On. Liliana Segre: benvenuta a Cassina!
Una donna, un esempio vivente di rettitudine.
E non solo per i motivi che tutti potrebbero pensare.
Nel bene o nel male (quasi sempre nel male per gli effetti negativi in società e soprattutto per le ricadute in politica) ci sono partiti, con le loro strutture, che hanno sempre provato a politicizzare ogni cosa che si muovesse in questo Stato.
A dire il vero, nonostante abbia scelto di non far parte di nessun partito, ritengo che la loro funzione storica sia stata utile.
Almeno fino a quando sono rimasti "Partiti con una vita di partito" (quindi parecchi anni fa).
La buona notizia (e questa volta è proprio buona!!!) è che il classico tentativo di una certa Sinistra di voler metter mani, cappello su personalità e gesti di solidarietà a questa dedicati in modo - più o meno - spontaneo non è riuscito.
Prima che la concessione della Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre divenisse un'azione di parte, così come qualcuno voleva che diventasse, è stata disinnescata ogni forma di speculazione politica.
Il tentativo c'è stato, ma si è scontrato contro una realtà assai diversa, una signora minuta con una grande storia, che non ha voluto gettarsi nelle mani del partito di turno.
Liliana Segre è una grande persona, che quando apre bocca non è per utilizzare parole di circostanza, ma usa parole vere, con autorevolezza e coraggio.
Quindi se gli schiaffoni presi dai soliti sciacalli della storia non stupiscono nessuno, bisogna ammettere che devono aver fatto più male perché arrivati da una persona che - per età e altro - ha fatto maturare l'illusione che fosse facilmente plasmabile.
La minuta signora è una che ha affrontato i nazisti di ieri, che come i comunisti (di ieri) sono roba più complessa degli odierni manipolatori di vicende e di storie.
Liliana Segre è una persona di una certa tempra, libera da pregiudizi di sorta e capace di parlare non per partito preso.
Tanto meno ha dimostrato di scegliere le parole dettate dal pensiero dominante, a nome di un partito.
Liliana Segre è una persona di una certa tempra, libera da pregiudizi di sorta e capace di parlare non per partito preso.
Tanto meno ha dimostrato di scegliere le parole dettate dal pensiero dominante, a nome di un partito.
Conoscendo il rancore storico di una certa sinistra, la libertà di pensiero e giudizio manifestato da Liliana Sagre hanno probabilmente interrotto bruscamente il processo di beatificazione, che politicamente avevano in serbo.
La senatrice a vita ha dimostrato - se mai ce ne fosse stato il bisogno - di conoscere la rettitudine, ha dimostrato la capacità di pronunciare parole non per convenienza ma per convincimento.
Il coraggio mostrato il 2 luglio 2018 nell'intervista su La 7 quando disse, con parole chiare, inconfutabili e dirette: "...Ho sempre creduto poco nell'Europa unita. Ci ha lasciato soli di fronte ai migranti".
E ci vuole coraggio a dire ciò che si pensa, non è semplice affrontare chi ha la penna della storia stretta in pugno.
Ma lei non ha paura, lo ha dimostrato, basti pensare alle parole pronunciate qualche giorno fa, in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale ha preso le distanze da chiunque provasse a strumentalizzare la sua persona, per demonizzare gli avversari politici.
Prendendo in contropiede "sovranisti di professione" e "antisovranisti per moda", ha espresso vicinanza ai leader politici bersagliati sui Social non per quello che dicono o esprimono ma per quello che sono.
E sappiamo quanto sia giustificato - in taluni ambienti - anche il sessismo, se fatto a fin di bene e per giusta causa.
Ma non per la Segre, non per chi ha la schiena dritta.
Per lei le offese sessiste a una donna sono identiche se rivolte a una politica di destra come di sinistra.
Per lei le offese sessiste a una donna sono identiche se rivolte a una politica di destra come di sinistra.
«Colgo l' occasione per esprimere loro solidarietà», avverte la senatrice.
Una persona lontana dai calci in faccia e gli sputi sul corpo esanime e denudato di Claretta Petacci.
