Non cambio idea.
Come sostenevo nel mese di maggio del 2017, le "primarie"
– come strumento attraverso il quale scegliere un candidato ad una carica
pubblica – è un metodo che ho sempre apprezzato.
Lo ritengo utilissimo a livello locale - ad
esempio la scelta del candidato Sindaco – un po’ meno a livello Nazionale ove
l'assenza di una legislazione che ne disciplini lo svolgimento
(per tutti i partiti e gli schieramenti) rende meno
certificabili i dati.
Ad ogni modo, sia o meno veritiera l’affluenza che i giornalini
ci fanno sapere è sempre meglio di candidati, scelti sul Sito da una manciata di "click"
per diventare parlamentari, senza un briciolo di esperienza politica,
militanza di partito, nessuna cultura politico-amministrativa.
Quindi, tralasciando le distorsioni di una democrazia
partecipata – iniziata col piede giusto – ma che si espone al ridicolo, credo
che le primarie contengano il senso di legittimazione popolare, che ho sempre
cercato e riconosciuto come elemento imprescindibile della rappresentatività.
Sono sempre stato contrario ai paraculati dall’alto,
ai listini bloccati, all’uninominale.
Anche per essere candidato alla carica di Sindado di
un Comune devi aver maturato esperienza: Mandelli fu assesosre, come la
Ginzaglio.
D’Amico era già stato consigliere comunale prima d’esser
eletto alla carica di Sindaco, Pagani si candidò Sindaco dopo aver fatto
consigliere e assessore.
Anche io, prima di provare l’esperienza di candidato
Sindaco (andò male, vinse Mandelli) dovetti fare il capogruppo in Consiglio e
assessore.
Una candidatura maturata dopo aver costituito record
di preferenze, sono sempre stato un sostenitore dei numeri, mi hanno sempre
accompagnato e li ho sempre vissuti come indice e restituzione del grado di
apprezzamento di un lavoro costante, sacrificante, a vantaggio di una comunità.
Altra cosa sono i paraculoni finiti in parlamento con
solo 100 click o i candidati Sindaco per conquistarsi la poltrona di minoranza
sono altra cosa.
Quindi, bene le primarie – come strumento di
legittimazione dal basso – e complimenti a chi si adopera per questo, ma credo
occorra una legge che disciplini il sistema come tutte le competizioni
"pubbliche".
Non è la prima volta che mi trovo a commentare dinamiche del PD - questo favorisce l'endemico fastidio dei Piddini – anzi, è la terza occasione, inevitabile, in quanto gli avvenimenti interni a questo Partito non sono un fatto privato ma diventano obbligatoriamente argomento "di dominio pubblico".
E infatti, la questione è talmente "pubblica" che a Cassina si sono tenute presso l'Aula Consiliare del Comune (Piazza De Gasperi 1) che non è immobile di proprietà del PD ma piuttosto patrimonio pubblico.
Non è la prima volta che mi trovo a commentare dinamiche del PD - questo favorisce l'endemico fastidio dei Piddini – anzi, è la terza occasione, inevitabile, in quanto gli avvenimenti interni a questo Partito non sono un fatto privato ma diventano obbligatoriamente argomento "di dominio pubblico".
E infatti, la questione è talmente "pubblica" che a Cassina si sono tenute presso l'Aula Consiliare del Comune (Piazza De Gasperi 1) che non è immobile di proprietà del PD ma piuttosto patrimonio pubblico.
Rispetto alle primarie di maggio del 2017 la
percentuale di affluenza è – più o meno – uguale: i residenti allora erano un po’
meno di oggi, non era ammesso il voto dei minorenni e i votanti furono 431.
Ieri per scegliere
il Segretario del Partito Democratico hanno
votato 479 cassinesi, affluenza che registra 100
elettori in più rispetto ad un anno fa.
Non oso arginare l’entusiasmo dei Pdini
cassinesi “Un segnale importante”, “un dato che conferma la presenza
significativa del Partito sul territorio”, “siamo soddisfatti” e “meglio di
cosi non poteva andare” perché “hanno votato tante persone” visto che il
Segretario uscito vincitore, con oltre il 60% dei voti è Nicola Zingaretti (62,4%,
voti 299) che ha battuto Maurizio Martina (112 voti) e Roberto Giachetti (65
voti).
