#MaggioAvoceAlta
Rifletto, lo faccio a voce alta sfruttando il momento di silenzio elettorale (istituito per Legge)e senza - per questo - volerlo infrangere.
Una legge del 1956 disciplina la propaganda elettorale e all’art. 9 viene normato il silenzio elettorale.
In particolare, recita l'articolo, "nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, la nuova affissione di stampati, giornali murali e altri manifesti di propaganda".
Nessun comizio. Stop alla propaganda. Interviste vietate. Il giorno prima delle
elezioni vige la regola del silenzio elettorale.
Non facile da rispettare in epoca di Social ma - ancora oggi - nessuno ha abrogato questo articolo ormai obsoleto e pertanto tutti si devono adeguare.
Io non ho espresso preferenza di voto prima, figurarsi possa farlo oggi infrangendo il silenzio imposto per legge.
Più che altro, mi voglio dedicare a due punti generali:
A) il primo: ANDIAMO A VOTARE (guarda mini-pillola) anche quando delusi dalla politica (p minuscola)
B. ) il secondo: qualche giorno fa, davanti ad “una” stazione della metropolitana, ho incontrato un candidato molto giovane ed è stata occasione per parlare con lui e i sostenitori che insieme a lui distribuivano materiale elettorale.
Mentre parlava, ho rivisto in lui quella fiducia nei partiti (lui era molto concentrato sul suo, per ovvie ragioni elettorali) in quel sistema democratico che nei partiti ha visto organismi indispensabili per garantire stabilità alla Nazione.
Lui parlava, nei suoi occhi ho rivisto le mie battaglie dentro i partiti per affermare NON IL “GIOVANILISMO”
(per cui tutto ciò che è giovane è migliore) ma perché i partiti tornassero a fare scuola, preparare le future classi dirigenti di partito, formare una classe politico-amministrativa di qualità.
Mi sono tornate in mente le mozioni, le discussioni sul tema della FORMAZIONE politica dei candidati
Quante volte - prima che abbandonassi ruoli politici di partito e mi dedicassi anima e corpo alla gestione amministrativa locale - mi di detto “si, Andrea hai ragione”.
Quante volte, questo punto è stato disatteso.
Oggi sono meno giovane, chissà se mai si riaccenderà in me la voglia di militare in soggetti politici, ma - sicuramente - la passione è immutata.
Al giovane ragazzo candidato ho fatto il mio sincero “in bocca al lupo” perché - un domani - possa trovare giusto ambito per esprimere la propria passione e e impegno
Ma in Italia dei quasi 5mila candidati e candidate alle prossime elezioni politiche, solo il 15% ha meno di 40 anni.
Addirittura meno del 3% è under 30.
In Italia sono ancora pochi i giovani in politica.
In parte il problema è strutturale, visto che è la costituzione stessa a imporre dei limiti di accesso in questo senso.
Ma la sfiducia verso la politica è in crescente aumento e l’età degli esponenti è un importante indicatore del tasso di cambiamento della politica.
Delle 4.746 persone che hanno presentato la propria candidatura, 695 hanno un’età inferiore ai 40 anni, il 14,6% del totale.
1 su 7 i candidati alle elezioni di età inferiore ai 40 anni.
Alcuni, so di certo, sono semplicemente “il parente da candidare al mio posto”
A essere maggiormente rappresentate sono invece le fasce intermedie e in particolare quella tra i 40 e i 60 anni.
_AM_
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