
"Sono comunista, ma di quelli buoni, io guardo agli immigrati" come se volesse giustificarsi di qualcosa, boh, molti si guardavano attoniti, pochi hanno capito cosa volesse dire.
Ma a parte il Sindaco - che non mi stupisce di nulla - e la rabbia che vive, la serata è stata davvero notevole.
A pochi mesi dal voto, credo che sia superfluo chiedere l'impegno della Giunta ad intitolare una strada, una piazza o una lapide ai martiri delle foibe. Potremmo farlo con la presentazione di una mozione, che qualora venisse approvata potremmo avere una strada intitolata per conservare la memoria di una tragedia italiana.
Se il Giorno del Ricordo è davvero un momento condiviso da tutti, a prescindere da ideologie e appartenenze politiche, non dovrebbe esser difficile condividere la scelta, approvando una mozione.
Ma abbiamo visto cosa hanno combinato con la piazza intitolata a Don Bruno - dimenticando nel cassetto la richiesta per lunghi mesi - e ancora aspettiamo.
La memoria del sacrificio dei molti italiani trucidati dai partigiani di Tito e dei 350mila costretti a scappare dalle proprie terre nel secondo dopoguerra appartiene a tutti gli italiani, ma è ancora intimamente un processo complesso a causa di una subdola logica politica e ideologica.
Intitolare una via della nostra Città, come ulteriore segno di condanna nei confronti di un episodio drammatico, che non ha colpito solo chi direttamente coinvolto, ma tutti noi.
Se non sarà questa a farlo, lo farà la prossima Amministrazione, che sarà diversa dall'attuale e avrà sensibilità diverse e riuscirà a sopperire a questa grave mancanza, al fine di ricordare gli italiani barbaramente uccisi sul confine orientale e l’esodo che ne seguì.
Saluti
Andrea Maggio
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