mercoledì 21 maggio 2025

POZZO, IL POST COMUNALE E' UN BOOMERANG

Già qualche anno fa avevo evidenziato delle carenze circa la sicurezza nello svolgimento degli interventi manutentivi pubblici a Pozzo d’Adda.


Quei rilievi ebbero grande risonanza (riportato dalla stampa locale) in quanto lavorare in Sicurezza è un diritto di tutti e (soprattutto) dovere delle Pubbliche Amministrazioni, che dovrebbero mettere i lavoratori nelle condizioni di di svolgere le proprie attività senza rischi per la salute e la propria incolumità, continuando a esercitare un ruolo di controllo.


Oggi la storia si ripete, inesorabile e implacabile e questa volta assumendo profili di più grave responsabilità.


Pochi giorni fa, il Comune di Pozzo d’Adda - attraverso Facebook - nella spicciola opportunità di ricevere il plauso pubblico per alcune potature effettuate (dopo anni di richieste) in via D’Antona - ha scelto di pubblicare alcune foto sconcertanti.


A differenza del passato, la leggerezza di chi gestisce la comunicazione del Comune raggiunge livelli impressionanti con una preoccupante irresponsabilità e inconsapevolezza rispetto a un momento storico dove la narrazione nazionale pone al centro del dibattito pubblico la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Basti pensare ai quesiti dell’imminente campagna referendaria.


In pochi minuti, il Comune di Pozzo d’Adda (e il Sindaco che magicamente compare sui social solo per pubblicazioni unilaterali...) devasta la credibilità di un comparto pubblico, inondando i gruppi social - per me l’esigenza di apparire - con foto di operatori privi delle minime condizioni di sicurezza.


Quando dico che “questo Sindaco si deve fare aiutare da qualcunonon scherzo, in qualsiasi altro Comune (dove esista una vera vitalità politica amministrativa meno “impastata”) sarebbe stato “crocifisso politicamente” da tutto il consiglio comunale.

Passa le giornate a minacciare denunce, alimentando il clima di sospetto: chi ha argomenti non ha il tempo di minacciare o manifestare sofferenza. 

Quest'atteggiamento può intimorire qualche cittadino, scoraggiandolo ad esprimere il dissenso, ma non inciderà sui risultati di questa gestione.



A Pozzo d’Adda invece di un consiglio comunale esiste “l’allegra brigata del bar dello sport”: una volta al mese si ritrovano per affrontare tardivamente argomenti fra battutine, sorrisi, risate e complimenti incrociati.


Nel mio lungo viaggio amministrativo ho assistito a sindaci responsabilizzati dall’aula e costretti alle scuse pubbliche per molto meno.


Quando si effettuano lavori in strada bisogna indossare indumenti che proteggano da potenziali rischi per la salute e la sicurezza durante lo svolgimento di attività di giardinaggio o similari. 


Tutti abbiamo l’obbligo di ridurre o eliminare l'esposizione ai pericoli e prevenire lesioni o malattie professionali, la pubblica amministrazione non può mostrarsi negligente.


La scelta dei DPI per il giardinaggio dipende dalle specifiche attività e dall'attrezzatura utilizzata, come motoseghe, tagliasiepi, decespugliatori, trattorini, tagliaerba, arieggiatori, trinciatrici e motozappe. 


Per la manutenzione del verde, sia che si tratti di taglio dell'erba che di una potatura, sono obbligatori i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).. 


Abbigliamento protettivo che deve accompagnarsi all’utilizzo di guanti, occhiali protettivi (non quelli da sole) protezione per le orecchie, e in alcuni casi, caschi e abbigliamento protettivo. 


Elenco specifico di DPI per il giardinaggio: 

Guanti: Per proteggere le mani da tagli, lesioni e contatto con sostanze chimiche. 


Occhiali di protezione: Per proteggere gli occhi da schegge, polveri e liquidi irritanti. 


Protezione per l'udito: Cuffie o tappi per le orecchie, per proteggere dall'eccessivo rumore di motoseghe, decespugliatori e altri attrezzi. 


Abbigliamento protettivo: Tuta da lavoro o abbigliamento resistente a tagli, soprattutto quando si utilizzano attrezzi a motore. 


Caschi di sicurezza: Possono essere necessari in caso di potatura di piante alte o quando si lavora in aree con rischio di caduta di rami. 


Scarpe antinfortunistiche: Per proteggere i piedi da eventuali oggetti caduti e per garantire stabilità sul terreno. 


Mascherine e respiratori: Per proteggere le vie respiratorie dalla polvere, in particolare quando si lavora con la polvere di legname o si utilizzano prodotti chimici. 


O comunque, maschere protettive (QUELLE CON LA RETINA PER INTENDERCI)


Con la pubblicazione del post avrà puntato ad avere qualche like - da parte di chi aspetta da 3 anni un cenno di vitalità amministrativa - ma alla fine si trasforma in boomerang.


Perché un conto è attribuire la responsabilità al singolo lavoratore, un altro conto è attribuire la responsabilità al datore di lavoro dell’operatore, altro conto ancora è il più grave coinvolgimento di una pubblica amministrazione che pubblica le foto delle negligenze con fare inconsapevole.


Una leggerezza che restituisce il livello e la qualità di una gestione amministrativa.



ANDREA MAGGIO 









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