sabato 6 febbraio 2021

10 FEBBRAIO: IL GIORNO DEL RICORDO CON IL "CIRCOLO DELLA SPERANZA"

Come ogni anno, in questo periodo, torno a scrivere su una questione di grande importanza.

Dopo questo scritto, seguendomi a ruota come sempre, mi aspetto che lo faccia l'Amministrazione più vuota e inconsistente degli ultimi decenni.

Sono felice se posso aiutare un Governo locale a trovare argomenti e riesco a nutrire il dibattito politico di elementi utili rispetto ai diversi temi.

I contenuti (e ringraziamenti) di questo post stupiranno molte persone, che hanno ben chiara la storia del "Circolo della Speranza" e - soprattutto - quanto poco si sia sovrapposta alla mia in questi 2 decenni.

Ma facciamo un salto indietro. 


Già nel 2016 scrissi sull’argomento GIORNATA DEL RICORDO e presentai un'interrogazione:

(https://andreamaggio.blogspot.com/2016/02/interrogazione-giorno-del-ricordo.html) 

Nel 2017 (https://andreamaggio.blogspot.com/2017/02/10-febbraio-io-non-dimentico.html) tornai sull'argomento e sempre lo stesso anno sollecitai l’ex Amministrazione a compiere il proprio dovere su un tema sentito ma spesso ignorato.

Infine nel 2018 (https://andreamaggio.blogspot.com/2018/02/10-febbraio-il-giorno-del-ricordo-per.html) tornai sulla questione, con una Mozione che – chissà perché - non raggiunse nemmeno il numero di firme per essere inserita all'ODG del Consiglio comunale.

Ho chiesto – ufficialmente e più di una volta - l'intitolazione di una via del nostro paese alle VITTIME DELLE FOIBE, come ulteriore segno di condanna e ricordo di un episodio drammatico, che non ha colpito solo chi è stato direttamente coinvolto, ma tutti.

La precedente Giunta non lo fece, spero che l'attuale abbia sensibilità diverse e riuscirà a ricordare gli italiani barbaramente uccisi sul confine orientale e l’esodo che ne seguì.

Credo che le vittime di tali tragedie debbano avere uguale rispetto, soprattutto quelli innocenti morti a causa di dittature feroci.

So che molti non condivideranno il concetto, ma – fra i tanti difetti che mi trascino – vi è l'orgoglio di poter restare coerente; 

sono altre le vittime di “paraculismo che spinge a dire solo ciò che le persone vogliono sentirsi dire” o addirittura tacciono per non deludere nessuno.

Dopo 20 anni, posso permettermi dei lussi (libertà di parola e di pensiero) che vari ipocriti “del piede qua e uno là” non possono nemmeno sognarsi.

Sono convinto della sacralità della vita, non esistono morti di serie A e morti di serie B ed è per questo che non esitai a palesare il mio personale apprezzamento per il Manifesto Unitario con il quale l'attuale Amministrazione riportava le 2 ricorrenze (Giornata della Memoria e Giorno del Ricordo).

Non dobbiamo dimenticare - anzi – qualcuno dovrebbe ricordare che entrambe le tragedie sono poste nel gradino più alto delle vergogne umane.

Ricordo con piacere la bellissima rappresentazione teatrale  - dal titolo "Non se ne parla nemmeno" – che ha trattato l'importante questione ossia il dramma degli esuli istriani e delle sofferenze e tragedie vissute da vittime e parenti degli infoibati.

Una bellissima ed emozionante iniziativa del tutto APOLITICA e rivolta solo al ricordo delle vittime che pagarono con la vita il solo fatto di essere italiani, al di là delle loro idee.

Ringraziai il committente Marino Fabris, concittadino mosso da autentica sete di verità, e tutti gli attori che avevano preso parte all’iniziativa.

Oggi, un'altra realtà locale (CIRCOLO DELLA SPERANZA) offre il proprio contributo rispetto ai drammi che il sistema ditatoriale di stampo comunista ha generato in un periodo storico complesso con la lettura scenica "IL SOL DELL'AVVENIRE E' TRAMONTATO A GOLI OTOK"

Vanno ringraziati: Produzione (Circolo della Speranza), Autori (Caccamo - Contardo), Regista (Caccamo) e interpreti (Caccamo ed Enza Testa) per aver affrontato con coraggio la difficile questione dei due flussi «migratori» che si incrociarono sull’incerto confine che divideva Italia e Jugoslavia.

La prima «corrente» parte dalle coste istriane e dalmate e fugge alla «slavizzazione» di quelle terre, portandosi addosso l’accusa di complicità nazionale con il fascismo che in quelle terre ha seminato discriminazioni e violenze.

In senso inverso si muove l’altra «corrente», duemila  giovani, ex partigiani e operai, decidono di raggiungere la Jugoslavia per correre incontro ai propri ideali politici.

Con la caduta delle ideologie di oggi, tutto questo può sembrare strano, ma vi fu chi decise spontaneamente di «andare a costruire il socialismo» nella neonata repubblica popolare di Jugoslavia.

E chi difende con il lavoro un sogno, anche se lontano anni luce dal mio, merita rispetto

Pochi mesi dopo l’arrivo, quando nel 1948 il maresciallo jugoslavo venne scomunicato dal Cominform (“accusa di deviazionismo”) e ruppe con Stalin (firmando la risoluzione antititoista) il PCI di Togliatti che sovrintendeva la permanenza dei 2000 in Jogoslavia si schierò con Stalin.

E da quel giorno cominciò l'inferno per i 2000, visti con sospetto da Belgrado, minacciati e molti di loro sbattuti nei gulag (GOLI OTOK) perché «non ortodossi».

E in patria quel destino non cambiò: furono umiliati, emarginati e vessati, in quanto testimoni di un passato del quale il PCI ormai si vergognava.

Ciò significa il gulag di Goli Otok, sull’Isola Calva, o altre prigionie in Bosnia Erzegovina. Mesi durissimi.

Una delle pagine più tristi della Storia del PCI, che umiliò, emarginò questi scomodi testimoni di un passato del quale il PCI ormai si vergognava.

E' bello che si voglia dare il proprio contributo su un pezzo di verità storica mai serenamente affrontata ed è ancor più bello che lo abbia voluto dare il “Circolo della Speranza"  sopperendo al vuoto culturale.






1 commento:

Quella tromba di latta ..... ha detto...

Bravo Andrea Maggio, sagge considerazioni e riferimenti storici precisi sul Giorno del Ricordo delle foibe. Certo che una via o una piazza intitolata ai "Martiri delle foibe" a Cassina proprio manca. Mi sono sempre battuto per questa cosa ma sempre i miei appelli sono stati dispersi nel vento.
Bravo anche per l'evento creato quest'anno (2021) dedicato al "Controesodo" dei lavoratori comunisti del cantiere navale di Monfalcone nell'Isola Calva (Goli Otok in lingua croata) dal 1949 al 1956 che il sottoscritto ha trattato con la penna di Luigi Maria Guicciardi in "Quella tromba di latta del confine orientale italiano" (pagina 25 e seguenti). Il libro lo trovi anche nella bellissima biblioteca comunale di Cassina. Se fossi stato in zona avrei di sicuro collaborato con voi per questo evento ma in questo momento sono bloccato a New York per il mio "American Dream". In bocca al lupo. Mario Fragiacomo

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Consigliere Comunale "Uniti per Cassina"

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