martedì 19 gennaio 2021

AMIANTO: UNA PROPOSTA PER CASSINA


L’Italia è stata il primo Paese europeo a bandire l’utilizzo dell’amianto per motivi di sanità pubblica e lo ha fatto intervenendo in via normativa con l’emanazione della legge nazionale n.257/92 e le successive disposizioni attuative regionali.


La legge si occupava di regolamentare le procedure adottabili per il trattamento dei prodotti contenenti amianto, largamente utilizzati in edilizia fino al momento in cui ne è stato vietato l’uso.

A questo scopo, la legge prevedeva anche la realizzazione di un censimento, a livello nazionale, di tutti i siti in cui il materiale, ormai fuorilegge, era presente.

Tutto ciò al fine di individuare i luoghi da bonificare e, quindi, di operare la rimozione dell’amianto e il suo smaltimento in appositi impianti.

A tutt’oggi, però, il problema della bonifica e smaltimento dell’amianto si presenta come una questione ancora aperta e la sua risoluzione, visti i dati diffusi da Legambiente, non appare facile né rapida.


E' immaginabile – che anche a Cassina come in tutti gli altri Comuni - esistano alcune situazioni private ove sia presente l'amianto ed è per questo che prossimamente proverò a capire quante di queste situazioni siano note agli uffici ed eventualmente, quante di queste abbiano comunicato l’avvio del procedimento amministrativo al proprietario o all'amministratore di condominio.

Con l'avvio del procedimento viene richiesto al privato proprietario (o amministratore dello stabile che presenta amianto) di produrre entro alcuni giorni, una relazione, avvalendosi di un professionista abilitato allo scopo, sullo stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto.

La relazione dev'essere inviata in Comune e da quest'ultimo messa agli atti comunali.

L'avvio è il procedimento, atto propedeutico perdar luogo all'intimazione di procedere o meno alla rimozione dei manufatti in amianto con spese a proprio carico e mediante Ditta specializzata.

Non sono a conoscenza di particolari situazioni, posso immaginarle ma – ripeto – non sono ufficialmente informato di nulla.

Ma siccome la mancata risposta da parte del proprietario nei termini previsti nella comunicazione ricevuta dal Comune e qualora dalla relazione si evidenzi uno stato di deterioramento del manufatto e il proprietario non provveda alla rimozione, si DEVE procedere con atto impositivo di rimozione.

Premesso che eventuali negligenze burocratiche sono perseguibili, proporrò all'Amministrazione un percorso, senza però che – come al solito e nel modo più noioso che si possa – mi debba sentir rispondere “ci avevamo già pensato”.

Intanti chiederò dati ed elementi in possesso del Comune, per comprendere quante siano le strutture con presente amianto e quante di queste raggiunte dalla comunicazione di inizio attività se non addirittura provvedimento impositivo di rimozione.


Sono abituato a vedere il problema ma – contestualmente – proporre una soluzione


e DOMANI VE LA ESPONGO

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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