Il nuovo Segretario ha una carriera politica di lungo corso, iniziata da
giovanissimo nella società civile, proseguita tra le fila della Federazione
giovanile comunista, nei quasi 30 anni di attività politica è stato nella
segreteria dei Democratici di Sinistra a Roma, possiamo dirlo:
finalmente volti nuovi.
Ovviamemente – e concedetemi una battuta, lo sapete che non
resisto – a differenza di come riportato da voci ufficiali di stampo sovietico,
la sommatoria 299+112+65 non fa 479, quindi mi chiedo che brutta fine abbiano
fatto i 3 dissidenti, forse li hanno inviati in qualche campo di rieducazione comunista
o forse (siccome votavano anche i minorenni) se li sono mangiati mentre
inneggiavano Renzi e storia finita.
Al di la delle battute, ieri ho fatto volentieri visita ai miei
storici avversari politici, augurandolo loro “buon lavoro” perché quando si
manifesta la democrazia c’è da essere felici e ho letto che la mia visita è
stato un gesto apprezzato.
L’ho sempre fatto, primarie e congressi (tranne l’ultimo, erano
arrabbiati con me, poverini)
Tornando ai risultati locali, da queste primarie emergono alcuni
dati importanti, che peraltro confermano quanto sostenevo in un precedente post
(https://andreamaggio.blogspot.com/2019/01/voto-cattolico.html)
Scrivevo: << …Il PD nasce nel 2007
(fusione a freddo di Democratici di Sinistra e i centristi della Margherita,
(di cui alcuni cattolici ex DC).
Ma a Cassina dè Pecchi, il PD è notoriamente costruito sulle solide basi del Partito Comunista (PCI), stessi Dirigenti di allora, con sti stessi riferimenti culturali, all'interno della stessa sezione di via Roma, stesse parole, stesse feste, uguale.
Il PD cassinese è la naturale prosecuzione del PCI, poi diventato Partito democratico della Sinistra (PDS) poi tramutato in Democratici della Sinistra (DS) infine fusi con una quota minoritaria di ex DC assolutamente addomesticati e tacitati >>
E infatti, la presa del PD da parte dell’apparato di sinistra si
registra nel confronto con i dati del 2017, mentre l’'elettorato
del PD in lombardia aveva consacrato la netta vittoria di Renzi, che nelle
province lombarde ha oscillato tra il 76 e il 78% dei voti, a Cassina dove
l'apparato del partito locale si era dichiarato a favore della mozione Orlando, ecco
che la mozione Renzi ottiene l'83,01% e quella di Orlando certifica un
dato inferiore alle madia nazionale, regionale e provinciale. Fu una Sconfitta
nella sconfitta.
Il 16.2% ottenuto dalla Mozione Orlando a Cassina fu una dato inferiore ai risultati medi ottenuti dalla Mozione a livello nazionale, regionale, provinciale. Una sconfitta inaspettata e bruciante per quel grigio apparato e dei grandi burattinai che hanno governato - direttamente e indirettamente - 18 degli ultimi 22 anni. Alle primarie del 2013, nel circolo del pd cassinese parteciparono 716 e Renzi vinse con 512 (72.3%) a seguire Pippo Civati: 125 (17.4%) e poi Gianni Cuperlo con 73 (10.3%).
Il 16.2% ottenuto dalla Mozione Orlando a Cassina fu una dato inferiore ai risultati medi ottenuti dalla Mozione a livello nazionale, regionale, provinciale. Una sconfitta inaspettata e bruciante per quel grigio apparato e dei grandi burattinai che hanno governato - direttamente e indirettamente - 18 degli ultimi 22 anni. Alle primarie del 2013, nel circolo del pd cassinese parteciparono 716 e Renzi vinse con 512 (72.3%) a seguire Pippo Civati: 125 (17.4%) e poi Gianni Cuperlo con 73 (10.3%).
La caduta di Renzi ha di fatto messo in un angolo i
renziani, a Cassina più di altri posti, oramai letteralmente spazzati via a vantaggio di quella componente del PD
provenienti dalla sinistra post Comunista dei DS (ex PDS, ex PCI)
Questo congresso definisce in modo chiaro, i limiti
delle alleanze ibride tentate a livello locale.
NE VEDREMO DELLE BELLE.
Voglio proprio vedere quale cattolico cercherà alleanze con questo PD (o meglio i DS che furono di Bersani e D'Alema) tornato indietro di almeno 20 anni.
Sono proprio curioso
Andrea Maggio


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