Esiste qualcuno che ancora oggi, dopo quasi 75 anni, non ha il coraggio di ammettere che era anch'essa una donna, prima ancora di essere amante del Duce.
Esiste qualcuno che ancora oggi, dopo quasi 75 anni, non ha il coraggio di ammettere che era anch'essa una donna, prima ancora di essere amante del Duce.
Come dire, chi ha provato sulla propria pelle gli orrori della discriminazione, nell'inferno di Auschwitz non può condannare solo l'odio verso gli ebrei, ma sente il dovere morale di rifiutare qualsiasi forma di intolleranza, anche quella contro leader politici che non siano di sinistra.
Ma certamente la lezione della Segre ai soloni "di una certa sinistra", secondo cui gli insulti sono tali in funzione del destinatario degli stessi, arriva chiara e in tanti ne percepiscono l'importanza.
Ammiro la coerenza, sempre, come ho ammirato la serenità con la quale ha rivolto una stilettata a quei giornali (leggi Repubblica) che avevano parlato di "200 insulti al giorno rivolti alla Segre".
Quel numero, rileva lei, è «scaturito da un' inesattezza giornalistica».
E non contenta normalizza anche l'avversario politico, definendolo collega e concittadino.
Troppo intelligente per non capire che nessuno dovrebbe concedere la cittadinanza onoraria a qualcuno per aver ricevuto indegni insulti sul web.
Se così fosse, dovremmo dare la Cittadinanza ai bullizzati, migranti, donne offese, gay, Juventini e qualsiasi persona oggetto di ingiustizia umana e/o solamente vigliaccheria.
Se così fosse, dovremmo dare la Cittadinanza ai bullizzati, migranti, donne offese, gay, Juventini e qualsiasi persona oggetto di ingiustizia umana e/o solamente vigliaccheria.
Più o meno tutta Italia.
Ma qui siamo davanti a qualcosa di più.
Ma qui siamo davanti a qualcosa di più.
Io sono notoriamente lontano dal "viscidume" di taluni e - senza timore - dico che non condivido l’obbligo morale imposto ai Comuni italiani di conferire a qualcuno la cittadinanza onoraria, con la riprovazione pubblica per chi fa altre scelte.
Ognuno - in democrazia - deve sentirsi libero di fare ciò che sente e con le ragioni e motivazioni che sente dentro.
Gli ultimi che suggerivamo "calorosamente" (e senza replica) la cittadinanza onoraria a qualcuno furono i prefetti che invitavano i Comuni a concederla ad un tale di nome Benito Mussolini.
Credo molto nell'esercizio democratico, se invece diventa una gara a chi ha proposto la Cittadinanza Onoraria per primo per essere il primo della classe, smette di essere un fatto sentito e i significati sono infettati da ipocrisia.
Alla senatrice a vita, che per qualche ora abbiamo sperato potesse prender parte al Consiglio Comunale per assistere al Conferimento della Cittadinanza, voglio dire 3 cose:
1) ho votato favorevole alla cittadinanza onoraria, non per i vergognosi insulti che lei elegantemente ha già ridimensionato, ma perché è una donna/esempio vivente di rettitudine morale etica. Una donna che non si piega alle lusinghe untuose di una politica squallida e manipolatrice;
2) ero, sono e resto contrario alla sua proposta di istituire una commissione parlamentare per il contrasto dei fenomeni d’intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
A stabilire cosa sia odio e cosa sia opinione esistono innumerevoli leggi, la cui approvazione ha superato passaggi parlamentari e sono state firmate dal Presidente della Repubblica senza subire stop dalla Corte Costituzionale.
Lascerei perdere l'emotività delle Commissioni con natura politica, indi per cui poco oggettive e molto discrezionali;
A stabilire cosa sia odio e cosa sia opinione esistono innumerevoli leggi, la cui approvazione ha superato passaggi parlamentari e sono state firmate dal Presidente della Repubblica senza subire stop dalla Corte Costituzionale.
Lascerei perdere l'emotività delle Commissioni con natura politica, indi per cui poco oggettive e molto discrezionali;
3) terza e ultima cosa: benvenuta a Cassina.
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