Come sempre in Italia, quando ci
sono passerelle da fare, la politica (p minuscola) scalpita e sgomita per
trovare spazio nel selfie del giorno per intestarsi i risultati.
Mentre le schifezze urbanistiche –
e uso un eufemismo rispettoso – non trovano alcuna paternità.
Questo è il caso del progetto del polo logistico della Lidl a Vaprio d'Adda –
inaspettatamente tornato in auge – con i suoi 125mila metri quadrati di terreno
consumato da capannoni, piazzali per il parcheggio e carico e scarico
delle merci.
Un altro polo dedicato alla
logistica per la grande distribuzione insidia una bellissima area agricola, un
mastodontico capannone di 55mila metri quadrati (pari a 6 piani) porterà
traffico e smog stressando un tessuto viabilistico – ad oggi – assolutamente
inadeguato ad assorbirne le inevitabili conseguenze generate.
A seguito della sentenza del
Tribunale amministrativo (ottobre 2023) furono certificati “gravi vizi di
forma”, primo fra tutti l’assenza di una VIA.
Sembrò incredibile, ma non
furono individuati, in maniera preventiva,
mediante uno studio accurato (Valutazione di Impatto Ambientale) gli
effetti sull'ambiente e sulla salute dei cittadini di un progetto
potenzialmente devastante.
Fino a quel momento, nessuno aveva
pensato ai possibili impatti ambientali e le misure necessarie per prevenire,
eliminare o ridurre al minimo ogni fattore negativo.
Eppure, al di là degli obblighi di legge, disciplinati
in Italia dal D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006, vi è il dovere morale di tutti –
anche di chi governa lo sviluppo dei territori – di accertare la sostenibilità
di ogni realizzazione così impattante nei confronti dell’ambiente e della
nostra salute.
Sulla base delle sentenze, Città Metropolitana ha
imposto alla proprietà del progetto di logistica (una catena tedesca di
discount) la procedura di Via e questo è un fatto che può esser letto in
diversi modi.
Ma vedremo prossimamente.
Ad ogni modo, seppur preoccupato dalle intenzioni del
marchio tedesco (una logistica lungo la ex SS 525 a ridosso del confine
comunale con Pozzo non è un fatto positivo) ma considero le dichiarazioni dei
referenti («se il progetto del nuovo magazzino logistico» a Vaprio andrà in
porto, «genererà opportunità di impiego sul territorio).
Ma è una “bonza” smentita dai numeri, il modello
economico basato su capannoni e una logistica disumanizzante e insostenibile
non produce lavoro e non è motore di vera crescita occupazionale.
E chi pensa di giustificare l’ampia devastazione di
terreni agricoli (incremento di traffico e smog) con questa retorica da bar
offende l’intelligenza di chi ama e difende il territorio.
Il post è in sostegno della battaglia di Legambiente contro l'arrivo della piattaforma e spero che i politici di Vaprio trovino il CORAGGIO di mettere la faccia in supporto a questa contrarietà.
Non ho alcuna considerazione per qualsiasi forma di vigliaccheria politica, silente e pelosa e sarà smascherata.
Vi chiedo di non rinunciare ad esprimere
il vostro dissenso sottoscrivendo la seguente petizione on-line (https://www.change.org/p/
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